«Ma che musica, maestro!». In pieno Sanremo questa puntata della nostra consueta rubrica del giovedì con Viaggio in Italia non poteva che essere laddove la musica si fa suon di innovazione. Siamo nel cuore del capoluogo meneghino, in via Bergognone all’interno degli spazi del BASE, dove l’innovazione e l’imprenditoria da anni guidano l’ecosistema. Qui, nel 2018, ha messo le fondamenta il Music Innovation Hub, un’impresa sociale nata per supportare il comparto musicale, un settore difficile da conquistare. Anna Zò, alla guida dell’ecosistema che si è creato attorno all’hub, ci ha raccontato nel dettaglio che sinfonia si suona nell’hub.
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Da Milano all’Europa
«Con uno studio per il suono immersivo, attività dedicate ai professionisti del settore musicale, la creazione del Linecheck Music Meeting Festival, e le musicROOMS, in uno spazio di 600 mq, si incontrano i professionisti del settore musicale: artisti, produttori, ingegneri del suono, agenti, promotori e appassionati di musica – racconta a StartupItalia Anna Zò – L’idea è nata quando ci siamo resi conto che l’Italia era scoperta sulle innovazioni in questo settore dedicate a imprenditori e imprenditrici. Così, abbiamo deciso di aprire dei batch con percorsi di accelerazione per startup».
L’idea, nata a Milano, oggi ha un respiro internazionale. «Qui spaziamo da realtà che si occupano di AI e tecnologie immersive a organizzazione di eventi e concerti. Ci siamo mossi anche a livello europeo sin da subito: la forte aspirazione internazionale è quello che ci contraddistingue, e siamo entrati in contatto con l’ecosistema europeo, molto più sviluppato del nostro».
Le startup del Music Innovation Hub
Nel Music Innovation Hub, Anna è partita mappando il territorio: «Sin da subito abbiamo raccolto tante adesioni, abbiamo iniziato a testare nuovi servizi sul mercato, con l’idea di continuare a far crescere la community che ruota attorno all’ecosistema – racconta – Nel 2021 siamo partiti con il progetto pilota dell’acceleratore. Nel primo batch abbiamo accelerato 10 startup europee di cui una italiana. Oggi lavoriamo in concerto con due hub molto simili: in Spagna, Grecia, Germania e Lussemburgo». L’acceleratore, che sarà finanziato per i prossimi 3 anni, quest’anno ha coinvolto 10 startup europee. «I pilastri che ci contraddistinguono sono l’accesso al mercato musicale, ai finanziamenti, allo scouting e agli investitori – spiega Anna – In questo modo, vogliamo posizionare l’Italia in una logica di competitività e stimolare le nuove tecnologie in un settore che ne è molto dipendente».
Tra le startup italiane che hanno partecipato ai percorsi di accelerazione, nella prima call c’è stata Intorno Labs che lavora sul suono immersivo in 3D e sulla musica live in modo spazializzato. Al BASE ha realizzato la sua “capsula” dove si incontrano sound producer, designer e professionisti del settore. Open Stage, invece, vuole rivoluzionare il concetto di “artista di strada” dando modo di prenotarsi un posto e, tramite totem e app concede anche la possibilità di usufruire di palchi tecnologici che possono essere installati ovunque e si integrano automaticamente con il sistema di prenotazione. Infine, Audacia Innovations, che tramite un software di machine learning e analisi dei dati si occupa dell’ottimizzazione della parte di marketing e di vendita.
I progetti del Music Innovation Hub
Fuori dai confini dei percorsi di accelerazione, l’hub supporta anche una serie di progetti. «Quello della startup musicale è un piccolo mercato che punta a lavorare con realtà europee, con la Music Tech Europe Academy – continua Anna – Stiamo anche provando a implementare nuovi progetti sull’Italia, dedicati a startup che non sono più in fase early stage, come accade oggi, ma anche scaleup. Oggi ci sono diverse startup dell’health e del wellbeing che lavorano anche nella musica, nel medtech e musictech».
Sebbene le startup più avanzate in questa categoria siano soprattutto nordeuropee, anche nel Sud Europa stanno accadendo cose interessanti. «La Grecia ha sviluppato un forte ecosistema, e grazie alla formazione e all’educazione musicale lavora sui tools – spiega Anna – Stiamo, comunque, parlando di tecnologie scalabili. Spesso accade che in Spagna ci siano realtà fondate da italiani che sono riuscite a ottenere un discreto successo». E tra gli obiettivi per il futuro c’è quello di consolidarsi e scalare. «Vogliamo innalzare l’asticella imprenditoriale, consolidarci e crescere e a livello europeo – conclude Anna – Speriamo che si possa lavorare con startup sempre più pronte a entrare nel mercato. Nel panorama nazionale, l’obiettivo è quello di avvicinare l’Italia ai livelli europei, anche con programmi dedicati. Il futuro è ancora in divenire e da costruire e supportare l’innovazione dal basso è il primo passo per incentivare la nascita e il proliferare di realtà di successo».