La startup svedese Voi, attiva nel segmento del noleggio di monopattini elettrici, ha chiuso un round da oltre 23 milioni di euro (parte in equity, parte in debito), garantiti dagli investitori già coinvolti in operazioni precedenti. La notizia è rilevante perché va ad aggiornare un quadro europeo che negli ultimi tempi si è andato a strutturare: a inizio anno Dott e Tier – la prima olandese, la seconda tedesca – hanno unito le forze decidendo per la fusione.
Voi e gli altri
«Quando abbiamo iniziato c’erano circa 15-20 concorrenti per ogni gara d’appalto, ora siamo scesi a tre o quattro – ha commentato il Ceo di Voi Fredrik Hjelm -. Tuttavia, vediamo ulteriori possibilità di consolidamento per crescere: questo capitale è principalmente destinato all’espansione della nostra flotta».
Fondata nel 2018, Voi ha chiuso uno dei più grandi aumenti di capitale del settore della micromobilità nel 2021, assicurandosi più di 101 milioni di euro. La pandemia ha significato un’importante battuta d’arresto per queste società, con le flotte immobili a causa dei lockdown e della drastica riduzione degli spostamenti in città.
Che anni sono stati per la micromobilità?
Gli ultimi anni non sono stati facili, soprattutto perché in ambito VC si è fatta strada una maggiore cautela sugli investimenti. Stando ai dati di Atomico, in Europa il 2023 si è chiuso con 41,85 miliardi di euro raccolti da tutte le startup europee, mentre nel 2022 il fund raising aveva toccato i 76,2 miliardi di euro.
Una delle aziende europee della micromobilità finite in crisi è stata Cityscoot (attiva nel noleggio di scooter elettrici), che dopo aver lasciato il mercato italiano resta in una fase critica. Ma la situazione è complessa anche altrove: a fine 2023 Bird Global, società americana, ha dichiarato bancarotta attivando il Chapter 11.
Il round di Voi da oltre 23 milioni di euro e il consolidamento degli attori rimasti sul mercato suggerisce che la micromobilità non sia destinata a una crisi perenne, ma a un riassestamento. Con molte capitali europee che sposano le sfide sulla decarbonizzazione e il modello delle città 30 (come Parigi), è ragionevole attendersi una crescita della domanda di mezzi alternativi alle auto.