Tappa a Courmayeur, nel piccolo paese tra le Alpi gettonatissimo dai turisti, alla scoperta di un progetto che vuole affrontare i temi del cambiamento climatico, economico e sociale coinvolgendo giovanissimi, startupper e ricercatori
Sotto il gigante delle Alpi, in una delle località turistiche più famose d’Italia, a Courmayeur, ha da poco aperto le porte la Biblioteca Digitale delle Montagne. Tra le nevi ai piedi delle Alpi, il Courmayeur Climate Hub, finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU nell’ambito del PNRR, assieme alla Fondazione Courmayeur Mont Blanc e con il supporto del Comune e di una serie di partner hanno dato vita alla nuova biblioteca, pensata come uno strumento in più a disposizione di ricercatori, studenti e cittadini per scoprire più a fondo i grandi cambiamenti climatici che interessano la zona. L’iniziativa fa parte di un percorso di sviluppo partecipato che accompagnerà la nota località fino al 2026.
Qui, a farci da guida, ci sono Marco Riva, coordinatore del Courmayeur Climate Hub – PNRR, Fondazione Giacomo Brodolini e Roberto Ruffier, di Fondazione Courmayeur Mont Blanc.
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La Biblioteca Digitale delle Montagne
«L’idea della Biblioteca Digitale delle Montagne è soltanto una delle fasi del progetto – racconta Marco Riva – Ci troviamo ai piedi del Monte Bianco, in un comune di pochi residenti che però nelle stagioni invernali ed estive arriva ad ospitare anche 30mila persone. Grazie al PNRR, con la vittoria di un bando da 1 milione e 600mila euro, abbiamo presentato una strategia territoriale lavorando sulle prospettive future che agganciano il tema del cambiamento climatico. Qui il ghiacciaio si sta sciogliendo sulla testa del Comune, e sono tanti coloro che studiano gli effetti potenziali di questo enorme cambiamento che interesserà la località nei prossimi anni».
Grazie alla collaborazione tra il Comune, la Fondazione Brodolini e Courmayeur Mont Blanc e il Courmayeur Climate Hub, nel polo di studio si affronta il tema del contrasto al cambiamento climatico che qui è vissuto in modo particolarmente evidente. «La Biblioteca Digitale delle Montagne è nata con l’intento di digitalizzare un grande patrimonio che avevamo a disposizione ma di cui in pochi ne usufruivano – spiega Roberto Ruffier – In particolar modo qui vogliamo attrarre i ragazzi anche con la possibilità di poter consultare i testi in formato digitale da remoto, fornendogli dei quaderni online che non siano solo l’edizione .pdf di uno stampato ma che nascano per essere consultati e per consentire ricerche avanzate».
Il grande problema che qui si riscontra, secondo quanto spiega Roberto a StartupItalia, è proprio la mancanza di attenzione da parte dei giovani, una generazione che sembra viaggiare a due velocità: «Se si trovano davanti a un prodotto che è pensato come un piccolo sito, che permette di navigare tra singole schede che scorrono molto più velocemente delle pagine di un libro, allora sono più interessati. Ma ci sono sempre due velocità: chi è curioso e ha interesse a imparare e chi invece resta un po’ reticente. Ma crediamo che questo sia il canale giusto per provare a superare un po’ quel muro che si è creato rispetto al libro cartaceo». La sfida, però, è ardua. «Al momento devo dire in tutta onestà che non abbiamo ottenuto grandi risultati da parte dei ragazzi ma a essersi interessati sono soprattutto i ricercatori – spiega Roberto – Proprio in questa ottica stiamo facendo molte iniziative con gli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori: oltre a diverse visite guidate gli abbiamo dato l’opportunità di seguire una sorta di lezione universitaria incentrata sui cambiamenti climatici, economici e sulle opportunità per le nuove generazioni. Credo che gli si debbano fornire sempre più stimoli e chiavi di lettura per un mondo molto complesso».
