Come essere esaustivi e convincenti in un pitch di pochi minuti dinanzi a una platea di colleghi, business angels, investitori? Come giocarsi al meglio le proprie carte? E quale è la formula migliore da adottare per raggiungere il risultato atteso? Questo nuovo appuntamento con “Il glossario dello startupper” va alla scoperta della costruzione di un pitch (quasi) perfetto. Consigli che possono essere di aiuto non solo agli addetti ai lavori ma a chiunque voglia presentare un’idea a una platea variegata.
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Che cos’è un pitch
Anzitutto chiariamo che cosa significa “fare un pitch”. Nel vocabolario dello startupper, un “pitch” è una presentazione di pochi minuti (a volte addirittura di 30 secondi) in cui si cerca di esporre la mission e la vision della propria idea/progetto/azienda in modo chiaro e convincente per chi sta ascoltando. L’obiettivo finale è quello di riuscire a convincere potenziali investitori, business angels, venture capitalist o altri soggetti interessati della validità del proprio lavoro, con l’idea di raccogliere capitali. Un pitch per startup, per essere efficace e di successo, deve seguire una serie di regole fondamentali che elenchiamo di seguito.
La struttura di un pitch
Durante la presentazione, generalmente, l’oratore è accompagnato da slides o video, al fine di rendere i contenuti ancora più chiari per gli ascoltatori. Generalmente un pitch segue questa struttura:
- Presentazione del problema e della soluzione:
- Mercato di riferimento e dimensioni;
- Competitor;
- Business model;
- Team;
- Obiettivi;
- In certi casi, richiesta di finanziamento.
Consigli per un pitch di successo
Per rendere la propria presentazione accattivante ed evitare di annoiare la platea, lo startupper deve seguire una serie di principi. Tra questi:
- Essere se stessi e non farsi intimorire;
- Credere sempre in quello che si dice ed esporlo con chiarezza;
- Spesso è efficace iniziare raccontando un’esperienza personale;
- Calcolare esattamente i tempi di esposizione: più si è concisi, meglio è;
- Tenere sempre d’occhio l’interlocutore al fine di entrare in empatia senza, però, forzare questo processo (altrimenti si ottiene il risultato opposto);
- Prepararsi sempre a rispondere a domande complesse, soprattutto se di natura legale.
Cose da non fare in un pitch
Di seguito elenchiamo alcuni consigli per evitare una serie di errori comuni in cui spesso incappano le startup durante i pitch:
- Non iniziare mai con la classica frase “Siamo la prima startup a..” ed evitare preamboli che per forza di cose tendono a essere sempre simili: chi vi ascolta vuole fatti;
- Non fare affermazioni che non possono essere agevolmente dimostrate;
- Non vestirsi eleganti se si è abituati al casual. Indossare quello che si mette abitualmente per essere a proprio agio;
- Non alzare il tono della voce e ascoltare con attenzione l’interlocutore senza interromperlo;
- Non sminuire mai le osservazioni del – o degli – interlocutore/i;
- Non offendersi e non prendersela a male qualora ci fossero interventi sulla fattibilità del progetto. Piuttosto, usare con saggezza l’ironia di fronte a interlocutori provocatori.
Per questa nuova tappa con “Il glossario dello startupper” è tutto, restate connessi e non perdetevi la prossima!