Circa 50mila numeri di telefono “infettati”. Nel mirino giornalisti, oppositori politici e manager
Nelle ultime ore un consorzio di media internazionali – tra cui il Washington Post e il Guardian – ha pubblicato uno scoop che denuncia un’attività di controllo da parte di diversi governi su circa 50mila numeri di telefono. Giornalisti, attivisti e oppositori politici, ma anche manager, sarebbero stati spiati attraverso un sofisticato spyware in grado di leggere tutte le informazioni contenute negli smartphone, superando anche le difese tecnologiche più potenti. Pegasus, questo è il nome del prodotto dell’israeliana NSO, è l’hacking software, o uno spyware, più potente mai realizzato da un’azienda privata.
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Pegasus: zero click attack
Il prodotto è brevettato e venduto dalla NSO a governi in tutto il mondo e, stando al Guardian, la prima versione documentata di Pegasus risale al 2016. Da allora la tecnologia si è evoluta, passando dall’infettare un device attraverso un semplice click al cosiddetto “zero click attack”. Non occorre nemmeno che la vittima clicchi sul link di una mail o di una chat. Ecco perché , secondo il Washington Post, tecnologie simili rappresentano un pericolo per la democrazia, soprattutto quando cadono nelle mani dei governi meno trasparenti.
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Pegasus è in grado di leggere qualsiasi messaggio, chat o mail; ha pieno accesso a materiali come foto e video, che può saccheggiare senza che il proprietario se ne accorga; e può registrare qualsiasi telefonata. Lo scandalo sta investendo anche l’Europa: l’Ungheria di Victor Orban, infatti, sembrerebbe essere coinvolta nell’utilizzo dello spyware anche se il leader magiaro ha subito negato. L’inchiesta ha fatto i nomi di diversi governi in tutto il mondo, dall’India fino all’Arabia Saudita.
NSO, l’azienda
Fondata nel 2010 in Israele, NSO è un’azienda leader a livello globale nel campo della cybersecurity. Pegasus è il suo prodotto di punta e, come si legge sul sito ufficiale, il suo obiettivo è combattere il terrorismo e il crimine per rendere il mondo più sicuro. Da Adnkronos si apprende che la società ha commentato la vicenda sottolineandone l’infondatezza e aggiungendo che il gruppo non è comunque in grado di controllare l’utilizzo del software ceduto ai propri clienti.