Italia e Spagna condividono molti punti in comune, ma negli ultimi anni hanno seguito percorsi diversi in termini di attrattività per i capitali internazionali. Tra il 2015 e il 2024, infatti, la Spagna ha attirato 304 miliardi di euro di investimenti diretti esteri, contro i 191 miliardi dell’Italia, con un divario del 60%. Sono i risultati dello studio realizzato da Amazon e Teha Group, secondo cui gli 856 progetti greenfield avviati in Spagna nello stesso periodo hanno generato oltre 72mila nuovi posti di lavoro, mentre in Italia i 303 progetti si sono tradotti in circa 40mila occupati.
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I risultati dello studio sugli investimenti Amazon-Teha Group
Lo studio segnala alcune differenze chiave: maggiore efficienza giudiziaria e regolatoria, infrastrutture digitali più avanzate, costi energetici più bassi e un mercato del lavoro più dinamico in Spagna, dove la partecipazione è superiore di 8,5 punti percentuali rispetto all’Italia. A questo, si aggiungono una produttività più elevata e una tassazione più competitiva.
Sul fronte delle differenze, Enrico Letta, della IE School of Politics, Economics and Global Affairs dell’Università IE di Madrid, ha osservato che per recuperare il gap, più che sulle comparazioni, è necessario puntare sulla cooperazione: «Il punto è lavorare insieme: fare massa critica, rafforzare l’integrazione e usare la nostra vicinanza per influenzare le politiche europee a favore dei due Paesi. In alcuni casi è avvantaggiata la Spagna, in altri l’Italia, ma se c’è massa critica i risultati arrivano per entrambi», ha affermato, e ha poi richiamato l’attenzione sul costo dell’energia, uno dei principali nodi strutturali per l’Italia. «Il nostro Paese ha una dipendenza dal gas quasi doppia rispetto alla Spagna. Una riforma del prezzo unico nazionale potrebbe dare sollievo, ma solo nel breve periodo. La Spagna oggi beneficia dell’“eccezione iberica”, che però durerà finché proseguirà la guerra in Ucraina. Il vero tema è strutturale: completare il mercato europeo dell’energia. Con le giuste interconnessioni ogni Paese potrà sfruttare al meglio tutte le fonti, con enormi vantaggi anche per l’Italia, oggi penalizzata dai suoi limiti geografici. L’eccezione iberica ha aiutato la Spagna, ma non l’Italia: per questo l’unione dell’energia è la chiave per superare definitivamente questo problema».