Da Studio Kiku e Innovina Interactive un titolo ansiogeno. Testato su Nintendo Switch
Immaginatevi la scena: siete un padre e un marito e l’ultimo dei dipendenti dell’azienda a lasciare l’ufficio in una buia serata d’inverno. La stanza è silenziosa: si sente soltanto il rumore dei tasti che battete per inviare l’ennesima mail. Spegnete il pc, indossate il cappotto e vi immergete in una città fredda. In giro non c’è nessuno e la vostra famiglia è pronta ad aspettarvi con un bel pasto caldo. Ma qualcosa non torna. L’atmosfera sembra il preambolo di un incubo. E se non riusciste mai più a tornare a casa? Così ha inizio The Plane Effect, videogioco sviluppato da due software house italiane – Studio Kiku e Innovina Interactive – anche per Nintendo Switch. Abbiamo provato la demo e in questa recensione vi diamo i nostri pareri.
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The Plane Effect è un videogioco in visuale isometrica: Solo, il nome dell’anonimo protagonista, è una figura alta e slanciata in un mondo che riprende stili del genere cyberpunk con luci al neon e città tentacolari, dove i cittadini vengono visti come consumatori da spremere. Le pubblicità invitano (o obbligano?) tutti a comprare e comprare ancora. Il gameplay è semplice: Solo procede se interagisce con determinati oggetti, risolvendo enigmi (non propriamente rompicapo). Che sia raccogliere un badge o un paio di guanti, il protagonista avanza in un ambiente dove tutti e tutto sono pronti a ucciderlo.
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La sensazione di vivere un incubo è ben infusa nel gamer grazie anche a brevi filmati di intermezzo dove scrutiamo Solo apparentemente calmo e rilassato, mentre tutto intorno a lui è davvero troppo strano e inquietante. Davvero bello anche il modo in cui le software house hanno reso la corsa dell’uomo: con un cappotto lungo e la sciarpa non era facile trasmettere la scomodità di un passo veloce. E invece i movimenti sono scomposti, frettolosi, proprio come se qualcuno ci stesse inseguendo.
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Disponibile in italiano, The Plane Effect è un viaggio ansiogeno e comunque coinvolgente, ben scritto e con tutti gli ingredienti per mantenere incollato il gamer alla console. Certo, non è la prima volta che una software house inscena situazioni simili: rimanere da soli al mondo è un’esperienza già provata, per esempio, in A Day Without Me. In vista di Halloween, è però un videogioco da tenere in lista per attivarlo al momento opportuno.