Una Courmayer sempre più tech
«Buona parte delle risorse che ci sono state messe a disposizione del PNRR saranno destinate alla ristrutturazione del Courmayeur Climate Hub, con la creazione di un vero e proprio laboratorio sociale dedicato alla sostenibilità e al networking che parte dalla riqualificazione dell’ex Hotel Ange e dei suoi affreschi ottocenteschi e si arricchisce di attività culturali inerenti, appunto, al tema della sostenibilità, della rivitalizzazione del borgo in ambito social e culturale, della digitalizzazione dei servizi turistici, oltre alla promozione di eventi legati all’adattamento ai cambiamenti climatici e all’attrazione di stakeholder», spiega Marco. L’ex Hotel Ange un tempo era un luogo molto importante: è stato il primo di Courmayeur dove hanno soggiornato alcuni reali e al suo interno ci sono dipinti murali di particolare pregio. «La ristrutturazione è già in corso, così come il recupero di questi dipinti – racconta Marco – Si tratta di uno spazio che si trova al centro della località ed è ben posizionato nel cuore del turismo europeo. Collateralmente abbiamo già organizzato una serie di progetti in merito al cambiamento climatico mettendo in piedi le condizioni per poter godere della bellezza della montagna come spazio vitale».
Il progetto è destinato a un target molto ampio: «Parte dai bambini delle scuole elementari e lavora proprio con le istituzioni scolastiche del territorio per far scoprire le professioni del futuro della montagna e i macrotrend che ci riguarderanno da vicino». In quest’ottica è già stato lanciato un hackathon di 24 ore incentrato su progetti innovativi in 3 ambiti: quello della gestione rifiuti, dell’acqua e dei trasporti. All’iniziativa hanno partecipato 150 ragazzi, non solo della zona ma anche della Valle D’Aosta e di altre regioni d’Italia. «Sono stati premiati 4 progetti che hanno vinto un percorso di accelerazione – racconta Marco – Speriamo che possano diventare delle startup: uno dei team sta per lanciare un crowdfunding».
Il macroprogetto del Courmayeur Hub
A livello territoriale, inoltre, è previsto il lancio, a novembre 2024, di una residency destinata ai massimi esperti al mondo di cambiamento climatico che alloggeranno una settimana a Courmayeur. «Il progetto è stato possibile grazie al contributo della Fondazione “Montagna Sicura”, e stiamo ingaggiando i massimi esperti al mondo che poi torneranno qui anche nel ’25 per approfondire momenti di studio e di confronto con l’idea di elaborare un paper sul macrotema del cambiamento climatico», racconta Marco Riva.
Il Courmayeur Climate Hub punta a diventare un punto di riferimento a livello internazionale. «Vogliamo lavorare con innovatori di tutte le fasce di età: dai giovani studenti agli startupper fino agli scienziati, per diventare la capitale dell’adattamento ai cambiamenti climatici – spiega Marco – Fondazione Brodolini da 50 anni lavora sui temi del lavoro e dell’innovazione con hub in tutta Italia e, oltre a gestire lo spazio di Innovit a San Francisco, in Val D’Aosta gestiamo incubatori di impresa dal 2017». Anche Roberto Ruffier è del parere che nell’Hub di Courmayeur si debba mantenere una visione locale e nazionale sui temi della stretta attualità lavorando con le istituzioni e le PMI senza perdere quella matrice internazionale che lo contraddistingue. «Pensiamo anche a un’apertura internazionale su altri mercati e altri temi – spiega Roberto – Per questo, anni fa, è nato l’Osservatorio sul sistema montagna, con l’intento di mantenere un collegamento sulla visione più internazionale e macro e quella che è la realtà territoriale nella quale si intersecano».
La sinergia con la Valle D’Aosta
Tra il Courmayeur Climate Hub e i centri dell’innovazione valdostani si è creata una sinergia vincente che va avanti da anni. «I due incubatori valdostani, ad Aosta e Pont-Saint-Martin, hanno attratto 24 startup che lavorano sui temi del digitale, del green e su settori legati all’economia locale – conclude Marco Riva – Questa bella sinergia che si è creata permette di attrarre giovani talenti con la speranza che anche dopo aver terminato i proprio percorsi di studio qui possano tornare a portare la propria expertise acquisita». E tra i progetti in cantiere c’è anche quello della costruzione di un Atlante dell’architettura della Valle D’Aosta. Un ecosistema interregionale vivo e pronto ad accogliere giovani menti brillanti tra le nevi più bianche d’Italia.