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La quarta puntata di Born Digital Connect è dedicata alla creazione di valore in azienda mediante l’adozione di una cultura che sposa i principi di Diversità, Equità e Inclusione.
Dopo avere trattato le dinamiche e gli approcci che permettono alle realtà Digital Native (e non solo) di scalare il business in modo flessibile e veloce, la prossima puntata di Born Digital Connect, la content series di StartupItalia powered by Google Cloud Italia – in programma il 15 giugno alle 17:30 – sarà dedicata alla cultura D.E.I.. Diversity, Equity, Inclusion sono temi di grande attualità, che riguardano politiche, pratiche e comportamenti adottati dall’impresa a favore della comunità in cui opera, oltre che dell’impresa stessa. Come per i precedenti incontri, è prevista la partecipazione attiva di 20 CEO, Founder e C-Level di alcune delle più innovative realtà imprenditoriali italiane.
La cultura D.E.I.
Cosa significa, nei fatti, l’acronimo D.E.I.? Parliamo di una forma di responsabilità volontaria sempre più diffusa all’interno delle imprese, che tornano a mettere al centro il capitale umano con politiche sempre più complete a favore di diversità, equità e inclusione che, secondo Chiara Garofoli, Senior Legal Counsel e #IamRemarkable Site Lead per Google Italy “sono valori imprescindibili, che si traducono in vantaggi concreti anche per il business”. La scala, ovvero le dimensioni aziendali, non conta: tutte le imprese possono trarre vantaggi. “Se le grandi aziende sviluppano programmi e iniziative per favorire lo sviluppo della cultura D.E.I., le start-up hanno un vantaggio: possono improntare fin dall’inizio il loro modello d’impresa e di business sull’inclusione e diventare modelli virtuosi per la società”.
La forza lavoro mondiale è tuttora prevalentemente maschile e il Gender Divide – che include anche le diversità a livello salariale -, è tanto più marcato quanto più si sale verso posizioni di leadership. Qualcosa, però, si sta muovendo: nelle aziende della lista di Fortune 500 si è raggiunto il numero di CEO donne più alto di sempre, 37 su 500, mentre si vanno diffondendo tra le aziende strumenti come la certificazione della parità di genere.
Tuttavia, nonostante un progressivo miglioramento a livello globale in merito alla rappresentanza di genere, in Italia il 31% delle donne afferma che la mancanza di quote di genere nell’industria tecnologica non le invoglia ad approcciarsi al settore.
Come intervenire, se possibile, all’origine per evitare che il Gender Divide caratterizzi anche i settori in cui più facilmente si creeranno i lavori del futuro? L’aumento dei programmi volti ad avvicinare le bambine al mondo delle materie STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) va proprio in questa direzione: l’empowerment si sviluppa se si inizia presto a parlarne, perché nessuna bambina di oggi deve credere che ci siano tipologie di lavoro per cui non sia “portata”.
Secondo Chiara Brughera, Managing Director di SheTech, “c’è ancora molto lavoro da fare per rendere il settore tech e STEM più inclusivo, sia in Italia che all’estero” e tutti possiamo contribuire a portare cambiamento nel settore, ad esempio, “facendo rete, creando consapevolezza, portando alla luce storie di role-model e puntando alla formazione continua, anche delle giovani generazioni”. In Italia, ad oggi, solo il 18% delle ragazze iscritte all’università frequenta una facoltà STEM.
Dello stesso avviso è Marina Verderajme, neoeletta Presidente Nazionale di GIDP-HRDA Gruppo Intersettoriale Direttori Del Personale, che snocciola numeri che fotografano una situazione ancora tinta di azzurro: con solo il 50% delle donne occupate, l’Italia è fanalino di coda in Europa per quanto riguarda l’occupazione femminile e si posiziona al 76° posto della classifica Global Gender Gap. “Il primo elemento su cui occorre lavorare”, dichiara la manager “è di tipo socio-culturale: le donne italiane, sono tuttora in prima linea nella gestione di casa, figli, genitori e anziani e faticano a trovare il tempo e lo spazio per conciliare famiglia e carriera. Per abbattere gli stereotipi e il gender divide è necessario modificare la cultura e investire in formazione: spesso, le donne che raggiungono posizioni apicali nel lavoro tendono ancora ad acquisire modalità comportamentali e stili di management tipicamente maschili”. Invece, diversi studi dimostrano come la diversità – se accompagnata da vera inclusione – generi ricchezza e porti maggiori risultati economico-finanziari, oltre a favorire maggiore creatività e rapidità di adeguamento ai cambiamenti della società.
Condividere le esperienze
Quando si parla di empowerment e leadership femminile, tuttavia, non è sufficiente coinvolgere l’universo femminile: lo sviluppo e la crescita di una vera cultura dell’inclusione è imprescindibile dalla “co-partecipazione” dell’universo maschile. Così, si stanno diffondendo sempre più iniziative come In Her Shoes, un training dedicato agli uomini, in cui i partecipanti sono stimolati a considerare il tema dell’equità tra i generi mettendosi dalla parte delle donne.
È bene specificare, infatti, che la “E” di D.E.I. significa Equità, un concetto diverso da uguaglianza: oggi, l’obiettivo deve essere quello di dare a ciascuno lo strumento più adatto per competere alla pari con gli altri e non a tutti gli stessi strumenti. Per il datore di lavoro, significa un cambio di paradigma, ovvero cercare il profilo giusto e non più quello che manca.
Di questo e molto altro si discuterà nel corso della puntata del 15 giugno, anche con il contributo dell’illustratore Alessandro Ripane, che identificherà e riassumerà le parole chiave che più rappresentano i temi legati alla cultura D.E.I, nella visione dei 20 partecipanti alla quarta puntata. La word cloud che ne scaturirà sarà parte dei contenuti del white paper che presenteremo in occasione di StartupItalia Open Summit 2021.
Alla fine del ciclo di eventi StartupItalia e Google Cloud condivideranno dei documenti, o linee guida, a beneficio di tutto l’ecosistema imprenditoriale italiano per una ripartenza secondo principi e conoscenze condivisi per un’economia sempre più agevolata dall’innovazione.
Fino ad oggi hanno partecipato a Born Digital Connect i Brand e le aziende: 2watch, Abiby, ACBC, AppQuality, Azzurro Digitale, Beintoo, Big Profiles, BizAway, brandon Group, Bravosconto, Buzzoole, Datrix, Casavo, Chili, Codemotion, Docety, Epicura, Enerbrain, Evolvex, Exprivia, FILO, Foorban, Fresco Frigo, Gamenet Group, GLE HOLDING – GOLEE, Google, Illimity, Instal, JustBit, La Passione Cycling Couture, Lastminute, Mind The Gum, Marketers, Musement, Neosurance, Osteocom, Pigro, Planet Smart City, Restorative Neurotechnologies, Shopfully, Skinlabo, SOS Tariffe, Soisy, Spaggiari, Talent Garden.