Fabio Zaffagnini, fondatore del gruppo rock da 50mila persone, è protagonista di “Italiani dell’altro mondo”. Dopo un album di brani live, oltre 100 artisti hanno registrato il primo inedito al teatro Verdi di Cesena, la città in cui tutto è iniziato. «C’è molto altro oltre ai concerti»
«Se Blanco avesse suonato con Rockin’1000, avrebbe preso a calci le altre 999 persone», scherza Fabio Zaffagnini, ideatore e CEO di Rockin’1000. Aneddoti sanremesi a parte, mettere insieme centinaia di musicisti di livelli diversi e farli esibire negli stadi in giro per il mondo non è cosa da poco. Per riuscirci, racconta il fondatore del progetto, che ha fatto tappa in Italia prima di ripartire per un nuovo tour mondiale, «ognuno ha in cuffia una click track, una guida musicale comune da seguire. Altrimenti, il volume è così alto che diventa impossibile sentirsi e si finisce per ascoltare la persona di fianco, suonando in ritardo».
Eppure, è anche quella fisiologica imprecisione che si crea quando così tante persone suonano insieme la stessa partitura a rendere Rockin’1000 qualcosa di particolare. «Una sorta di riverbero naturale diventato una caratteristica che cerchiamo di mantenere e trasferire all’ascoltatore anche nei video e nell’album». In ogni caso, nulla di paragonabile al concerto, «un’esperienza fisica per il pubblico sugli spalti» e, spesso, un’incredibile quanto unica prima volta per alcuni dei musicisti, che grazie all’idea di Zaffagnini si trovano a vivere per una notte il sogno di esibirsi davanti a 30mila persone.
Passi (quasi) da startup
Otto anni fa, il geologo marino Fabio Zaffagnini, dopo aver lavorato in un centro di ricerca industriale e aver fondato una startup di rappresentazioni virtuali per percorsi escursionistici, si stava occupando di design del prodotto. Il 26 luglio 2015, una pazzia organizzata insieme a mille musicisti, riuniti al parco Ippodromo di Cesena per suonare Learn to Fly, diventava il motivo per cui i Foo Fighters avrebbero tenuto un concerto nel palasport della città romagnola, il 3 novembre dello stesso anno. Era l’inizio di un progetto che avrebbe cambiato il lavoro e la vita sua e dei suoi soci.
«Nel corso degli anni ci siamo organizzati a livello societario, compiendo il passaggio da gruppo di amici e appassionati ad azienda, con una struttura e una rete internazionale di contatti, che ci potessero permettere di esibirci anche all’estero», spiega. In particolare, grazie agli accordi con i promoter Fever e Ocesa, la band ha potuto organizzare date negli stadi di diversi Paesi oltre all’Italia, dal Brasile alla Francia e alla Germania.
La realizzazione di un tour mondiale, insieme alla pubblicazione del primo inedito e al miglioramento dei servizi e delle opportunità offerte alle community, rappresentano gli obiettivi della campagna di crowdfunding lanciata da Rockin’1000 su Mamacrowd e conclusa nel 2022 con la raccolta di un milione e 100mila euro. «Parte delle quote sono state acquistate dagli stessi musicisti, che volevamo far diventare nostri soci. Il restante importo è stato coperto dal fondo privato Orienta Capital Partners».
“La sostenibilità economica di Rockin’1000 passa dal successo dei concerti e dalla possibilità di monetizzare i video su YouTube”
Oggi, la sostenibilità economica dell’azienda passa attraverso l’organizzazione di eventi e i social. «Coprire i costi necessari per il personale non è semplice», sottolinea Zaffagnini. «Il nostro modello di business prevede che gli eventi vengano venduti ai promoter, che si accollano il rischio di impresa, i costi di produzione, promozione e il ticketing. Rockin’1000 percepisce una quota fissa e, una volta superato il punto di pareggio, anche una parte aggiuntiva dei ricavi. Insomma, siamo tutelati, a patto che il concerto vada bene».
A questa fonte di ricavo si aggiunge il valore dei video sui social. «In particolare, per noi è importante monetizzare i video su YouTube. Capita spesso che la gente ci conosca per caso, cercando il video di una canzone, e non per il progetto nel suo complesso». Un brano famoso riesce ad avvicinare persone nuove a Rockin’1000 e questo ne condiziona, e non poco, la scelta. «Smells Like Teen Spirit, Shoot to Thrill e We Will Rock You contano milioni di visualizzazioni ed è molto difficile eliminarle dalla scaletta».
