Esplorare le profondità marine grazie a un sofisticato sistema di monitoraggio e comunicazione subacquea wireless è la missione che porta avanti WSense, startup fondata come spinoff dell’Università Sapienza di Roma che sin dalla sua nascita si occupa di IoT subacqueo. Guidata da Chiara Petrioli, informatica che da anni si occupa di mobile computing, reti wireless, le reti di sensori e comunicazione acustica subacquea, WSense nel corso del tempo ha raccolto 13 milioni di euro, 9 milioni solo nel suo ultimo round di Serie A chiuso a ottobre 2023. Fin dove vuole arrivare questa realtà tutta italiana? E che piani ha in mente nel futuro? Lo abbiamo chiesto alla sua stessa CEO in un’intervista.
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WSense e l’IoT subacqueo
«Semplifichiamo il wifi sottomarino tramite la comunicazione acustica e ottica e abbiamo sviluppato una serie di brevetti che ci permettono di dirottare il router wireless, così da creare una copertura nell’ambiente sottomarino avvalendoci della connettività tra sensori, attuatori e droni – spiega Chiara Petrioli – Questo scambio di dati permette di realizzare sistemi autonomi e robotici per poter ottimizzare e controllare gli ambienti e i processi produttivi della Blue Economy». È stato un lungo viaggio quello di WSense, che ha realizzato un gateway per il mondo dell’IoT con reti wireless e GPS sottomarini. «A tre anni dalla produzione, abbiamo dispiegato i sistemi in due dozzine di siti dal nord della Norvegia fino al Mediterraneo e al Mar Rosso, per oltre 1 milione e 700mila datapoint – spiega la CEO – Così possiamo acquisire e fornire una quantità di dati di controllo in tempo reale con sistemi di allarme sottomarino che possono essere digitalizzati nel settore della Blue Economy, in forte crescita, con un mercato da oltre 200 milioni in cui l’Italia può essere una vera protagonista».
Gli ultimi progetti di WSense
A investire in questa realtà sono, soprattutto, investor del deeptech. «In particolare lavoriamo nel B2B con grandi aziende a vocazione internazionale – spiega Chiara – Siamo passati da una presenza consolidata sul territorio italiano, con una controllata norvegese, fino all’Europa e all’Arabia Saudita e stiamo crescendo sempre di più a livello internazionale con grandi aziende leader del settore nell’energia, del monitoraggio ambientale, della protezione delle aree marine protette». Tra le prossime novità di WSense c’è una tecnologia che permette di monitorare un ambiente offshore fino a 3000 metri. In questo progetto, WSense lavora in sinergia con altri ecosistemi come Leonardo e Fincantieri. «Ci occupiamo del monitoraggio di infrastrutture critiche con grandi aziende a livello internazionale e stiamo portando sul mercato nuove partnership».
Un progetto che sta vedendo anche lo sviluppo di un ecosistema che parte da Roma, nei laboratori della Sapienza. «Il gruppo che coordino ha creato la base per nuove soluzioni tech che vengono costruite in collaborazione con innovatori e manager di successo, al fine di mettere a terra una realtà sempre più all’avanguardia», specifica la CEO.
I prossimi obiettivi di WSense
«L’obiettivo di questa tecnologia a livello internazionale è accelerare la crescita – svela Chiara – Nei prossimi 3 anni vogliamo anche raddoppiare l’organico ed è previsto un altro round nel 2025». Il team, composto da 50 persone, con headquarter a Roma e Genova, oggi è presente anche in Norvegia, Francia, Dubai e Abu Dhabi.
«Stiamo implementando il nostro piano e le nostre tecnologie brevettate – afferma la CEO – La nostra realtà, partita nel 2017, ha sviluppato una serie di brevetti internazionali che ci hanno permesso di andare sul mercato e lavorare per rendere possibile qualcosa che prima non lo era. Grazie ai dati in tempo reale, il monitoraggio dell’ambiente marino sta cambiando con sistemi di piena digitalizzazione che abilitano una serie di servizi». Vogliamo realizzare un cambiamento nella Blue Economy, che sta iniziando e vedrà una fase di crescita in cui le nostre tecnologie saranno completamente coinvolte».