«Le startup italiane non si stanno limitando a innovare: vogliono cambiare le regole del gioco. Su LinkedIn vediamo una generazione di imprenditori che unisce visione, tecnologia e impatto sociale come mai prima d’ora». Così Michele Pierri, Senior Managing Editor di LinkedIn Notizie Italia, racconta la Top Startups Italia 2025, un’edizione che va oltre il ranking e che su StartupItalia pubblichiamo oggi in anteprima: un vero e proprio racconto dell’Italia che cresce, dove nuove imprese ridefiniscono innovazione, lavoro e attrazione di talenti. E LinkedIn diventa il cuore che connette idee, persone e opportunità.
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Cosa rappresenta oggi questa classifica?
È uno strumento che offriamo a tutti per comprendere come si sta strutturando il panorama delle giovani imprese italiane. La prima edizione è del 2020 e da allora il quadro si è evoluto moltissimo. L’analisi si basa su una diversi data point, dalla crescita della forza lavoro all’interesse degli utenti e offre uno spaccato estremamente ricco del mercato del lavoro italiano. Oggi contiamo oltre 24 milioni di professionisti italiani su LinkedIn, una massa critica che ci consente di leggere in modo molto rappresentativo le dinamiche del Paese.
Perché è così importante per una startup farsi notare su LinkedIn oggi?
LinkedIn è oggi il network professionale per eccellenza. Qui si incontrano professionisti, aziende, investitori, giornalisti: in sostanza, tutti gli stakeholder rilevanti per la crescita di un’impresa. Per una startup significa poter attrarre i talenti migliori, farsi conoscere, costruire una reputazione e far parlare di sé in modo positivo. È la piattaforma ideale per sviluppare la propria identità e posizionarsi in modo autorevole nel proprio settore.
E raccontarsi su un social verticale come LinkedIn può davvero diventare un vantaggio competitivo?
Sì, assolutamente. Significa costruire fiducia condividendo competenze, visione e valori, non solo facendo autopromozione. Prima di pubblicare è sempre utile chiedersi: “Questo contenuto genera davvero valore?” Chi intercetta i bisogni della community e mette a disposizione degli altri il proprio patrimonio di conoscenza, parte da un punto di forza enorme.
Quali obiettivi e KPI suggerirebbe a una startup per utilizzare LinkedIn in modo efficace?
Prima di tutto serve una presenza attiva. Non basta la pagina aziendale: anche i founder e i leader devono comunicare con coerenza e continuità. Serve una strategia di contenuti varia, che metta al centro, come detto, il valore e non la sola promozione. Tra gli indicatori da osservare: il livello di engagement qualitativo e la capacità di attrarre nuovi professionisti interessati alla nostra azienda e a quello che abbiamo da dire. E poi c’è un aspetto che spesso si sottovaluta: la creazione di connessioni di valore, sia con stakeholder esterni sia tra i dipendenti stessi. È uno degli elementi chiave che analizziamo anche nei nostri dati.
Ci sono esempi di startup che hanno fatto scuola nel modo di raccontarsi su LinkedIn?
Sì, e spesso sono le realtà che hanno saputo usare la piattaforma per aprire conversazioni autentiche. Penso ai casi di founder che raccontano il dietro le quinte, i fallimenti, le lezioni apprese. Non usano LinkedIn solo per annunciare successi, ma per contribuire al dibattito di settore con la propria visione. È questo che li fa crescere come thought leader.

Come può una piccola startup fare la differenza e prepararsi a scalare la vostra classifica?
La nostra classifica si basa su quattro criteri: crescita della forza lavoro, interazioni, interesse dei professionisti e capacità di attrarre talenti. Lavorare bene su questi aspetti permette di posizionarsi in modo solido. In un contesto competitivo, la differenza la fa chi riesce a creare engagement reale e a trasmettere un’identità chiara, coerente e credibile.
Guardando al 2025, quali settori vede in maggiore crescita e quali rischiano di essere trascurati?
Le startup che si sono distinte in questa edizione sono quelle capaci di coniugare tecnologia, in particolare AI e impatto sociale. Salute mentale, fintech e sostenibilità sono i grandi filoni. Inoltre, sono ben otto su dieci i nuovi ingressi in classifica: segno di un ecosistema vivo, che sa rinnovarsi e attrarre talenti, un ottimo segnale di dinamismo. Serenis, giunta al primo posto, dimostra quanto i temi della salute e del benessere siano diventati centrali nell’ecosistema innovativo, un trend che riscontriamo anche in molti altri Paesi.

Quali tecnologie saranno davvero strategiche nei prossimi anni?
L’intelligenza artificiale è già un pilastro. Abbiamo realizzato di recente una ricerca incentrata sul marketing, e ciò che emerge è chiaro: l’AI sarà sempre più centrale nell’aiutare i brand a farsi spazio, migliorando efficienza e agilità dei processi. In questo senso, la tecnologia è un valido alleato per liberare tempo e risorse per concentrarsi su ciò che rende unici: creatività, visione, capacità di costruire relazioni.
Nel feed di LinkedIn vediamo sempre più founder che si raccontano in prima persona. Quanto conta oggi il carisma del founder rispetto al brand dell’azienda?
Tantissimo. Le storie dei founder sono quelle che generano maggiore empatia e credibilità. I casi di maggior successo hanno un punto in comune: non usano la piattaforma solo per condividere traguardi, ma per alimentare un dibattito con la propria visione, raccontare il proprio percorso, condividere ciò che hanno imparato. È così che un profilo personale diventa un vero asset strategico per il brand.

Se potesse dare un consiglio a un giovane founder che sogna di entrare nella Top Startups, cosa gli direbbe?
Direi di concentrarsi sul valore, non solo sulla visibilità. Lavorare sulla cultura aziendale, attrarre i talenti giusti, costruire una community intorno a sé. Le startup che emergono nella classifica sono quelle che creano non solo prodotti, ma anche conversazioni e opportunità.
E i dati LinkedIn possono aiutare anche in questo percorso, giusto?
Certamente. I dati della piattaforma permettono alle aziende di capire il proprio appeal sul mercato del lavoro, monitorare la percezione del brand e migliorare l’attrattività verso i talenti. È un patrimonio informativo enorme che, se usato in modo strategico, può orientare decisioni cruciali di crescita.
In una parola, come descriverebbe l’energia delle startup italiane nel 2025?
Dinamismo. Dopo anni complessi, vediamo un ecosistema in fermento, con nuove idee e grande voglia di costruire. E LinkedIn è il luogo dove questa energia si vede ogni giorno, post dopo post.

