«Quando ho trovato le chiavi nel frizer mi son detto: ma allora lo fate apposta». Davide Corbo vive ad Avigliana, vicino Torino, è un papà e, in quanto tale, adora alla follia i suoi figli, Marco e Francesca. Li ama a tal punto che da quando sono usciti di casa ha iniziato a confezionare audio lunghi (tipo un podcast, a volte di più) in cui, va da sé, fa il papà. Ma cosa fai di qua, ma perché questo di là. Siparietto che non ha nulla di particolare, direte. Eppure ci vuole del genio se, a un certo punto, il buon caro Marcolino decide di editare l’ennesimo vocale, velocizzarlo quel tanto (1.3x) e schiaffarlo su TikTok.
«In un primo audio lo avevo accusato di avermi rubato le AirPods – ci ha raccontato Davide -. Poi mi sono accorto che mia moglie le aveva messe là dove debbono stare. Non ce l’ho fatta: gli ho mandato un secondo audio in cui mi scusavo, mortificato. E siccome io stimo profondamente Marcolino e so che quella sera, mezzo brillo, si è fatto riaccompagnare a casa da qualcuno in macchina prima di fare quel post, mi sentivo troppo in colpa». Quel vocale ha generato l’onda.
Perché Dada?
Per la Festa del Papà, che ricorre oggi martedì 19 marzo, StartupItalia ha deciso di intervistare Davide Corbo, aka Dada, ovvero come la figlia lo chiamava da piccola. «Mi chiamano tutti così, tranne mia moglie». In meno di un anno è diventato il protagonista di tenerissimi e adorabilissimi meme. Prima in incognito, e poi mettendoci la faccia.
Se ora iniziassimo a raccontarvi il perché Dada buca lo schermo e diventa virale correremmo il rischio di chi cerca di raccontare una barzelletta senza avere la benché minima cognizione dei tempi comici, dell’abilità nel cambiare tono e nell’utilizzare al meglio le parole. Il suggerimento è dunque di godervi le decine e decine di contenuti disponibili su TikTok e Instagram dopo aver letto la nostra intervista.
Un content creator, un attore, un personaggio pubblico insomma funziona perché è genuino. Ma non è che, a un certo punto, tutto diventi artificioso e poco spontaneo se l’obiettivo è pubblicare le spassose strillate del babbo? Il figlio Marco, che ha partecipato alla nostra esilarante intervista su Meet, ci ha rincuorato. «Papà è il mio migliore amico. Mi ricordo che mi ha sempre fatto ridere. Manderebbe gli stessi audio anche se non li pubblicassi». A questo punto, dunque, sarebbe peccato non condividerli sui social. Su TikTok Dada ha più di 570mila follower, su Instagram quasi 215mila.
I fatti «sorgivi» di Dada
«Vorrei però riportare le cose per come sono andate – è intervenuto Davide – vorrei analizzare i prodromi, i fatti sorgivi di questa situazione. Quando Marcolino ha aperto la sua agenzia insieme ad altri ragazzi bravissimi, abbiamo deciso con mia moglie di mettere a loro disposizione la taverna di casa. E lì è iniziato a succedere: mi si è spalancata una miniera davanti. C’era la casa piena di ventenni, per me era come raccogliere funghi nel bosco». Intendendo il carattere del padrone di casa, il gruppetto ha così iniziato a stuzzicarlo (vi ricordate le chiavi lasciate nel frizer?).
Dada è uno dei papà che funzionano di più sui social perché è troppo facile immedesimarsi nella sorte di Marcolino. E poi c’è quel modo di parlare, elegantemente colto, su cui però anche lui ci ha tenuto a precisare. «Sono un semplice geometra. Leggo alcuni commenti in cui mi dipingono come un genio per come mi esprimo. Ma io mi informo, mi interesso di tutto, guardo National Geographic, leggo Focus. Non sbaglio la sintassi, ovvio. Ma mica sono un genio».
Che lavoro fa Dada, ve lo siete mai chiesti? «Ho un negozio di coltivazione idroponica. Riduzione dell’impiego d’acqua al 90%. In posti come Israele e Giordania va per la maggiore». E le passioni? «Mi piace lavorare con le mani: meccanica, falegnameria. Adoro il fai-da-te e vorrei viaggiare nel deserto su un camper 4×4, ma mia moglie non è d’accordo». E poi c’è la musica. «Suono la batteria da 30 anni, la musica dovrebbe essere la passione di chiunque, è una compagna fedele».
Con mille passioni, tante cose da fare e audio infiniti (il più lungo ha toccato i 20 minuti), Dada riesce pure a fare l’amministratore delle sue pagine social? Macché, a quelle ci pensa Marcolino. «Non ho l’esatta percezione di questa cosa – ci ha confidato Davide -. La percezione più autentica c’è l’ha mio figlio».
Tirato in causa eccolo pronto a onorare il padre: «Dal terzo giorno ho capito che questi video potevano trasformarsi in qualcosa di virale. Mio papà è famoso già da molti anni, solo che non si sapeva. Il primo video, quello che ho pubblicato un po’ alticcio, ha fatto mezzo milione di views in una notte». Una coppia che lavora alla grande, con un’evidente gerarchia. «Cura tutto lui – ha detto Davide – io registro l’audio e faccio la foto. Mi ha regalato pure un cellulare nuovo. E mi ha pure imposto dei paletti, creandomi non pochi problemi: mi dice che gli audio devono durare massimo due minuti…».
Per chiudere (con somma tristezza) l’intervista ci siamo separati da Dada chiedendo un consiglio. Anche se è la Festa del papà possiamo dare un suggerimento spassionato ai colleghi genitori? «Spesso trasformiamo i figli nelle migliori persone che vorremmo diventassero. Lo so che lo facciamo in buona fede, ma bisogna anzitutto ascoltarli. Quando Marcolino ha iniziato a lavorare io e sua madre non comprendevamo proprio di cosa si occupasse. Ma ci credeva talmente tanto che lo abbiamo lasciato fare. Questo lo ha fatto entrare in un giro di persone sane, che occupano le giornate costruendo. I figli, anzitutto, bisogna ascoltarli. Perché non sono un nostro prolungamento». Ora potete commuovervi, papà.