Un survival nel cuore della montagna casa della stirpe di Durin. Costruite, craftate, combattete
The Lord of the Rings: Return to Moria arriva su PC pochi mesi dopo la pubblicazione di un altro videogioco avente per oggetto uno dei personaggi più importanti della trilogia. Ci riferiamo a The Lord of the Rings: Gollum, un’avventura che il nostro esperto tolkieniano Carlo Terzano ha recensito esprimendo più di una perplessità. Lasciamo però Smeagol ai suoi tormenti e concentriamoci sul presente e sul futuro dei nani. La software house indie Free Range Games ha sviluppato un titolo del genere survival in terza persona nel quale la cura e il potenziamento del personaggio saranno fondamentali per attraversare gli angoscianti e bui spazi di Moria, la montagna che vogliono riconquistare per radunare da ogni angolo della Terra di Mezzo la stirpe di Durin, il padre dei nani.
The Lord of the Rings: Return to Moria è doppiato in inglese con sottotitoli in italiano e sicuramente vorrete sapere in che punto della lunghissima storia si incastra. Siamo nella quarta era, poco dopo il passaggio a Moria della Compagnia dell’Anello, citata nei primi secondi di gioco peraltro. Ma non abbiate fretta: il gamer deve anzitutto completare l’editing del proprio personaggio, un nano che potrà avere sembianze più rudi o scherzose, un atteggiamento più cupo o esuberante, e ovviamente una provenienza da preferire alle altre.
Senza spoilerare nulla sulla cinematica iniziale partiamo con le impressioni sul gameplay. Come anticipato siamo in un titolo in terza persona, in cui è imprescindibile imparare a fondo le dinamiche per raccogliere risorse (sono tante) e fabbricare utensili, oggetti e armi; anche la fame andrà tenuta a bada, mangiando frutti, funghi e carne (da procacciarsi).
The Lord of the Rings: Return to Moria ha una logica procedurale ed è senz’altro la scelta più azzeccata dal momento che il titolo propone l’esplorazione di una montagna dove il senso dell’orientamento si perde in un attimo. La grafica cartoon, con sembianze naniche decisamente accattivanti, contribuisce a non spaventare il gamer, spingendolo stanza dopo stanza a esplorare e farsi le ossa in un ambiente così ostile.
In The Lord of the Rings: Return to Moria è pieno di punti di interesse in cui il nerd tolkieniano che è in voi potrà dilettarsi nel leggere cose che già sa o nel prendere appunti per ampliare la propria conoscenza. Ogni elemento è posto con un senso e anche a livello di ambientazione il lavoro creativo ha restituito un mondo autentico, bello da vedere e da esplorare.
Come grafica non siamo certamente sulla frontiera del realismo. Nella versione che abbiamo avuto modo di provare in anteprima certi movimenti di animali e nemici ci sono sembrati parecchio glitchati. Può essere che il team abbia già in programma di risolvere il tutto con una patch imminente. The Lord of the Rings: Return to Moria è anche un titolo in cui la componente di costruzione del mondo fa la differenza.
Lo noterete nei primi minuti di gioco, in cui per superare alcuni ostacoli vi sarà richiesto di posizionare piattaforme in legno sospese per aria per procedere lungo il percorso. Una scelta che allontana dal realismo – forse ripresa da Fortnite? – ma che aggiunge una meccanica tutt’altro che sbagliata. I nani, dopotutto, sono abilissimi artigiani e costruttori.
The Lord of the Rings: Return to Moria è un titolo davvero notevole per chi bramava da tempo un titolo dedicato ai nani della Terra di Mezzo, personaggi che d’altra parte non sono tra i più spettacolari per quanto riguarda i combattimenti. Sono forti, senz’altro, ma preferiremmo l’agilità (e l’immortalità) di un elfo. Come se la cava il titolo nel combat system?
Si poteva fare senz’altro di più. Le armi non mancano e si possono sostituire alla svelta tramite menu rapido, ma gli scontri non sono così appaganti come ci saremmo aspettati. The Lord of the Rings: Return to Moria è peraltro giocabile in cooperativo (fino a 8 giocatori) o in single player. Un’esperienza che richiede ore e ore di gioco, ma che sa ripagare. Prima di chiudere, vorrete sapere se c’è il terribile Balrog. Vi invitiamo a scoprirlo da voi, facendo ben attenzione a tenere sempre a mente le vie di fuga.