Noemi Mariani fa la content creator. Il suo format spopola nei feed dei fuorisede. Datele uno smartphone e qualche foto di appartamento affittato a una cifra folle e avrete uno stand-up comedy formato story
I più cinici faranno spallucce: è il mercato, bellezza. Nel frattempo la libreria di annunci si popola giorno dopo giorno, ora dopo ora, con proposte di affitto o vendita. In alcuni casi, appartamenti stupendi. D’altronde Milano fa rima con design. Ma in altri, bastano le immagini. Monolocali spacciati come open space, situazioni igienico-sanitarie precarie, letti singoli ricavati in ripostigli. La capitale delle startup è anche la capitale dei fuorisede, degli studenti, dei giovani lavoratori, di chi viene nel cuore della Lombardia produttiva alla ricerca di un sogno, di un titolo di studio. E poi fa i conti con la realtà. «Io sono una milanese sfigata. Pur avendo la famiglia di qua non ho ereditato nulla». I tratti della milanese imbruttita, Noemi Mariani, 34 anni, li ha tutti. Fa la content creator e non le manda mai a dire. Basta fare un salto sulle sue “recensioni” di TikTok, in cui commenta gli annunci dell’ultima imperdibile offerta a due passi dalla fermata della metropolitana, comodissima per gli studenti. «Sono incazzata con la mia città. Quando ho lanciato il format Case da incubo non pensavo facesse così ridere».
Un blog per cominciare
Copywriter e libera professionista, Noemi Mariani è una content creator che ha scoperto la passione per gli sketch collaborando con Michelle Hunziker. «Ho avuto la fortuna di lavorare con lei come autrice. In tante occasioni mi hanno messo davanti alla telecamera. Ed è lì che ho capito di voler stare». Datele uno smartphone e qualche foto di casa affittata a una cifra folle e avrete uno stand-up comedy formato story. Molto del suo modo di stare online Noemi lo deve a un blog, mangiapregasbatty, inaugurato più di dieci anni fa (anche se oggi non è più attivo).
«Nel 2012 sono stata in Australia – ci racconta – ed è stato un anno tosto. Così mi sono decisa a raccontare lì quel che vivevo». Nel 2012, se vi ricordate, c’era Facebook a dominare lo scenario social con qualche timido early adopter di qualcosa chiamato Instagram. Oggi mangiapregasbatty è il nome dell’account ufficiale di Instagram, su cui Noemi rilancia i propri contenuti. Ma è su TikTok che affila l’ironia. «Milano è casa mia, ci lavoro da 10 anni. Bene o male fatturo, il lavoro va bene. Ma con quello che mi poteva garantire la banca trovavo ben poco». Così, in uno dei suoi momenti di sbatti, ecco nascere il format.
Open space, 10 metri quadri
«Tutto è partito a febbraio 2022. Ho iniziato a commentare alcuni annunci. E la gente mi scriveva: vai avanti». La community, fuorisede o ex che hanno mantenuto il ricordo di una Milano tanto bella quanto cara, era lì ad aspettarla. Milano e non solo: ce n’è per tutte le città su Case da incubo. «Io non pensavo neanche di andare avanti». Nei primi mesi ha carburato, con puntate che hanno mostrato le case da incubo che si trovano sulle varie piattaforme online in cui gli appartamenti vengono messi in affitto o in vendita. «Poi, meno male, Jonathan Bazzi è stato il primo dei famosi a dire le cose come stanno». Da allora un sacco di personaggi pubblici hanno preso posizione sul tema del caro affitti e, in generale, caro vita sotto la Madonnina. Secondo alcuni parlare male di Milano è l’ultima moda nata, non a caso, a Milano.
Su questo la stessa Noemi qualche sassolino dalla scarpa se lo vuole levare. «Bene che se ne parli. Ma la Milano che fa fatica non è quella. Io il problema lo vivo e sono stata tra le prime a parlarne». Su TikTok è una colata di contenuti. «Lo faccio perché sono incazzata con la mia città. Sono nata qui e vedo che non mi piace più. L’aria fa schifo e i costi dell’affitto non ti permettono di vivere sereno». E c’è un nome se vuoi denunciare tutto questo sui social: de-influencing. Non pubblicizzare qualcosa, ma criticarlo apertamente. «Mi permette di mantenere una comunicazione vera, posso esprimere come voglio il mio punto di vista. Certo, è difficile che un brand arrivi e mi dica facciamo qualcosa insieme. Ma io lo faccio per posizionarmi: il mio obiettivo è continuare a fare la content creator».