Ci sono 159 startup che nel mondo si occupano di carne coltivata, ma gli investimenti sono in calo e solo nel 2023 si sono ridotti del 78%. I dati emergono durante un seminario all’Università Roma Tre. Tra gli esperti, Stefano Lattanzi, amministratore delegato di Bruno Cell, startup italiana interamente focalizzata sulla carne colturale.
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I dati sulle startup di carne coltivata
«Il settore ha visto un boom degli investimenti dal 2019 al 2021, con un importante aumento del numero di startup: oggi si contano circa 159 soggetti in tutto il mondo – afferma Lattanzi – Il 35% di queste startup ambisce ad arrivare al prodotto finito, come l’hamburger; il 22% si occupa dei mezzi di coltura per le cellule, il 17% dei bioreattori, il 14% degli scaffold”, ovvero le impalcature 3D che servono a organizzare le cellule, mentre il restante 12% si occupa di linee cellulari».
Gli ostacoli alla produzione
Ma l’ostacolo principale allo sviluppo del settore è rappresentato dai costi molto elevati dei fattori di crescita necessari alla coltivazione delle cellule, «che sebbene vengano usati in quantità infinitesimali, rappresentano quasi il 90% del costo totale. Rimangono poi molte sfide tecnologiche da affrontare – riferisce il CEO di Bruno Cell – Bisogna essere cauti, anche perché abbiamo visto diverse aziende in difficoltà, che non hanno rispettato gli annunci fatti o che hanno chiuso i battenti».
La contrazione degli investimenti
Gli investimenti in questo settore sono scesi dai 989 milioni di dollari del 2021 a 177 milioni di dollari nel 2023 secondo Agfunder Data. «Tutte le startup nei diversi settori hanno subito un calo degli investimenti per colpa della congiuntura economica, ma il settore della carne coltivata ne ha risentito in particolar modo – puntualizza Lattanzi – Era abbastanza prevedibile che dopo l’entusiasmo generato dalla novità e le aspettative gonfiate, ci fosse un crollo dovuto alla disillusione».