Ad esempio c’è il salmone coltivato. Così evitiamo di mangiarci le microplastiche
Quando cacciava cuccioli di squalo con un misero coltello, i villeggianti ribelli lo hanno acclamato nuovo idolo dell’isola. Ma quello era un film, “The Beach”, in cui il giovanissimo Leonardo DiCaprio faceva la parte del ragazzo inquieto, in cerca del proprio posto nel mondo. Nella realtà, la star di Hollywood è proprio sul cibo che dà battaglia, ma dalla parte dell’ambiente. L’attore è infatti tra i personaggi pubblici più attenti e sensibili al cambiamento climatico. Dopo aver investito in Aleph Farm e in Mosa Meat, startup che stanno lavorando sul fronte della carne sintetica, ha investito in aziende che si occupano del segmento dell’alternative seafood. In un momento in cui in Italia il dibattito sulla carne sintetica è diventato caso politico impugnato dal governo – deciso a tutelare le eccellenze del paese – parlare di pesce sintetico potrebbe essere come sale sulle ferite per alcuni puristi.
In realtà sono diverse le startup che stanno lavorando sul pesce sintetico. Ad esempio Wildtype, nel febbraio 2022, ha chiuso un round Serie B da 100 milioni di dollari al quale ha partecipato anche Leonardo DiCaprio insieme al collega Robert Downey Jr. Di cosa si occupa questa azienda innovativa? Wildtype, con sede a San Francisco, si occupa di coltivare salmone partendo dalle cellule del pesce. «Grazie alla coltivazione di frutti di mare direttamente dalle cellule, ora abbiamo la possibilità di coltivare salmone e altri frutti di mare genuini senza dover ricorrere a pesci selvatici o d’allevamento», spiegano sul loro sito.
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E non sono i soli. C’è anche BlueFood, di stanza a San Diego, che lavora sulle cellule per ridurre lo sfruttamento nel settore della pesca. Molto lontano dall’essere diffuso, il pesce sintetico potrebbe essere una soluzione anche in termini di salute, oltre che di tutela dell’ambiente. Così come per la carne, il cibo creato il laboratorio passerebbe maggiori controlli. Sapendo che il pesce che mangiamo è contaminato dalla microplastica che ingeriamo inconsapevolmente, le prospettive di queste startup ci suggeriscono un futuro in cui l’attenzione all’ambiente ha ricadute dirette pure sulla nostra salute.