«Il fondo farà tre cose. Primo, potrà intervenire come garanzia per i progetti che non hanno accesso al finanziamento attraverso le banche e il sistema finanziario tradizionale. Secondo, aiuterà i ricercatori e le startup innovative a crescere. Terzo, aiuterà le scaleup». In un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera di oggi, 12 dicembre, il vicepresidente della Commissione Europea per la Prosperità e la Strategia Industriale, Stéphane Séjourné, ha parlato della proposta di un veicolo per la competitività da 50 miliardi di euro che si ispira anche agli spunti contenuti nel rapporto Draghi presentato nei mesi scorsi.
Fondo Ue per la competitività: chi lo finanzierà?
Anzitutto per il vicepresidente della Commissione Ue Séjourné sarà cruciale aumentare la quota per le politiche legate alla competitività nel prossimo bilancio dell’Unione Europea. «Ora vale solo il 15%». Per finanziare questo fondo di sviluppo dell’ecosistema dell’innovazione del Vecchio continente la Commissione di Ursula von der Leyen guarda anche ai risparmi privati europei.
«Nel breve termine – ha aggiunto Séjourné – vogliamo liberare il denaro che oggi dorme in circa cinquanta fondi Ue, che hanno scopi molto diversi: li vogliamo semplificare. Poi c’è la Banca europea per gli investimenti. Semplificando si potrebbero mobilitare fino a 50 miliardi di euro».
Nell’intervista si è parlato anche della difficile situazione dell’industria automotive in Europa, ambito dove l’innovazione legata ai chip, ai software e all’AI gioca un ruolo fondamentale. Il rappresentante della Commissione ha spiegato che per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità le intenzioni di Bruxelles non sono quelle di rivedere i target, ma di essere d’altra parte pragmatici sul tema delle multe per i produttori che non riusciranno a rispettarli.