Nella startup europea della fusione nucleare Proxima Fusion entra anche Cassa Depositi e Prestiti. La realtà nata a Monaco di Baviera da cinque fondatori tra cui due italiani, il Ceo Francesco Sciortino e il Coo Lucio Milanese, ha annunciato un allargamento del round di serie A annunciato lo scorso giugno con la raccolta di altri 15 milioni di euro. Ora i fondi raccolti da Proxima Fusion salgono a 200 milioni.
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Proxima Fusion e il round
CDP Venture Capital ha investito sia attraverso il proprio fondo Large Ventures che attraverso il comparto Energy Tech del fondo Corporate Partners I, un veicolo di investimento dedicato al supporto di startup e scaleup innovative che sviluppano tecnologie per la transizione energetica, tra cui mobilità sostenibile, smart grid, stoccaggio ed energie rinnovabili. L’ingresso di CDP Venture Capital nel capitale di Proxima Fusion riflette la crescente attenzione anche dell’Italia verso l’energia da fusione come una tecnologia strategica per l’indipendenza energetica e per la leadership industriale europea.
Con l’investimento dell’EICF si aggiunge un altro fondo pubblico europeo a sostegno di Proxima, che segue i precedenti investimenti del DeepTech & Climate Fonds (DTCF) e dell’High–Tech Gründerfonds (HTGF) – entrambi sostenuti dal Ministero tedesco dell’Economia e dell’Energia –così come quello di Bayern Kapital, controllato da LfA Förderbank Bayern, e della no profit Max Planck Foundation, che sostiene la ricerca esclusivamente attraverso gli istituti della Max Planck Society. Il nuovo investimento dell’EICF segue una precedente sovvenzione in favore di Proxima pari a €2,5 milioni.
«Proxima sta mettendo insieme partner pubblici e privati, sviluppandosi a tutti gli effetti come un’azienda europea, unendo competenze, talenti e capitali provenienti da tutto il continente” ha affermato Francesco Sciortino, cofondatore e CEO di Proxima. “Sebbene le nostre radici siano in Germania, sulla base dell’esperimento record Wendelstein 7-X stellarator condotto presso l’Istituto Max Planck per la fisica del plasma, stiamo creando un team e una base di investitori paneuropei. Questa ambizione collaborativa, unita all’incredibile eredità dell’Istituto Max Planck, ci sta fornendo una solida base europea per guidare la corsa globale alla fusione e, chiaramente, non posso che essere estremamente felice di veder entrare nel nostro capitale anche un soggetto di sistema italiano come CDP».