Il nostro speciale dedicato ai centri media e alle agenzie di comunicazione questa volta tocca l’edutech. Marco Rosci, Chief Marketing & Sales Officer di Epicode, si occupa, attraverso il suo Istituto di Alta Formazione Tecnologica, di unire il metodo pratico dell’e-learning e dell’education in connessione con le aziende. Un modello di business che porta avanti un duplice obiettivo: da un lato supportare giovani talenti che vogliono avviare o potenziare la propria carriera nel tech, e da un altro fornire alle aziende i profili IT necessari ad affrontare la faticosa trasformazione tecnologica.

Epicode di che cosa si occupa precisamente?
Epicode Institute of Technology è un istituto di alta formazione tecnologica nato per rispondere a un’esigenza molto concreta: preparare le persone e le aziende ad affrontare le enormi sfide di competenze, tecnologia e lavoro nell’epoca della rivoluzione industriale e culturale più impattante della storia. Lo facciamo attraverso la formazione. Da un lato, con percorsi di livello universitario come lauree triennali e magistrali, che offrono una base multidisciplinare e strutturata. Dall’altro, con soluzioni più verticali e pratiche, come i bootcamp e i master. Epicode ha raffinato il suo modello proprio beneficiando dell’integrazione di questi due modelli, offrendo percorsi che uniscono rigore accademico, una fortissima componente pratica e la connessione con le aziende. Il nostro obiettivo è duplice: da un lato dare forte spendibilità a giovani talenti che vogliono avviare o potenziare la carriera in ambito tech, e dall’altra fornendo alle aziende i profili IT necessari ad affrontare la faticosa trasformazione tecnologica, e come sappiamo soprattutto in Italia c’è ancora tanto da fare.
Come pensate di portare a casa questi obiettivi?
Viviamo in un’epoca in cui l’accesso alle tecnologie non è più un vantaggio competitivo, ma una condizione di base. Il nostro obiettivo non è solo insegnare coding, data analysis e sicurezza informatica, ma rendere le persone capaci di inserirsi in contesti professionali reali e in mutamento. Per farlo serve un approccio centrato sull’apprendimento esperienziale, sulla relazione con chi lavora nel settore e sempre di più sull’Intelligenza artificiale come leva per personalizzare e accelerare la formazione. In fondo, oggi non basta più “sapere”: bisogna saper fare, saper collaborare, saper evolvere. Questo è il vero cuore della nostra visione.

In che modo collaborate con agenzie di comunicazione e centri media?
La collaborazione di Epicode con agenzie e centri media è costruita su una logica strategica e orientata alla performance, con una grande attenzione alla coerenza di messaggio e impatto. Per noi la comunicazione non è solo un canale per generare iscrizioni ma uno strumento per cambiare la percezione della formazione e del lavoro nel digitale. Collaboriamo con agenzie creative e media center per sviluppare campagne su canali digitali e non. Il tono è diverso per ogni target: ispirazionale e diretto per i giovani, più informativo e autorevole per i professionisti e le aziende. Le agenzie ci aiutano anche nella produzione di contenuti video nativi, storytelling degli studenti, funnel automatizzati, e nel testing continuo di nuovi approcci. Assieme alle agenzie creative e ai centri media co-progettiamo le strategie, sperimentiamo e cambiamo in corsa. Nonostante la forte crescita negli ultimi anni, vogliamo mantenere un’anima da startup tech, e chiediamo ai nostri partner di lavorare con la stessa velocità. Collaboriamo anche su progetti speciali a impatto sociale o campagne istituzionali per promuovere l’educazione digitale come diritto e opportunità per tutti. E spesso usiamo l’intelligenza artificiale anche nei flussi creativi e di analisi dati, per costruire campagne più smart, più mirate, più efficaci.
Marco, qual è il tuo background e come è nata Epicode?
Il mio percorso parte da studi economici e si è arricchito nel tempo di esperienze nel marketing, nel business e nell’education a livello internazionale. Dopo vari lavori all’estero e un importante ruolo da direttore del marketing e delle vendite in Rome Business School, sono entrato in un gruppo di consulenza IT in cui ho co-fondato un’agenzia marketing, toccando con mano le enormi difficoltà delle aziende italiane a reperire profili informatici. E proprio da quella consapevolezza da lì a poco sarebbe nata Epicode, facilitata dall’incontro con due soci dello spessore di Ivan Ranza e Claudio Vaccaro. L’idea è nata da un’intuizione semplice quanto potente: da un lato c’era un’enorme quantità di giovani e adulti bloccati in carriere che non li rispecchiavano più, o addirittura senza lavoro. Dall’altro, aziende alla ricerca disperata di talenti tech. Serviva una risposta veloce, concreta, di qualità. Così è nata Epicode, con un team mosso dalla convinzione che la formazione rappresenti sempre l’unico alleato solido e sostenibile del progresso. Abbiamo iniziato con il coding, poi siamo cresciuti con l’AI, i data, la cybersecurity, il digital marketing e, infine, i percorsi universitari. Oggi Epicode è un ecosistema formativo che abilita il cambiamento di carriera e il potenziamento professionale, grazie a un modello che unisce contenuti di qualità, community, supporto costante e ora anche l’intelligenza artificiale.

