Elon Musk ha intensificato la sua disputa contro OpenAI e i suoi alleati accusandoli di pratiche anticoncorrenziali e di violazione delle leggi antitrust. Stando a quanto si apprende dal New York Times, che lo scorso anno ha citato in giudizio la società di Sam Altman, Musk avrebbe presentato un’istanza in tribunale, chiamando in causa anche Microsoft, partner strategico di OpenAI, e Reid Hoffman, membro del consiglio di amministrazione della multinazionale e in passato parte del board di OpenAI.
Leggi anche: Musk “ministro” dell’efficienza, perché Trump ha deciso di nominare il Ceo di Tesla a capo del DOGE
Musk vs OpenAI
L’istanza iniziale intentata da Musk, successivamente ritirata, poi rinnovata e ora ripresentata con modifiche, sostiene che OpenAI, fondata nel 2015 dal CEO di Tesla insieme a Sam Altman e Greg Brockman, abbia tradito i propri principi originari e violato il contratto di fondazione della società, anteponendo gli interessi commerciali al bene pubblico.
Secondo Musk, l’organizzazione, creata per sviluppare un’intelligenza artificiale sicura e a beneficio dell’umanità, avrebbe abbandonato questa missione entrando in una partnership multimiliardaria con Microsoft. Musk si è allontanato da OpenAI nel 2018 (a cui pare che seguì un tentativo di acquisizione), prima che venisse creata la partnership. Ma non solo, il CEO di Tesla contesta a OpenAI anche di essere colpevole di soffocare la concorrenza, incluso il nuovo progetto xAI e di impedire agli investitori di supportare aziende rivali. Musk denuncia anche uno scambio di informazioni sensibili tra OpenAI e Microsoft, reso possibile dai legami stretti tra le due aziende.
Microsoft, che ha investito oltre 13 miliardi di dollari in OpenAI, è accusata di aver favorito una posizione dominante nel mercato dell’AI, collaborando con OpenAI per eliminare i concorrenti. Reid Hoffman, cofondatore di LinkedIn e membro del consiglio di amministrazione di Microsoft, è accusato di conflitto d’interessi per aver ricoperto contemporaneamente ruoli chiave in entrambe le organizzazioni.
Secondo la denuncia, questa doppia appartenenza, sia di Hoffman che di Dee Templeton, un vicepresidente di Microsoft, avrebbe violato le leggi antitrust statunitensi, permettendo uno scambio di informazioni strategiche tra le due aziende. Come si legge nel testo legale: «La proibizione delle direzioni incrociate esiste per evitare la condivisione di informazioni competitivamente sensibili».
Un elemento chiave della nuova istanza è anche l’inclusione di Shivon Zilis come parte lesa. Ex membro del consiglio di amministrazione di OpenAI, Zilis ha sollevato più volte dubbi sulle pratiche dell’organizzazione, in particolare riguardo alla partnership con Microsoft. Ora dirigente di Neuralink, la start-up di Musk specializzata in neurotecnologia, Zilis è anche madre di tre figli di Musk e avrebbe lasciato OpenAI lo scorso anno proprio per le divergenze sui valori fondanti dell’organizzazione.