Alberto Dalmasso insegna che per costruire un unicorno serve ambizione condivisa: non fermarsi al primo successo e puntare sempre più in alto. La sua scelta di lasciare un percorso stabile per fondare Satispay mostra come il dubbio trasformato in azione possa guidare innovazione, di recente anche nel welfare aziendale. Fondamentale è partire da un’esigenza concreta – semplificare i pagamenti piccoli – e restare fedeli a quella visione. Crescere significa reinventare continuamente prodotti, squadra e strategie. Insomma: non accontentarsi mai è l’ingrediente chiave.
«Dopo tre anni in una realtà in cui stavo crescendo mi sentivo quasi mancare il fiato in un paio di occasioni. Perché mi sembrava di non essere in controllo della mia carriera e di non fare la differenza». Farsi le domande e cercare le risposte. In fondo la chiave vincente è tutta lì. Mettersi in gioco, anche quando il gioco si fa più duro. Anche quando mancano le risposte, nonostante le domande. Ma le fragilità vanno affrontate di petto, ascoltate, comprese e solo dopo messe al tappeto. La vita straordinaria che stiamo per raccontare contiene tutto questo e molto di più. La voglia di resettare tutto e ricominciare da zero, l’intuizione geniale, il coraggio di provarci, riprovarci e riprovarci ancora. E alla fine farcela per davvero.

Ecco, questa è la Vita Straordinaria di Alberto Dalmasso. E lui la racconta proprio così, partendo dal suo periodo precedente a Satispay. Oggi Alberto è CEO dell’unicorno fintech tra i leader nel settore dei pagamenti svincolati dal sistema delle carte. Siamo in piazza Fidia, nel cuore di quella Milano nota nel mondo come Isola e raccontata dal Guardian come una delle dieci tappe imperdibili della città. Precisamente siamo a ovest di questo distretto che il mondo ha imparato a conoscere. Un tempo area difficile, oggi quartiere trendy caratterizzato da graffiti e stradine con boutique alla moda, alimentari bio, trattorie a conduzione familiare e iconiche caffetterie. Qui c’è l’headquarter di Satispay, la creatura co-fondata da Alberto Dalmasso. Ecco, se oggi possiamo pagare un caffè con lo smartphone lo dobbiamo proprio ad Alberto e ad altri suoi compagni di viaggio, tutti giovani imprenditori piemontesi.

Perchè Satispay è una startup a portata di app che di fatto ha consentito ai consumatori e agli utenti digitali di effettuare anche piccoli pagamenti grazie ai dispositivi mobili. E quanta strada ha fatto Alberto con la sua squadra. In tasca l’immancabile smartphone e un mercato da contaminare. Alberto Dalmasso, classe 1984, una laurea in economia e sei anni di esperienze in ambito commerciale. Poi nell’estate 2012 l’intuizione di Satispay, l’idea di licenziarsi e iniziare a fare le cose sul serio.

Tutto è partito da un bisogno concreto, reale, per molti irrealizzabile: creare la possibilità di pagare anche piccole somme di denaro senza contante. Ma l’impossibile in alcuni casi diventa possibile. Questa è la storia di Alberto Dalmasso, una delle nostre Vite Straordinarie. E questo è il suo ritratto fuori dal comune.