“L’idea di Rockin’1000 è nata a Fabio Zaffagnini dopo aver visto Jack Black chiedere ai Led Zeppelin di poter usare Immigrant Song in School of Rock”
Dal punto di vista legale, in giorni in cui si parla molto del diritto d’autore, a seguito del mancato accordo fra Meta e Siae per la riproduzione delle canzoni su Facebook e Instagram, le regole cambiano in base al contesto. È un aspetto importante per Rockin’1000, la cui idea, racconta Zaffagnini, nasce proprio da una delle più celebri richieste di concessione dei diritti d’autore: quella di Jack Black ai Led Zeppelin per chiedere la possibilità di inserire il brano Immigrant Song nella colonna sonora del film School of Rock.
«Per suonare dal vivo, è sufficiente, come per chiunque altro, pagare la Siae o altre società di gestione dei diritti». La situazione cambia per la pubblicazione delle canzoni, per cui «alcune piattaforme, come YouTube, Facebook e Instagram, hanno già concordato con le etichette il consenso per la riproduzione della musica. Nel momento in cui dovessimo utilizzare i nostri contenuti in televisione o in radio, dovremmo invece firmare degli accordi specifici con le etichette».
Un’app per 50mila musicisti
Che Rockin’1000 non potesse più essere soltanto un progetto dedicato ai propri concerti lo si è capito man mano che il gruppo di iscritti alla band cresceva, arrivando a superare i 50mila musicisti, di ogni ordine e grado, dai quasi neofiti ai professionisti. «Investiamo molto in ricerca e sviluppo dell’applicazione, per offrire altre opportunità a chi ci segue».
Iscriversi a Rockin’1000 significa entrare a far parte della band. «Il candidato deve mandare un video in cui canta o suona, in base al quale gli insegnanti capiscono se può essere in grado di stare sul palco per un intero concerto. L’asticella è volutamente bassa, per essere più inclusivi possibile». Maturando esperienza nel corso dei live, sono state trovate soluzioni per far convivere musicisti di diverso livello, ad esempio posizionando i più esperti vicino ai microfoni.
“Solo una piccola parte degli iscritti a Rockin’1000 partecipa ai concerti. Grazie all’app, una band in cerca di un musicista può trovarlo”
«In occasione di un evento, organizziamo sull’app un click day, durante il quale ci si può iscrivere per far parte dei mille che parteciperanno a quella data. Insieme agli insegnanti, decidiamo la composizione della formazione, quanti musicisti locali e garantiamo un equilibrio nella rappresentanza di genere», specifica Zaffagnini. I primi a dare la propria disponibilità hanno la precedenza sugli altri, che rimangono in attesa di eventuali cancellazioni. «Ci sono veterani che seguono i concerti di Rockin’1000 dal 2015, in qualsiasi parte del mondo».
Soltanto una minima parte dei musicisti all’interno della community riesce comunque a prendere parte ai concerti. «Tutti gli altri si trovano in un limbo. Ecco perché abbiamo deciso di trasformarci anche in una piattaforma che aiuta le persone a incontrarsi per suonare insieme. È anche questo il futuro del progetto», racconta il fondatore. Così, grazie all’app di Rockin’1000, capita che una band alla ricerca di uno strumentista per una serata nel pub della propria città possa trovarlo, o qualcuno in cerca di una sistemazione nel corso di un viaggio venga ospitato da un altro musicista iscritto.
«Stiamo sviluppando nuove funzioni dell’applicazione, per accompagnare i musicisti ogni giorno, anche quando non ci sono eventi in programma», prosegue. «Vogliamo favorire e supportare le persone di Rockin’1000. Invitarle a comporre, suonare e produrre, da casa ma soprattutto dal vivo, con altri membri della community. Proviamo a dare una mano al mondo della musica live».
Ritorno a Cesena e poi dritti in Messico
I concerti dello scorso anno hanno fatto da apripista al primo tour mondiale della band, che si aprirà il prossimo mese a Città del Messico. Per ora, sono tre le date confermate dello Humans World Tour: il 22 aprile a Città del Messico, il 20 maggio a Bogotà e il 3 giugno allo stadio Metropolitano di Madrid. Per l’occasione, Rockin’1000 ha lanciato un annuncio unico nel suo genere: la possibilità, per chiunque sappia suonare o cantare, di candidarsi a far parte dei mille che salperanno per la nuova tournée. RockStar Wanted, così è stata chiamata l’iniziativa – la cui scadenza è fissata per il 6 aprile -, propone una semplice folle proposta: “lascia tutto per vivere un anno in giro per il mondo a suonare pezzi rock negli stadi”.
