Monitorare il traffico in uscita dal PC per garantire che i dati in uscita non costituiscano un rischio per la sicurezza. Il lavoro di un team del Politecnico di Torino diventa startup
Dal singolo utente al piccolo studio di professionisti, fino alle multinazionali: il web tracking – tracciamento dei comportamenti di navigazione su una pagina web da cui è possibile risalire agli interessi e le abitudini degli utenti – è un’attività utile a sviluppare strategie di marketing digitale. Ma, allo stesso tempo, le mail di phishing e i numerosi attacchi informatici su siti e piattaforme web testimoniano che è necessario monitorare la dispersione di dati e trovare un sistema che sia in grado di bloccare per tempo quello che è il traffico “malevolo”. Al Politecnico di Torino, Hassan Metwalley, Stefano Traverso e Marco Mellia, tre ricercatori specializzati sul web tracking e che hanno condiviso il percorso di dottorato, hanno sviluppato la soluzione: una tecnologia, coperta da brevetto, in grado di filtrare il traffico dei dati in uscita e individuare l’eventuale presenza di minacce.
La tecnologia si è trasformata in un progetto d’impresa: Ermes Cyber Security. Attualmente la startup fornisce un servizio di monitoraggio e report sull’analisi dei dati che, entro la fine dell’anno, evolverà nella versione beta di una piattaforma personalizzata in base alle esigenze e alle dimensioni aziendali dei clienti. Abbiamo intervistato Hassan Metwalley, co-fondatore di Ermes Cyber Security, per capire qual è il cambiamento portato in dote dal prodotto sviluppato.
StartupItalia!: Da ricercatori a imprenditori. Com’è avvenuto questo passaggio?
Hassan Metwalley: La nostra specializzazione come dottorandi e poi ricercatori del Politecnico di Torino è stata sempre focalizzata sui sistemi di web tracking e sulle soluzioni informatiche in grado di analizzarne il funzionamento. Siamo poi arrivati al deposito di un brevetto su una tecnologia capace automaticamente di individuare e bloccare il traffico dati potenzialmente pericoloso. Diversi colleghi hanno iniziato a suggerirci di commercializzare quel risultato, visto che rappresentava una soluzione innovativa e non ancora disponibile sul mercato. Così ci siamo ritrovati a fare corsi sui business plan e a partecipare a competition: le prime sono andate abbastanza male ma sono servite da stimolo per imparare a indossare meglio i panni dell’imprenditore.
SI!: Che cosa offre esattamente Ermes Cyber Security?
HM: É un filtro, lato client, che cattura tutto il traffico dati in uscita, inviandolo a un server che elabora delle informazioni e individua la presenza di eventuali minacce. Vengono quindi autorizzate solo le connessioni verso l’esterno riconosciute come affidabili. Il vero problema è che sono in molti a non avere idea di quali sono le informazioni inviate ai sistemi di web tracking: averne contezza, e capire quali sono le conseguenze, rappresenta una soluzione per prevenire gli attacchi informatici. Nello specifico, oggi, quello che offriamo è un servizio di reportistica che deriva da un monitoraggio, da 1 a 3 mesi e con l’utilizzo dei nostri software, del traffico dati. Entro la fine dell’anno sarà sul mercato una piattaforma customizzata a seconda delle dimensioni dell’azienda: nel caso di una multinazionale, i dati saranno inviati a un server interno; nel caso di una micro o piccola impresa, a quello di Ermes.
SI!: Qual è il target a cui vi rivolgete?
HM: Abbiamo iniziato con un modello B2C ma ci siamo resi conto che i fruitori interessati a una piattaforma del genere sono soprattutto le aziende. Fino ad oggi abbiamo lavorato con una quindicina di imprese, concentrate principalmente nel Nord Italia, che sono state i nostri tester e da cui abbiamo ricevuto feedback molto positivi. Non c’è un settore operativo dominante perché le minacce del web tracking sono trasversali a qualsiasi attività.
SI!: Ci sono evoluzioni in programma nel breve termine?
HM: Prima abbiamo sfruttato il vantaggio tecnologico della soluzione individuata, senza concentrarci appieno sullo sviluppo del prodotto, cosa che faremo d’ora in poi. Abbiamo concluso una campagna su Mamacrowd, nel mese di agosto, con un seed di investimento di 300 mila euro che ci permetterà di avere le risorse necessarie per finalizzare la piattaforma e portarla sul mercato, nella versione beta, entro la fine dell’anno. Lo step successivo sarà un secondo round di investimento da destinare alle attività di marketing e di costruzione di una solida ed ampia rete commerciale.