Secondo l’ultima indagine di mercato condotta da MySecretCase, tra le realtà più note nel settore dei sex toys, il 60% di coloro che acquistano questo tipo di prodotti lo fanno abitualmente. Il 25% sono uomini, Il 35% coppie e il 40% donne, soprattutto tra i 20 e i 45 anni. Ma non solo. Come rileva una studio condotto da Twilo, brand pugliese di device tecnologici per il piacere sessuale che fa capo alla società Netingerie, la maggioranza dei giovani tra i 20 e i 25 anni oggi è molto più all’avanguardia da questo punto di vista e ha più voglia di sperimentare. Questa nostra nuova puntata alla scoperta delle startup che si occupano di sesso va alla scoperta del target che più è attratto dal mondo dei sex toys. Se pensate di sapere già la risposta, probabilmente vi state sbagliando.
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GenZ alla riscossa
La GenZ è tra i principali acquirenti di sex toys. «Si tratta di una generazione che è molto più informata e anche più curiosa di sperimentare cose nuove, sempre diverse – racconta Andreina Serena Romano, CEO di Twilo – Da generazione a generazione l’approccio ai sex toys è cambiato moltissimo. E proprio per questa ragione noi abbiamo modificato e diversificato la nostra offerta. I ragazzi di oggi hanno un concetto di affettività che esula dalla paura dell’emozione, come se fossero molto più trasparenti e meno chiusi in cliché e pregiudizi». Insomma, i giovani d’oggi abbracciano più spesso un amico/a e vivono l’affettività in modo meno trattenuto, ma c’è una nota dolente: «Da un sondaggio che abbiamo effettuato abbiamo scoperto che il 45% delle persone intervistate non hai mai usato un preservativo». Twilo lavora non solo per abbattere questi tabù ma anche per informare e raccontare una storia che è nata come una sfida contro i pregiudizi, la malizia e in barba ai cliché.
Quella di Twilo è la storia di una realtà imprenditoriale che ha provato ad abbattere le barriere culturali e sessuali aprendo una sede di sex tech nel profondo Sud, a Taranto. Scopriamo assieme come è andata.
Twilo, a Taranto per innovare il sex tech
Quando Andreina Serena Romano si è messa in testa di fondare un’azienda che realizzasse gadget per il piacere sessuale aveva un’idea ben precisa: quegli oggetti, oltre a dare piacere, dovevano essere anche belli da vedere, proponendosi come pezzi di design. Oggi Twilo ha un brevetto registrato, ha ricevuto il premio “Premio Angi” alla quinta edizione dell’Oscar dell’Innovazione, consegnato dall’associazione nazionale “Giovani Innovatori”, e dal suo headquarter di Taranto e dalla sua sede di Potenza vende in tutta Italia.
La strada è stata in salita e quella salita non è ancora finita ma per Andreina è già una grande soddisfazione. «Puntiamo a unire design, tecnologia e piacere, sviluppando consapevolezza verso se stessi e cercando di cambiare non solo il modo di parlare di sesso ma anche quello di percepire la sessualità – spiega la CEO – Non ci rivolgiamo solo alle donne: i nostri prodotti possono essere usati anche dagli uomini o in coppia. Di fatto, la nostra community è composta per 45% da uomini e per il 55% da donne, con target di età variegato. Insistiamo e lavoriamo molto sulla comunicazione, allontanandoci dall’idea che per provare piacere si abbia necessariamente bisogno di un partner. E lo facciamo in un territorio molto sfidante: il Sud Italia. La libertà è l’unica regola che conosciamo».
Dai preservativi ai gioielli stimolanti
I prodotti di Twilo sono creati con materiali sostenibili e partono da una gamma di preservativi vegani, dove il lattice è solo di origine vegetale, a una serie di sex toys che possono essere portati ovunque con la massima discrezione. «Per esempio stiamo lavorando al lancio di una collezione di gioielli che si possono indossare con la massima sicurezza e discrezionalità ma che, in realtà, fungono da stimolatori.
Per esempio, la collana “Afrodite”, fatta in metallo per il corpo e disponibile in 4 colorazioni diverse che nasconde stimolatori – racconta Andreina – Questo è anche un modo per sdoganare l’oggetto e tanti tabù ancora legati alla sfera sessuale. Inoltre, lanceremo anche alcuni prodotti immaginando il momento della sessualità legato alla parte olfattiva. In questa direzione, abbiamo realizzato un profumo basato su note arabe che ha composto per noi un maestro profumiere di Matera.
In programma c’è, poi, anche il lancio della collezione di lingerie “Santissima”, che stuzzicherà la fantasia». Ma non solo, l’app sarà la prossima frontiera. «I nostri oggetti sono sviluppati con forme e caratteristiche in grado di attivare nel modo più efficiente possibile i centri del piacere e soddisfare i bisogni sessuali degli uomini e delle donne – spiega la CEO – Siamo abituati a vedere i sex toys come qualcosa che è al di fuori del nostro corpo, ma noi li vogliamo rendere più “umani”, non in sostituzione di qualcosa ma come strumento che aiuta a stare bene».
Progetti per il futuro di Twilo
Nel futuro di Twilo c’è, come accennato, il lancio dell’app. «Siamo pronti al lancio di un’applicazione che abbiamo sviluppato con una startup del Mezzogiorno e alla quale abbiamo dedicato un anno di tempo. L’app si muove su 3 direttrici principali: lo stoccaggio dei nostri prodotti, che si possono comandare anche attraverso il telefono, un servizio di videochat che garantisce il totale rispetto della privacy, e un calendario sessuale pensato con un design e una grafica divertente dove poter monitorare e annotare la propria attività sessuale. In ultima istanza, presenteremo anche un quiz al quale risponderanno i nostri esperti».
E anche in questo caso il target di riferimento è sorprendente: «Comunemente si pensa che ci rivolgiamo principalmente alle donne, ma a richiedere l’utilizzo in remoto del telecomando per l’elettrostimolazione sono, principalmente, gli uomini, che rappresentano l’80%». Oggi a lavorare in Twilo ci sono 15 persone, di cui 5 full-time. «Questo è un campo che in Italia non ha una grande storia di professionisti ma che apre a tanti scenari possibili. Vogliamo esplorarli e crescere sempre di più. Per adesso in Puglia e in Basilicata ci stiamo trovando molto bene, è stata una sfida difficile, ma soprattutto la Puglia è una regione ricettiva da questo punto di vista», conclude la CEO, con l’auspicio di una crescita in costante divenire.