Resta da chiedersi quali canzoni e quali ospiti aspettarsi per i prossimi eventi. «Abbiamo cambiato diverse volte il modo di decidere la scaletta dei concerti. All’inizio, mi riunivo insieme ai guru, gli insegnanti e professionisti responsabili di ogni strumento, scegliendo i brani. Ho poi provato a selezionare autonomamente i pezzi da suonare. In quel momento, non avevamo ben chiari quali potessero essere i limiti tecnici per un gruppo come il nostro». Dopo vari tentativi, la scelta è ricaduta su un approccio misto. «La community presenta i brani che vorrebbe portare in concerto e poi ci confrontiamo su quali di queste canzoni renderebbero al meglio dal vivo quali hanno maggior successo sui social», dice Zaffagnini.
“Prima del concerto, i mille musicisti scelti si ritrovano per due giorni di prove e un’ultima sessione prima dell’evento”
Il tour presenterà anche brani mai portati nei concerti precedenti, spaziando da canzoni rock messicane, colombiane e spagnole. «Stiamo studiando un medley dedicato ai 60 anni dei Kinks. Tra le altre, suoneremo probabilmente You Really Got Me, Waterloo Sunset e All Day and All of the Night, ma molto è ancora in costruzione». Una volta deciso l’elenco, i mille si ritroveranno per due giorni di prove, dalla mattina alla sera, oltre a una possibile ulteriore sessione il giorno dell’evento, in caso di necessità.
Un altro punto interrogativo riguarda gli ospiti dello Humans World Tour. Nelle precedenti date italiane, Rockin’1000 ha già suonato con Achille Lauro, Subsonica, Afterhours e Courtney Love. In Francia con Mathieu Chedid e in Brasile con Sérgio Dias degli Os Mutantes. «A volte, vogliono occuparsi dell’arrangiamento delle canzoni», racconta Zaffagnini. «Poi si rendono conto di quanto tempo ci voglia per un lavoro del genere e alla fine si limitano agli aggiustamenti». Il 22 aprile, in occasione del concerto di apertura della tournée a Città del Messico, si scoprirà chi salirà sul palco con il resto del gruppo.
Prima di ripartire, però, una parte della gigantesca rock band e il suo fondatore hanno fatto tappa a Cesena. Anche in questo caso, come per il tour mondiale, c’era una promessa, fatta prima di intraprendere la raccolta fondi, da onorare. E anche questa volta la parola è stata mantenuta: Rockin’1000 ha registrato il suo primo inedito e lo ha fatto nel capoluogo romagnolo, dove il progetto ha mosso i suoi primi passi. Un cerchio che si chiude e l’inizio di un nuovo esperimento, forse replicabile, per il gruppo.
“Non abbiamo trovato una sala di registrazione abbastanza grande e abbiamo affittato il teatro Verdi di Cesena, dove tutto è cominciato”
La genesi non è stata facile. A partire dal fatto che non è possibile registrare in studio con centinaia di musicisti. L’idea era infatti quella di «comporre un brano, coinvolgendo migliaia di persone». Grazie alla collaborazione di produttori come Giulio Nenna, Andrea De Bernardi e Daniel Plentz, e del cantante dei Jet, Nic Cester, Zaffagnini ha creato un metodo per far quadrare il tutto. «Abbiamo creato una top-line con il cantato, in finto inglese, accompagnata dalla chitarra acustica. L’abbiamo poi inviata alla community, invitandola a proporre musica e testo».
Il risultato è stato all’altezza delle aspettative: sono stati inviati centinaia di arrangiamenti funk, rock, prog, metal e punk e altrettanti testi. «Con un infinito lavoro di collage, abbiamo scelto le cose migliori, facendole diventare una canzone». Per quanto riguarda i musicisti e i cantanti, fra i quali non figura il fondatore di Rockin’1000, sono stati selezionati poco più di 100 candidati dalla community. «Non abbiamo trovato una sala di registrazione abbastanza grande e abbiamo affittato per due giorni il teatro Verdi di Cesena, dove tutto è iniziato».
How We Roll, il primo inedito di Rockin’1000, è un «classico pezzo rock» nato così, selezionando le parti migliori tra quelle ricevute e registrando in teatro con oltre cento persone. Uscirà prima dell’inizio della nuova tournée e chissà se avrà la fortuna di diventare uno dei cavalli di battaglia, suonato negli stadi in giro per il mondo da una banda di mille rocchettari capitanata da un geologo di Cesena.