La CEO di Prana Ventures ha commentato i dati emersi dal paper sui round pubblicato da StartupItalia. “Questi numeri sono una buona notizia”
Quasi un miliardo di finanziamenti per le startup italiane nei primi mesi del 2022. Sono i dati che emergono dal paper pubblicato da StartupItalia in occasione dello StartupItalia Open Summit Summer Edition. Esattamente, stiamo parlando di 968.499.000 euro; per fare un raffronto, in tutto il 2021 sono stati investiti complessivamente 1 miliardo e 392 milioni. La crescita è evidente: parliamo di un incremento del +46,5%. I finanziamenti non sono l’unico indicatore positivo. Un incremento (+11,8%) c’è stato anche nel numero di operazioni: 104 oggi, rispetto alle 93 del 2021. Tuttavia, il dato più rilevante è che al netto di una simile quantità di round, sono cresciutigli investimenti da 10 milioni di euro in su. Se nel 2021 avevamo annotato 10 operazioni di questo tipo, quest’anno registriamo 16 investimenti. Crescita apprezzabile anche nel numero di round guidati da investori stranieri passati da 14 nel 2021 a 20 quest’anno con un incremento del 30%. Dati virtuosi e incoraggianti che riguardano l’intero ecosistema italiano e che ha commentato anche Lisa Di Sevo, Managing Partner and CEO Prana Ventures.
Nel primo semestre del 2022 abbiamo sfiorato il miliardo di euro di finanziamenti. In tutto il 2021 ne erano stati investiti complessivamente quasi 1,4 miliardi. Come vede in questo momento l’ecosistema startup italiano?
Lisa Di Sevo “Si tratta di dati favorevoli che rispecchiano al livello globale la fase ottima per l’ecosistema delle startup italiane, europee e internazionali e tutto ciò che si crea intorno a loro. Basti pensare all’interesse dei fondi governativi che quest’anno hanno contribuito in maniera cruciale con iniezioni di capitale verso aziende emergenti e promettenti. E’ un ottimo momento per il nostro ecosistema, anche per quanto riguarda gli operatori di mercato, che da circa 2 anni sono entrati nella filiera dell’ecosistema del venture capital. Se si pensa che fino a pochi anni fa gli operatori si contavano sulle dita di una mano, mentre oggi nascono nuovi fondi d’investimento, nuovi veicoli istituzionali, nuovi player. Ecco tutto questo ha portato numeri virtuosi e ottime performance”.
Cosa serve per attrarre capitali e rendere l’Italia ancora più competitiva?
Lisa Di Sevo: “Ci sono 2 aspetti cruciali. Il primo, gli italiani sono di natura poco propensi al rischio, e ancora oggi molti preferiscono investire sul mattone. Dunque per cambiare mentalità c’è bisogno di cambiare cultura a riguardo, e quindi vengo al secondo aspetto, c’è bisogno di maggiori politiche incentivanti, più agevolazioni fiscali e perché no, di maggiori incentivi anche per gli investitori non solo italiani, ma anche esteri.
Quindi secondo lei cosa è cambiato?
Lisa Di Sevo: “Nel vostro Paper sui round emerge un dato molto interessante, finalmente: più operatori e più investitori esteri guardano al mercato italiano, grazie ai risultati raggiunti dalla nostre startup e dal nostro ecosistema”.
Su quali settori più attrattivi si punterà maggiormente nei prossimi anni?
Lisa Di Sevo: “I settori che vedo spingere da qui ai prossimi anni sono senz’altro il cyber tech, la ciber sicurity sarà una chiave importante e anche il settore del Proptech, l’immobiliare legato alla tecnologia. Seguito ovviamente da clima, green tech e energy. Altri settori su cui puntare i riflettori: metaverso e web3 sono e saranno gli ambiti delle opportunità anche per le startup. Infine, il settore della logistica oggi anche a seguito dei risvolti della guerra in Ucraina, con cui il trasporto delle merci (essenziali e non) è diventato centrale”.
La fiducia nel crowdfunding ha visto una battuta d’arresto significativa nel 2022, secondo quanto emerge dal report di StartupItalia, perché?
Lisa Di Sevo: “La battuta d’arresto nel primo semestre 2022 per quanto riguarda l’equity crowdfunding, è senz’altro una conseguenza della paura post Covid e dell’attuale instabilità dei mercati. Le campagne di crowdfunding sono, generalmente fatte da piccoli risparmiatori e, in una situazione di incertezza come quella che stiamo vivendo, c’è un’attenzione maggiore alla prudenza e più propensione al risparmio”.
Un’ultima battuta sull’imprenditorialità femminile. I dati di oggi ci dicono che c’è ancora un ritardo importante sulla partecipazione delle donne alla vita di impresa, con implicazioni molto forti in termini economici. Come vede lo scenario italiano a riguardo e cosa è necessario fare.
Lisa Di Sevo: “C’è bisogno di più politiche a sostegno della famiglia. Più condivisione di strumenti di welfare e di conciliazione tra la vita familiare e quella lavorativa. E di maggiore accesso al credito, accompagnata da un’adeguata formazione finanziaria. Di fronte al Covid, molte aspiranti imprenditrici devono aver ritenuto opportuno fermarsi e attendere un momento più propizio. Tra aprile e giugno 2021, infatti, le iscrizioni di nuove aziende guidate da donne sono oltre 10mila in meno rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Durante il periodo di emergenza abbiamo visto un rallentamento della nascita imprese femminili, a testimonianza del fatto che il peso più rilevante in quelle fasi difficili è ricaduto e ricade sulle spalle delle donne. La strada è di rafforzare gli strumenti utili per sostenere le donne a far nascere le loro imprese”.