Snapchat batte Facebook sul tempo? Non proprio. Andiamo con ordine: la notizia è di questa notte ora italiana ed è stata annunciata dal fondatore di Square (e Twitter) con un tweet. “Snapcash!”, ha cinguettato Jack Dorsey. A Evan Spiegel, genitore dell’applicazione nota per la condivisione di foto e video che si autodistruggono in pochi secondi, il compito di spiegare alla stampa americana, Re/code e TechCrunch, la novità. Si tratta dell’integrazione di Square Cash all’interno di Snapchat (per ora solo la versione per Android, iOs arriverà più avanti) e della conseguente possibilità di inviare denaro dalle finestre di conversazione dell’app come se si trattasse di un normale scambio di testo o poco più.
Digiti l’importo e confermi la volontà di inviarlo con il tasto verde con l’inequivocabile simbolo del dollaro che appare a destra. Il campo è lo stesso in cui si sta per muovere Facebook con il suo Messenger, come confermano le schermate circolate a inizio novembre. Le uniche carte supportate da Snapcash, come da termini di servizio di Square Cash, sono quelle di debito di Visa e MasterCard emesse negli Stati Uniti. Niente Paypal, prepagate, carte di credito o bancomat. Il servizio, infatti, si limita al territorio americano e nonostante il probabile interesse di Spiegel a farlo sbarcare anche altrove è probabile che sarà così anche in futuro. La strategia di Square di concentrarsi sul mercato domestico è chiara da tempo.
Tornando a Snapcash, e alle condizioni dell’originario Square Cash, si possono inviare al massimo 250 dollari a settimana, oltre questo limite viene richiesta un’ulteriore conferma dell’identità. Per utilizzarlo bisogna essere maggiorenni. Snapchat non sarà coinvolto in alcun modo nella gestione delle informazioni bancarie di chi sceglie di sfruttare la possibilità.
Perché è rivoluzionario? Snapchat è effettivamente il primo social network ad aver integrato un servizio di trasferimento di denaro. O meglio, il primo social network fuori dall’Asia. In Cina WeChat ha già dimostrato come il profilo utilizzato per l’instant messaging possa essere utilizzato per fare acquisti e inviare soldi. L’applicazione Square Cash stessa permette già di mandare soldi da uno smartphone all’altro e lo stesso si può fare anche con la posta elettronica. Venmo è ugualmente attivo sui dispositivi mobili. Il futuro è l’adozione di soluzioni simili da parte di piattaforme non legate solo al mondo finanziario ma anche agli scambi privati. Spiegel ha dimostrato di averlo capito e ha sfruttato l’onda (mediatica) nel momento in cui si sta per gonfiare.
Perché non lo è? Appoggiandosi a Square, oltre a subire il limite geografico e delle carte supportate, Snapchat non funge da tramite vero e proprio per lo scambio e non potrà competere sul campo di Paypal o Venmo e del servizio di Dorsey stesso, che sono poi i veri bersagli di chi, come Facebook, si sta muovendo in questa direzione. Menlo Park, non a caso, per lavorare ai trasferimenti attraverso Facebook Messenger ha scelto l’ex numero uno di Paypal David Marcus e si muoverà probabilmente in autonomia. L’app di Spiegel parte inoltre da un bacino d’utenza limitato, 100 milioni di utenti, rispetto ai 500 milioni che comunicano mensilmente con Messenger. Senza dimenticare che aggiungendo Whatsapp si vola oltre il miliardo. Dalla sua Spiegel ha la preferenza del pubblico più giovane, destinata a fare la differenza in futuro.
Ecco un video che mostra come funziona: