La startup mette in contatto chi offre le proprie competenze e chi cerca personale qualificato per lavoretti a domicilio. Funziona attraverso le connessioni sociali e le recensioni degli utenti
Il loro ufficio è la Rete. I loro clienti siamo noi. L’“officina” è tutta online. La mission una sola: creare il più grande network di chi offre e cerca lavoro manuale a domicilio. Hai bisogno di un idraulico? Eccolo. Ti serve una baby sitter? Te la trova Praber, l’applicazione creata da sei giovani studenti che, stanchi di chi parlava solo di crisi, di disoccupazione, di difficoltà economiche, hanno provato a mettere in piedi un progetto tecnologico utile a tutti, soprattutto a chi abita in città dove è sempre più difficile trovare chi fa piccoli lavori manuali o mette a disposizione il proprio tempo per fare il dog sitter o la baby sitter.
L’idea di fondo è una: connettere coloro che hanno bisogno di un servizio con quelli che lo offrono. Una storia vecchia: incrociare domanda e offerta. La novità sta nel fatto che è tutto in Rete: c’è l’app (per ora in inglese), c’è un blog con le faq per chi ha bisogno di capire meglio come funziona, e poi la piattaforma Praber utilizza Facebook per capire chi ha già assunto un prestatore di servizi o chi è amico di un prestatore di servizi.
L’idea è nata proprio come in quella canzone di Gino Paoli: “Eravamo quattro amici al bar”. Stavolta i compagni di strada sono sei: Nicolas e Daniel Nemni, Filippo Hasbani, Oscar Modigliani, Leone Salom e Dimitri Okunev. Vengono tutti dalla scuola ebraica e dalla Bocconi. Ognuno di loro ha ben chiaro che in Italia, e non solo, il lavoro non arriva dal cielo. Bisogna inventarselo. Loro ci stanno provando e sono persuasi che Praber potrà servire a Milano come a Pechino o a New York. I concetti “chiave” di questo progetto sono pochi ma saldi.
Il primo: Praber si basa su connessioni sociali. Secondo gli ideatori il modo migliore per trovare un fornitore di servizi è attraverso le persone che si conoscono. Il secondo. Chi avrà un servizio potrà scrivere una recensione, e in questo modo grazie a Praber si saprà cosa si sta ottenendo prima di assumere una persona. Terzo: i professionisti decidono il prezzo. Forniscono un preventivo. In questo modo non ci saranno equivoci.
In questi mesi la startup ha preso il via. I cinque giovani puntano ad un target di studenti e di giovani coppie ovvero quelli che, come loro, conoscono gli strumenti digitali. Una dote indispensabile per usare questo servizio. Difficile immaginare una nonna che abbandona il telefono per cercare l’imbianchino. Più facile pensare a degli studenti universitari che cercano una donna di servizio. Nelle prossime settimane setacceranno le bacheche, creeranno il loro portfolio di professionisti pronti a mettersi a disposizione di chi scaricherà Praber.
Una sfida che arriva in un momento in cui in Italia sbarcherà anche la possibilità di acquistare dei medicinali online. Una scommessa creata da cinque giovani che, anziché andarsene dall’Italia, si sono messi in testa che è possibile conquistare il mondo da qui, da questo Paese. Hanno messo a frutto quanto hanno imparato sui banchi di scuola, all’università. Hanno cercato di coniugare una vecchia filosofia con i mezzi moderni che la tecnologia offre.