France Digitale Day, evento che si è tenuto in Francia, è la dimostrazione di quanto Parigi sia propensa a investire e credere nel potenziale delle startup
La settimana scorsa a Parigi si è tenuto il France Digitale Day, appuntamento centrale nella vita dell’ecosistema innovativo d’Oltralpe ed emblema della distanza che in questo settore ancora separa l’Italia dalla Francia.
L’iniziativa è stata allo stesso tempo un’occasione d’incontro tra investitori e startup, un pensatoio dal quale sono emerse interessanti idee sia legate al business che alle policies di settore, un momento di confronto con i tanti rappresentanti delle istituzioni che hanno avvertito la necessità di esserci e, naturalmente, la vetrina di uno degli ecosistemi innovativi più in salute a livello europeo.
Un paio di giorni prima del France Digitale Day, tre startup francesi (Sorare, Mirakl e Vestiaire Collective) avevano annunciato una raccolta totale di poco inferiore a 1,5 miliardi di dollari, vale a direi più del doppio di ciò che è stato investito in startup e PMI innovative italiane nella prima metà del 2021 o nell’intero 2020. Una distanza abissale, che troppo spesso in Italia si dà ormai per naturale e scontata quando invece ci sarebbe la necessità di un balzo in avanti del settore, che anche nel biennio devastato dal Covid-19 ha dimostrato di creare lavoro (il 58% delle startup associate a VC Hub Italia hanno assunto fra il marzo 2020 e il maggio 2021) e ricchezza.
Negli stessi giorni, invece, in Italia stava continuando il dibattito ormai stantio sulla possibilità di prevedere la costituzione online di una società, e 400 milioni di euro che erano stato inizialmente assegnati alle imprese innovative dal DL Sostegni bis dello scorso maggio sono stati dirottati a Invitalia, con finalità che nulla hanno a che vedere con il supporto al settore dell’innovazione.
In Francia credono nel potenziale delle startup
Il fenomeno francese, ben esemplificato dalle 3.000 persone con background molto differenti presenti al France Digitale Day, non deriva da una maggiore capacità o propensione all’imprenditoria innovativa. Al contrario, pone le sue basi nella forza granitica di un ecosistema che riflette, discute e ha ben chiaro quale sia il potenziale del settore tecnologico e di come possa essere effettivamente messo al servizio della collettività, e lo riesce a comunicare con pragmatismo ed efficacia a istituzioni pubbliche a loro volta attente, ricettive e consapevoli del ruolo che l’innovazione può giocare per la società nel suo complesso.
United Tech of Europe 2021-Values, libro presentato in occasione del France Digitale Day, è una prova del tasso di maturità raggiunto dagli operatori della French Tech che pone le sue basi proprio sul valore aggiunto che le startup possono portare alla società nel suo complesso, riuscendo a coinvolgere la politica nella comune missione di migliorare l’economia del Paese.
L’Italia crede meno nelle startup
In Italia sembra ancora difficile convincere l’opinione pubblica e le istituzioni di quanto un maturo ecosistema innovativo possa essere importante non solo per la creazione di lavoro, ma anche per la costruzione di una nuova via sociale ed economica, inclusiva e attenta ai bisogni di tutti.
Il tempo passa velocemente, ed è necessario accelerare il passo per evitare di restare troppo indietro in una corsa che sta diventando sempre più globale e competitiva.