Zuckerberg, Telefono Azzurro e Save the Children hanno lanciato una piattaforma online per combattere il cyberbullismo, supportando ragazzi, insegnanti e genitori
L’hanno picchiata, minacciata telefonicamente, poi hanno iniziato gli appostamenti sotto casa. Lara (nome di fantasia) è l’ennesima vittima del bullismo. A denunciare quanto è accaduto a Casalecchio (Bologna), è stata la stessa mamma della 15enne: “Mentre la picchiavano – ha raccontato al Corriere della Sera – le altre ragazze incitavano a massacrarla”.
Un nuovo episodio, registrato dalle forze dell’ordine, raccontato dai giornali. In questi giorni finirà sui banchi del consiglio comunale di Bologna. Scatteranno le indagini, la bulla sarà sicuramente individuata e forse punita. Ancora una volta quanto accaduto a Lara ci interpella: che cosa stiamo facendo per loro? Che cosa stiamo mettendo in atto per aiutare chi si sente un bullo? Per chi finisce nelle mani dei cosiddetti violenti?
A dare una risposta concreta ci ha pensato Facebook che ha lanciato la piattaforma, Safety Bullying, perprevenire il bullismo. Dove non è arrivata la scuola, è arrivato Zuckerberg. Il progetto nato in collaborazione con Telefono Azzurro e Save The Children, è stato creato dagli ingegneri di Facebook e dallo Yale Center for Emotional Intelligence.
La piattaforma è dedicata ai ragazzi, agli insegnati e ai genitori e fornisce strumenti concreti per agire.
“Se scoprissi che un tuo studente è stato vittima di bullismo o ha compiuto atti di bullismo, cosa faresti o diresti?”.
Ecco la guida per non stare con le mani in mano. Facebook, agli insegnanti che si accorgono che un loro studente è un bullo, suggerisce di prendere sul serio quel ragazzo, parlando con lui in un luogo tranquillo e ricordando che i docenti sono un modello. Non solo: gli operatori suggeriscono persino un piano d’azione da mettere in atto con lo studente.
Un manuale virtuale utile anche ai ragazzi che possono trovare una guida per affrontare amici vittima o “nemici” che si accaniscono: strumenti di difesa per combattere anche il cyberbullismo che vede spesso Facebook “complice” senza responsabilità.
Ai giovani è suggerito il blocco delle persone ritenute pericolose e una serie di altre azioni per essere all’altezza della difficile situazione.
“Ogni giorno tramite la nostra linea 19696 e la chat – afferma Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro e ordinario di Neuropsichiatria infantile presso l’Università di Modena e Reggio Emilia – rispondiamo a ragazzi di tutt’Italia che hanno bisogno di essere aiutati perché vivono esperienze di bullismo online. Nell’era degli smartphone è impraticabile un’azione di mero controllo. È invece indispensabile che, fin dai primi passi mossi in rete, i ragazzi apprendano ad esercitare il proprio senso critico, a comportarsi in modo pro-sociale, ad evitare i rischi e a chiedere aiuto. La sinergia tra aziende tecnologiche e terzo settore, anche nella ricerca di buone prassi e nella formazione, rappresenta un passo importante per la tutela dei ragazzi online”.