La carrellata dei progetti selezionati permette di intuire come nemmeno la pandemia di Covid-19 abbia rallentato il processo creativo
Tre progetti che hanno come minimo comune denominatore l’alta tecnologia applicata alla medicina. Sono i vincitori delle tre tappe dell’Hack for Med Tour di Medtronic Open Innovation Lab, un progetto – appunto – di Open Innovation promosso da Medtronic, azienda del comparto medico, in collaborazione con la startup B-Corp Onde Alte proprio al fine di favorire la sinergia tra la scienza e le nuove tecnologie. Un percorso itinerante, da Sud a Nord, risalendo lo Stivale, che ha visto sfidarsi 18 idee hi-tech presentate da 66 partecipati durante i vari hackathon.
I vincitori dell’Hack for Med Tour
Ed è proprio la carrellata dei progetti selezionati a regalarci una ventata di ottimismo, in quanto permette di constatare come nemmeno la pandemia di Covid-19 abbia rallentato il processo creativo nei nostri atenei e nelle nostre piccole e medie imprese. Possiamo insomma affermare che la corsa a un mondo sempre più tecnologico non si sia mai fermata, nonostante i lockdown.
Il vincitore della prima tappa, tenutasi virtualmente (per via delle restrizioni sanitarie) a Lecce, è il cerotto CIBI Spray, un unguento intelligente ideato da sei giovani pugliesi da spruzzare sulla ferita che, oltre a proteggerla, avvisa tramite diagnosi visiva se c’è una infezione in corso.
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L’intelligenza artificiale di Syndiag, startup fondata da quattro giovani, è stata invece la vincitrice della tappa partenopea. La realtà ha istruito l’intelligenza artificiale a diagnosticare per tempo il tumore ovarico e ha sviluppato OvAI che è in grado di riconoscere zone sospette sulle quali è meglio indagare.
Infine, l’ultima tappa, al polo di Mirandola, ha premiato il dottor Villiam Dallolio, neurochirurgo, che con PrintMed 3D propone un processo nuovo per la produzione customizzata, grazie alla stampa 3D, di protesi craniche, maxillofacciali e ortopediche. Per farlo, sarà necessario installare una stampante 3D in ogni ospedale così da produrre protesi sartoriale prêt-à-porter.