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Cosa succede se metti insieme un’impresa agricola a trazione femminile condotta da quattro sorelle, impegnate nella produzione di cereali e legumi, e una startup innovativa che lavora nel campo delle biotecnologie vegetali? Il futuro sorride, migliora la fertilità dei terreni e l’agricoltura diventa più sostenibile.
Ranch Vito e Green Greener nel programma Basilicata Open Lab
Ranch Vito delle sorelle Simini è una società agricola specializzata nella produzione di cereali e legumi biologici. Green Greener si occupa di ricerca e sviluppo di prodotti e servizi nel campo delle biotecnologie vegetali, offrendo soluzioni biotecnologiche avanzate per biopesticidi e biostimolanti. Entrambe si sono candidate a Basilicata Open LAB, il programma per il sostegno all’innovazione ed all’imprenditoria della Regione ed hanno partecipato al percorso di co-innovazione tra startup e aziende lucane, supportato da Joule, la scuola di Eni per l’impresa e dal suo partner PoliHub. La qualità dei progetti è valsa l’assegnazione dei Co-Innovation Award e ora Ranch Vito e Green Greener condurranno una sperimentazione per valutare l’efficacia del biostimolante GG1 nel migliorare la resa delle piantagioni coltivate in biologico, in risposta alle sfide del cambiamento climatico. Un lavoro congiunto che si propone di raccogliere dati sulla potenzialità delle strategie biotecnologiche avanzate nell’agricoltura sostenibile.
Ma dietro ai premi e ai successi ci sono le storie prima di tutto, fatte di persone, ambizioni, sacrifici e progetti: un’azienda resiliente come Ranch Vito, diretta da donne lucane. Le loro esperienze di studio e lavoro nel mondo arricchiscono il loro percorso. Grazie al forte legame che le unisce e all’amore per la Basilicata, loro terra d’origine e sede della loro azienda agricola, riescono a collaborare efficacemente, dedicandosi ad un’agricoltura rispettosa dell’ambiente. Green Greener è una startup lucana che fa della resilienza la propria cifra distintiva, studiando soluzioni tecnologicamente avanzatissime in grado di proteggere i prodotti agricoli dalla spietatezza della siccità e dei cambiamenti climatici. Due realtà interamente lucane (Basilicata Open LAB è aperto a startup di tutta Italia, ma solo in questo caso l’abbinamento è avvenuto tra due realtà nate e cresciute in Basilicata) che abbinando biotecnologie, competenza ed empowerment femminile, contribuiscono al futuro di una agricoltura fertile, resistente e sostenibile.
Empowerment femminile e biotecnologie per un’agricoltura sostenibile
La spinta all’innovazione si aggrega attorno a un problema attualissimo: produrre in regime biologico in un contesto ostile, caratterizzato dagli effetti del cambiamento climatico. «L’alternanza della siccità alla piovosità ha caratterizzato il clima negli ultimi anni in Basilicata, rendendo difficilissima la produzione biologica – commenta Carmen Simini, che insieme alle sorelle Angelica, Francesca, Antonella guidano Ranch Vito, con il supporto e l’esperienza della madre –. Abbiamo introdotto nuove colture più resistenti, insieme alle rotazioni tra cereali e legumi. Grazie alla sperimentazione prevista nel contesto del co-innovation award di Basilicata Open Lab, a questa strategia si affiancherà l’impiego sperimentale dei biostimolanti di Green Greener, utili per aumentare la resistenza delle piante».
Oggi Ranch Vito è un’azienda giovane, innovativa dal volto tutto femminile: Carmen, Angelica, Francesca, Antonella sono imprenditrici giovanissime, con età dai 24 ai 29 anni, ma con esperienze internazionali e studi solidi alle spalle. Tutto iniziò nel secolo scorso, grazie al nonno.
«Tutto iniziò negli anni ’50 quando mio nonno avviò l’azienda, che poi è cresciuta sotto la guida di mio padre Vito. Dopo la sua scomparsa, abbiamo portato avanti l’azienda, continuando il suo approccio innovativo e attento – spiega Carmen Simini –. Negli ultimi anni abbiamo convertito Ranch Vito in azienda biologica, introducendo un sistema di rotazioni colturali per migliorare naturalmente la fertilità dei terreni e la qualità del raccolto. Successivamente, abbiamo iniziato a vendere i nostri prodotti direttamente ai consumatori finali anche tramite e-commerce. Ci dedichiamo costantemente alla ricerca e siamo aperte a collaborazioni con tutti coloro che si impegnano a mitigare gli impatti del cambiamento climatico sull’agricoltura».
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«Green Greener è nata dalle attività di studio e ricerca in ambito pubblico e privato – commenta il Founder, Egidio Stigliano che insieme al co-founder Gian Pietro Sansebastiano, la CTO Chiara Anglana e il CEO Fabrizio Barozzi, formano il team di Green Greener -. L’idea di trasferirsi in Basilicata è arrivata quando lavoravo in Inghilterra, testando diverse combinazioni di biostimolanti per migliorare la resistenza delle piante. Mi sono chiesto: perché non spostare la nostra attività in Basilicata? Così ho accettato la sfida per cambiare il destino di aree rurali depresse nel Mezzogiorno d’Italia. Abbiamo selezionato e studiato dei muschi con i quali produrre le biotecnologie che possono rendere le piante più resistenti; è stato un percorso lungo e complesso ma è l’esempio di come la scienza possa offrire soluzioni concrete all’impatto del cambiamento climatico e dello stress idrico. Lavorando insieme alle sorelle Simini, potremo sperimentare le nostre biotecnologie su colture nuove, trovando soluzioni che in futuro potrebbero essere utili a tutte le aziende agricole».
La forza di un buon progetto nasce dalla capacità di collaborare in situazioni complesse. Una forza che si diffonde grazie a iniziative come Basilicata Open LAB, con effetti positivi sull’occupazione e l’innovazione sul territorio lucano. Creare un ecosistema innovativo attrattivo in Basilicata per generare soluzioni che una volta brevettate potranno essere adottate da tutte le aziende agricole. L’agricoltura è una sola, uguale per tutti, ma i suoi problemi sono tanti; la forza degli effetti avversi del cambiamento climatico è dirompente, perciò è necessario fare sistema, unire la tradizione con l’innovazione per raggiungere soluzioni tecnologiche innovative per l’agricoltura industrializzata.