Guidano l’operazione “Eureka! Fund I – Technology Transfer”, gestito da EUREKA! Venture SGR, e partecipata da Tech4Planet, gestito da CDP Venture Capital SGR, ed Exor Ventures, oltre a importanti angels
Planckian, startup impegnata nello sviluppo del concept tecnologico della batteria quantistica, ha completato un round di investimento pre-seed da oltre 2.7 milioni di euro guidato da “Eureka! Fund I – Technology Transfer”, gestito da EUREKA! Venture SGR, e partecipato da Tech4Planet, gestito da CDP Venture Capital SGR, ed Exor Ventures, oltre a importanti business angels. Planckian è il primo spin-off congiunto dell’Università di Pisa e della Scuola Normale Superiore. Le attività di sviluppo sono guidate da Marco Polini e Vittorio Giovannetti, esperti di fisica della materia condensata e teoria quantistica dell’informazione.
«Planckian rappresenta, ad oggi, il primo e unico tentativo di utilizzare le conoscenze maturate in questi campi per sviluppare tecnologie per la gestione dell’energia in grado di sfruttare le proprietà uniche della meccanica quantistica», hanno raccontato Marco Polini, CSO e Co-founder di Planckian, e Vittorio Giovannetti, Executive Scientific Advisor e Co-founder di Planckian. «Consideriamo questa una sfida stimolante e ambiziosa, per la quale siamo felici di poter contare sul sostegno di una forte comunità di scienziati e innovatori attiva in tutto il mondo».
Cosa fa Planckian
Nell’ultimo decennio i progressi nel campo della fisica hanno portato ad esplorare la possibilità di sfruttare gli effetti quantistici in nuovi ambiti tecnologici, ulteriori rispetto a quelli dell’informatica, della comunicazione e della sensoristica. Le batterie quantistiche sono una nuova classe di dispositivi in grado di sfruttare gli effetti fisici quantistici per gestire in maniera radicalmente più efficiente l’energia. La leadership scientifica di Planckian ha offerto un contributo pioneristico allo sviluppo di questo campo di ricerca, a partire dalla definizione di primi modelli di dispositivi a stato solido per la gestione dell’energia governati dalle leggi della meccanica quantistica. Nata sulla scorta di tali risultati e facendo leva su una combinazione unica di competenze nel campo della scienza dei materiali e dell’informazione quantistica, Planckian ha l’ambizione di espandere i confini della rivoluzione quantistica attraverso lo sviluppo di tecnologie innovative per il controllo dell’energia basate su architetture di qubit.
«Planckian è il risultato di un lungo e articolato percorso di ricerca che pone le basi per lo sviluppo di un nuovo capitolo nel campo delle tecnologie quantistiche», ha dichiarato Michele Dallari, CEO e Co-founder di Planckian. «Siamo nati da un’intuizione scientifica profonda e con una visione ambiziosa. Per questo è motivo di orgoglio avere al nostro fianco partner di valore che, fin dall’inizio, hanno dimostrato di credere nella nostra missione».
Cosa sono i qubit
I qubit sono le unità fondamentali delle tecnologie quantistiche. Essi identificano particelle e sistemi fisici (come gli atomi), con due stati distinti e caratterizzati da comportamenti peculiari in forza della loro natura quanto-meccanica. Agli stati dei qubit sono solitamente associati due livelli energetici, uno a bassa energia e uno ad alta energia. Nell’architettura di Planckian gli effetti quantistici possono essere sfruttati affinché i qubit raggiungano il livello di massima energia in maniera “collettiva” e in un arco di tempo che, in maniera contro-intuitiva, diminuisce all’aumentare del loro numero e quindi dell’energia gestita. Essa segna il primo passo di un lungo percorso verso lo sviluppo di tecnologie per la gestione dell’energia più efficienti e a ridotto impatto ambientale, in quanto capaci di operare sulla base di principi fisici in sostituzione dei tradizionali principi elettrochimici.
«L’esperienza che con i miei colleghi abbiamo vissuto finora, in questi tre anni di attività di scouting e d’investimento, è stata entusiasmante. Le nostre Università, i nostri centri di ricerca nascondono iniziative interessanti e team desiderosi di mettere a terra e sviluppare i risultati ottenuti in tanti anni di ricerca», ha concluso Anna Amati, Partner che ha seguito l’investimento per Eureka! Fund.