L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato un procedimento istruttorio nei confronti del colosso americano Meta per presunto abuso di posizione dominante in violazione dell’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). L’operazione, nella quale l’AGCM ha collaborato con gli uffici competenti della Commissione Europea, è l’ennesima che nel Vecchio continente prende in esame l’operato delle Big Tech americane.

AGCM: quali sono le accuse a Meta
La ragione che ha spinto l’Autorità ad avviare l’istruttoria riguarda la pre-installazione dei servizi di AI sulle app di WhatsApp, società parte della Big Tech guidata da Mark Zuckerberg. “Meta, che detiene una posizione dominante nel mercato dei servizi di comunicazione via app – si legge nel comunicato – a partire da marzo 2025 ha deciso di pre-installare il proprio servizio di intelligenza artificiale, denominato Meta AI, abbinandolo all’app WhatsApp senza che gli utenti lo abbiano chiesto. Peraltro, Meta AI è stato posto sulla schermata in una posizione prominente e integrato nella barra di ricerca”.

Secondo l’AGCM l’ex gruppo Facebook “appare in grado di trainare la propria base utenti nel nuovo mercato, non attraverso una concorrenza basata sui meriti, ma imponendo agli utenti la disponibilità dei due servizi distinti con potenziale pregiudizio dei servizi concorrenti”.
Il commento da parte di Meta sulla vicenda è il seguente: “Offrire accesso gratuito alle nostre funzionalità di intelligenza artificiale su WhatsApp dà a milioni di italiani la possibilità di scegliere di usare l’AI in un ambiente che già conoscono, di cui si fidano e che comprendono. Stiamo collaborando pienamente con l’Autorità italiana garante della concorrenza”.