Monitorare una bottiglia per garantirne la sicurezza: così Wenda controlla il percorso e lo stato di conservazione dei vini dal produttore alla tavola
Il Made in Italy, si sa, è da sempre uno dei “marchi” più minacciati dalla contraffazione. Così come tutti i prodotti di alta qualità. E nell’anno del boom del food&beverage (Expo Milano docet) quali prodotti ingolosiscono maggiormente i malviventi dei cibi e vini di alta qualità? Non a caso anche in questo ambito il mondo startup si attrezza.
È stata lanciata poco più di due mesi fa ma ha già riscosso interesse concreto ed è quasi pronta per uscire sul mercato Wenda, la startup che controlla il percorso e lo stato di conservazione dei vini “di lusso” dal produttore alla tavola. E ne garantisce la non contraffazione. Un “non prodotto” come lo chiamano i founder, perfettamente inserito nel comparto salvifico dell’Internet of Things. “O meglio internet of wine”, precisa Mattia Nanetti, uno dei fondatori.
Che racconta come il loro Wenda risponda perfettamente a dei bisogni di mercato concreti non ancora soddisfatti: “Siamo partiti da bisogni rilevati in tutta la filiera del mercato vitivinicolo italiano – prosegue – perché troppo spesso accade che i vini non vengano trattati come dovrebbero durante il loro percorso: non si sa come vengono conservati, se subiscono sbalzi termici, come vengono trasportati, se prendono luce, o se, addirittura, vengono contraffatti”.
E hanno sviluppato Wenda, un sistema, un “non prodotto”, composto da tre “parti”. Il Wenda Device è un dispositivo unito alla bottiglia che memorizza i dati dei sensori ed è la porta di accesso al Cloud. Funziona con tecnologie Rfid e Nfc in attesa di brevetto e, avvicinando semplicemente lo smartphone, consente di rilevare temperatura, raggi UV e inclinazione a a cui è stata esposta la bottiglia, oltre a altre informazioni a discrezione del produttore. Wenda App legge i dati dei parametri (T, UV, Inclinazione) e accede ai contenuti del Cloud sfiorando il dispositivo. Wenda Cloud, la piattaforma dati, conserva i contenuti da rendere disponibili ad ogni bottiglia in modo dinamico.
Monitorare per garantire prodotti migliori
“Ci rivolgiamo alla filiera del vino, da winemaker a winelover, ma anche a case d’asta e buyer per vini importanti, che vanno all’estero. Il winelover può capire come il vino è stato trattato. In più si possono testare anticontraffazione e anti refilling tramite siringhe”. Con grandi vantaggi per il winemaker: “Il prodotto, infatti, in questo modo sarà lo stesso che è uscito dalla cantina perché il monitoraggio è periodico e costante. Mano a mano vengono monitorati i parametri e vedere come vino è stato trattato”. Insomma, se si scopre che la bottiglia è stata a 50 gradi sotto il sole in un certo momento si sa a chi era in carico e quindi di chi è stata la responsabilità.
La app è il modo più semplice per facilitare l’interazione tra i viticoltori e gli amanti del buon vino. Progettata perché sia user friendly, creato un proprio account, sfiorando il Wenda device con lo smartphone sono comunicati i dati dei sensori e trasmessi i contenuti multimediali (pillole) dal cloud. Nella app sono inoltre disponibili per chiunque, dei contenuti divulgativi per spiegare i processi produttivi del vino e dei suggerimenti per la degustazione. Le Pills sono infine “costituite da foto, video, testi e graphics e possono essere create in autonomia o con il nostro supporto. Abbiamo ideato 4 categorie di contenuti multimediali, le PILLS, tramite i quali l’azienda si può presentare”.