«Vogliamo sconfiggere il cancro nei prossimi 50 anni». A dirlo a StartupItalia è il team della techbio company Cure51, specializzata nell’analisi dei meccanismi biologici alla base dei processi di sopravvivenza di alcuni pazienti affetti da malattie rare. Recentemente la techbio company con sede a Parigi ha raccolto 15 milioni di euro in un round guidato da Sofinnova Partners con la partecipazione di Hitachi Ventures GmbH, Life Extension Ventures, Xavier Niel e Olivier Pomel, CEO e co-fondatore di Datadog. Il core team di questa realtà nata due anni fa da Nicolas Wolikow e Simon Istolainen, insieme a imprenditori esperti come Thomas Clozel, co-fondatore di Owkine, e a cinque centri oncologici di fama mondiale, conta 28 persone, ma è operativa in tutto il mondo con la collaborazione di medici oncologi e grazie a una fitta rete di partner scientifici che gli permettono di lavorare alla creazione del primo database clinico e molecolare globale di sopravvissuti al cancro. Abbiamo intercettato Nicolas e Simon per farci raccontare più nel dettaglio che cosa si aspettano di ottenere nei prossimi anni e quali traguardi vogliono raggiungere.
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Cure51, dove vuole arrivare
Fondata nel marzo 2022 da Nicolas Wolikow e Simon Istolainen, insieme a imprenditori esperti come Thomas Clozel, co-fondatore di Owkine, e a cinque centri oncologici di fama mondiale tra cui l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, l’Istituto Gustave Roussy di Parigi, il Centro Léon Bérard di Lione, la Charité Universitätsmedizin di Berlino e il Vall d’Hebron di Barcellona, sta lavorando alla creazione del primo database clinico e molecolare globale di sopravvissuti al cancro. «Si tratta di un settore di indagine unico che esplora i processi molecolari attraverso i quali alcuni pazienti oncologici sopravvivono più di quanto previsto dalle statistiche nonostante siano affetti da forme altamente aggressive della malattia – spiega il team – Questo è l’unico database del genere al mondo, è impossibile trovare qualcosa di simile prima d’ora. Attraverso questa metodologia, e con lo studio di una molteplicità di dati, possiamo scoprire perché alcuni pazienti hanno una prognosi straordinaria». Nel dettaglio, la società vuole mappare e comprendere questi meccanismi per fare in modo che ogni paziente possa diventare un sopravvissuto ‘eccezionale’ grazie ai contributi della medicina di precisione e alla scoperta di nuovi farmaci. Un ruolo chiave lo ricoprono le tecniche analitiche e le partnership che Cure51 ha saputo costruire con i principali centri oncologici del mondo.
L’analisi di Cure51 non si concentra tanto sui meccanismi della malattia, quanto sullo studio dei casi atipici, quegli individui che sfidano le statistiche e sopravvivono alle forme più aggressive di cancro, tra cui il cancro pancreatico in stadio metastatico e il glioblastoma.
Quando il network fa davvero la differenza
«La nostra sede è a Parigi, ma lavoriamo in 135 località di 56 Paesi. Stiamo collaborando con alcuni centri anche nei Paesi baltici, in Bulgaria, in oltre 10 ospedali in America Latina, negli Stati Uniti, in Canada, in Africa, in Asia e in vari territori africani e asiatici – raccontano Nicolas e Simon – Stiamo lavorando con ospedali in tutto il mondo ma dovremo espanderci ancora di altri. Più campioni abbiamo, maggiori sono le possibilità di scoprire cose mai viste prima». E in questo caso il network fa davvero la differenza.
Attraverso l’utilizzo della propria piattaforma di ricerca supportata dalla modellazione computazionale, Cure51 mira a comprendere i meccanismi biologici responsabili di questa sopravvivenza eccezionale, identificando e verificando gli obiettivi che possono agire su queste interazioni, nella direzione di terapie che operano con meccanismi diversi da quelli in uso fino a ora. Questa ricerca coinvolge l’uso di tutti i modelli pertinenti (in silico, in vitro, in vivo, ex vivo) e l’integrazione della letteratura esistente e dei database disponibili, insieme al coinvolgimento della comunità di esperti. Un lavoro che sarà finalizzato alla progettazione di nuovi farmaci.
I prossimi passi di Cure51
«Inizialmente ci siamo concentrati sui centri oncologici per assicurarci i campioni necessari per consentire la raccolta e l’importazione dei dati, ma non ci vogliamo fermare qui – raccontano Nicolas e Simon – Ad esempio, vorremmo lavorare anche sull’Alzheimer e su altri tipi di malattie con prognosi variabile. Tanto dipenderà dalle partnership che, via via, instaureremo». L’idea nasce da un fatto personale che accumuna i due co-founder: «Io e Simon abbiamo avuto il cancro, ma abbiamo risposto in modo diverso – racconta Nicolas – Oggi lavoriamo per riuscire a sconfiggere questa malattia nei prossimi 50 anni. E per far questo dobbiamo capire le cause che portano certi pazienti a reagire in modo straordinario. Puntiamo soprattutto sulle partnership che, per noi, sono il centro del nostro lavoro. Oggi abbiamo rapporti molto solidi, oltre che in Francia, in Europa. In particolare, in Italia, Germania e Spagna. Ma dobbiamo fare di più».