Qual è l’approccio che avete con l’AI?
Per noi l’Intelligenza artificiale non è una moda, è una rivoluzione strutturale. L’abbiamo integrata nel nostro modello formativo, nel nostro modo di lavorare e nella nostra visione. L’approccio è chiaro: usare l’AI per creare esperienze educative personalizzate, accessibili e trasformative, senza sostituire il ruolo umano, ma esaltandolo. L’ AI ci permette di rendere ogni percorso di studio su misura, generare feedback immediati, proporre contenuti dinamici, monitorare i progressi in tempo reale. Ma non solo: ci consentirà presto di adattare il ritmo, il formato e la complessità del contenuto al singolo studente. Abbiamo lanciato strumenti come EpiCopilot per la preparazione ai colloqui di lavoro e agli esami, sistemi di tutor AI che affiancano lo studente 24/7, e stiamo portando sul mercato Microlearn, una piattaforma B2B per la formazione aziendale interamente guidata dall’intelligenza artificiale. Nella nostra visione, l’Intelligenza artificiale permette di scalare e aumentare la personalizzazione: due concetti fino a oggi antitetici che ora possono, invece, coesistere. E ci aiuta anche ad accelerare l’apprendimento stesso, creando modelli adattivi, percorsi su competenze-obiettivi, e micro-learning automatizzati. Il nostro sogno è creare una learning experience in cui ogni studente sente che il sistema lo conosce, lo ascolta e lo aiuta ad arrivare dove vuole. In fondo, è questa la vera rivoluzione
Come differenziate, a grandi linee, le vostre strategie tech rispetto ai differenti target?
La nostra offerta formativa nasce dalla consapevolezza che l’apprendimento oggi non può più essere uniforme né lineare. In un contesto in cui le carriere sono sempre più frammentate, stratificate e soggette a cambiamenti, Epicode ha costruito un sistema didattico flessibile, modulare e progressivo, in grado di rispondere in modo differenziato ai bisogni reali delle persone. A seconda del profilo dello studente adattiamo non solo i contenuti, ma la struttura, la tecnologia e la filosofia del percorso. Un caso emblematico è quello dei nostri corsi di laurea, pensati anche per professionisti desiderosi di ottenere un titolo accademico riconosciuto e spendibile a livello europeo. Si tratta di percorsi flessibili ma rigorosi, costruiti per essere compatibili con un impiego a tempo pieno, grazie a una struttura 100% online, contenuti fruibili on demand, mentorship asincrona, valutazioni progressive e un carico di studio ottimizzato. Il valore distintivo non è solo l’erogazione digitale, ma l’integrazione tra formazione accademica, pratica professionale e orientamento al lavoro. Le lezioni teoriche sono sempre accompagnate da laboratori, esercitazioni, progetti in gruppo e challenge su casi reali. L’approccio metodologico parte da una domanda: “Come può una persona che lavora cambiare o potenziare la propria carriera, studiando in modo efficace e duraturo?”. Diverso ancora è il modello dei nostri master: percorsi da 3 a 6 mesi, full-time o part-time, nati per chi vuole fare un reskilling rapido e completo. Qui il target è più eterogeneo (spesso si tratta di persone in fase di transizione professionale) e l’approccio più immersivo, con un carico orario importante (anche 1000 ore in 6 mesi), forte componente pratica, project work continui e simulazioni lavorative. L’obiettivo è formare figure “job ready” in tempi rapidi, in ambiti come sviluppo web, data analysis, AI, cybersecurity.
Accanto a questi due pilastri, Epicode ha sviluppato una terza modalità: percorsi on demand modulari. Si tratta di micro-corsi, certificazioni, learning path flessibili pensati per lavoratori che non cercano un titolo accademico ma vogliono aggiornare specifiche competenze digitali, magari integrando strumenti di AI, data literacy, cloud o project management. In questi casi, la tecnologia gioca un ruolo ancora più centrale: utilizziamo modelli AI per personalizzare l’esperienza, suggerire contenuti, adattare i quiz e fornire tutoraggio automatizzato.
Infine, per il mondo business, costruiamo soluzioni su misura, ma con una nuova frontiera: la personalizzazione non più solo a livello aziendale, ma individuale. Grazie a dashboard analitiche e Intelligenza artificiale, ogni dipendente può accedere a un percorso formativo realmente adattato al proprio livello, ruolo, e obiettivi.

Quali potrebbero essere le applicazioni future dell’AI nel vostro settore?
L’intelligenza artificiale non sostituirà l’apprendimento, ma lo trasformerà radicalmente. Immaginiamo un contesto dove ogni studente riceve il contenuto giusto, al momento giusto, nel formato più adatto a lui. Un contesto dove l’AI non è solo uno strumento, ma un compagno di studio attivo. Tutto questo non elimina il valore umano, anzi: lo esalta, perché se l’AI si occupa della parte ripetitiva e standardizzata, gli insegnanti possono concentrarsi sulla parte più complessa e preziosa: l’ascolto, la motivazione, l’orientamento. La vera domanda non è più “cosa insegniamo”, ma “come aiutiamo ogni persona a sprigionare il proprio potenziale nel modo più efficace, continuo e personalizzato possibile”. L’AI ci dà finalmente gli strumenti per farlo su larga scala, senza sacrificare la qualità, anzi elevandola ma solo se avremo il coraggio di ripensare davvero la formazione, non come trasmissione di contenuti, ma come esperienza trasformativa in cui tecnologia e umanità non si escludono ma si potenziano a vicenda.