Intervista ad Andrea Armellini, ideatore di Socloo, piattaforma di social learning, che porta la scuola online, tra condivisione e collaborazione
“Con sei figli il mondo della scuola l’ho visto da vicino. Ne ho testato la lentezza in fatto di digitalizzazione ed è stato questo che mi ha dato l’idea di Socloo”. Andrea Armellini è un imprenditore nel campo del software. Ma soprattutto è un genitore: l’esperienza con i suoi figli, che hanno dai 9 ai 15 anni, lo ha convinto che la scuola ha ancora molti problemi sul fronte digitale, “un po’ per mancanza di sostegni economici adeguati – spiega – un po’ per lo scetticismo di molti docenti verso tecniche di insegnamento che prevedono il supporto della tecnologia”. Così ha dato vita a una piattaforma che mette in rete genitori, studenti e insegnanti, in “un unico punto di entrata per il social learning ”.
A che punto è il progetto?
In questi primi mesi di avvio siamo stati noi ad andare nelle scuole della nostra zona, a nord-ovest di Milano, per presentare il progetto ai presidi. Devo dire che ci hanno accolti molto bene, perché sentivano l’esigenza di aumentare la formazione dei docenti in ambito digitale. Molti insegnanti che abbiamo incontrato erano poco reattivi all’idea di insegnare su una piattaforma del genere, perché per loro è una cosa nuova. Per ora abbiamo coinvolto una ventina di scuole, e il liceo Majorana di Rho è stato il primo a sbarcare sulla piattaforma. Nei prossimi mesi apriremo Socloo a livello nazionale: questo significa che potranno essere direttamente i docenti a iscriversi alla piattaforma in modo completamente autonomo.
Come funziona Socloo?
La piattaforma serve a creare una interazione tra docente e studente diversa da quella che c’è nelle lezioni frontali in aula e dare spazio a metodi di apprendimento non tradizionali, dalle lezioni online alla didattica basata sul modello della scuola capovolta, la flipped classroom. E’ un social network a tutti gli effetti ma è privo dell’aspetto ludico, perché ci sono gerarchie di utenti. I docenti possono creare dei gruppi dove gli studenti partecipano e interagiscono ma la struttura resta sempre verticalizzata sull’insegnante che è l’amministratore del gruppo. L’aspetto sociale sta nel fatto che i gruppi di condivisione non sono chiusi nell’ambito della singola scuola ma possono aprirsi a più istituti diversi.
Quanto costa il social learning?
Zero. La scuola non deve dotarsi di una piattaforma specifica, avviene tutto in cloud e gratis. Socloo è open source, vuol dire che siamo aperti a collaborazioni e implementazioni. Tutto questo a costo zero. Siamo in attesa di poter stringere una collaborazione con il Miur, per poi avviare una campagna di crowdfunding in modo da garantire anche in futuro la gratuità e l’assenza di banner pubblicitari.