Diversi elementi, legati alla Proprietà Intellettuale, contribuiscono in modo diretto ed indiretto a formare il valore di un’impresa
Un tema cruciale, spesso negletto è il valore della proprietà intellettuale per le imprese.
Il problema è che vuoi per le regole bilancistiche italiane, vuoi per la mancanza di “cultura” anche su questo significativo aspetto, il risultato è che inventori, creatori ed imprenditori non sanno di avere un valore connesso ai propri asset. E questo sebbene, specialmente per le società (siano esse grandi o piccole), marchi, brevetti, design, software ed, in generale, i diritti d’autore rappresentino una parte significativa del proprio valore complessivo.
Diversi elementi, legati alla Proprietà Intellettuale, contribuiscono in modo diretto ed indiretto a formare il valore di un’impresa.
Possedere un marchio, un brevetto un design ecc permette di ottenere finanziamenti, rende più appetibile la società agli occhi di potenziali investitori, apre nuove possibilità di mercato e, soprattutto, rappresenta un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti.
Non bisogna infatti dimenticare che la Proprietà Intellettuale è un monopolio legalizzato e come tale rappresenta uno sbarramento alla concorrenza.
Inoltre un marchio, un brevetto, un’app e financo il know how possono essere ceduti o concessi in licenza determinando così un guadagno immediato per il loro titolare.
Se tuttavia le grandi società sono più predisposte ed organizzate per la valutazione dei propri asset, le PMI incontrano grandi difficoltà.
La prima difficoltà risiede indubbiamente nel comprendere di avere un bene tutelabile, di individuarlo e di porre in essere tutti processi che porterebbero non solo alla sua individuazione e protezione ma anche alla sua stima. Solo in questo modo, inoltre, sarebbe possibile rendersi conto anche del vantaggio competitivo ad esso connesso, degli investimenti fatti per crearlo e per proteggerlo e mantenerlo.
Questo è molto evidente e facilmente intuitivo nel caso del know how: bisogna essere consapevoli di averne uno, individuarlo e mettere in atto tutte quelle procedure per proteggerlo e mantenerlo.
Ma c’è un valore che passa del tutto inosservato (tra gli inosservati).
La performance economica delle imprese titolari di diritti di Proprietà Intellettuale sono nettamente superiori rispetto a quella delle imprese che non lo sono.
Le imprese titolari di diritti di Proprietà Intellettuale (60% delle grandi e meno del 9% delle piccole) conseguono un fatturato per dipendente del 20 % superiore rispetto alle imprese che non ne detengono e corrispondono retribuzioni che sono in media del 19 % più elevate rispetto a quelle versate dalle imprese che non ne detengono.
E questo, tanto per sfatare subito un mito, non riguarda solo le grandi imprese ma anche le piccole: tra le piccole imprese, in particolare, quelle che sono titolari di tali diritti ottengono il 68 % in più di entrate per dipendente rispetto alle altre che non ne detengono alcuno
Detenere dei diritti di Proprietà Intellettuale insomma fa la differenza.
Uno studio condotto dall’EUIPO in collaborazione con l’Ufficio Europeo dei Brevetti oltre ad affermare quanto sopra, approfondisce la relazione tra IP e crescita economica delle imprese attraverso un campione rappresentativo di oltre 127 000 imprese europee, al fine di confrontare i risultati economici delle aziende titolari di diritti di Proprietà Intellettuale con quelli delle aziende che non ne detengono.
I diritti di Proprietà Intellettuale considerati nello studio sono brevetti, marchi, disegni e modelli (oltre a tutte le combinazioni dei tre), sia europei sia nazionali.
In base allo studio, i risultati migliori sono quelli associati al possesso di brevetti (53%), seguiti dal design (30%) e dai marchi (17%).
Gli aumenti più elevati del fatturato per dipendente sono associati a imprese che detengono una combinazione di marchio, disegno o modello e a quelle che detengono una combinazione di brevetto, marchio e disegno o modello, con performance superiore rispettivamente del 63 % e del 60 %.
Il fatturato per dipendente è superiore del 43 % per le imprese che detengono esclusivamente brevetti, del 56 % per quelle che detengono solo marchi, del 31 % per quelle che detengono solo disegni o modelli, del 58 % per quelle che detengono brevetti e marchi e del 39% per quelle che detengono brevetti e disegni o modelli.
Il rapporto positivo fra la titolarità di diritti di Proprietà Intellettuale e la performance economica è particolarmente evidente nel caso delle PMI. Allo stesso tempo, meno del 9 % delle PMI del campione detiene uno dei tre diritti di Proprietà Intellettuale inclusi nello studio. I motivi del limitato utilizzo sono esaminati nell’indagine dell’EUIPO sulle PMI europee (EUIPO, 2019) ed individuati principalmente nella mancanza di conoscenza dei diritti di Proprietà Intellettuale, nelle procedure di registrazione percepite come complesse e costose, nonché nella tutela di tali diritti percepito dalle imprese come molto elevato.