Al saluto del Presidente alla stampa, Macron ha detto che vuole varare una legge per bloccare le fake news che mettono a rischio la democrazia
Il 3 gennaio Emmanuel Macron, durante il saluto alla stampa, ha dichiarato di voler regolare il problema delle fake news.
LIVE | Vœux 2018 du Président de la République @EmmanuelMacron à la presse.https://t.co/lzLrI5TW4s
— Élysée (@Elysee) January 3, 2018
Macron vuole dare la possibilità, in caso di diffusione di fake news, di potersi rivolgere a un giudice per chiedere di cancellare il contenuto falso, disattivare l’account social di chi l’ha diffuso e bloccare il sito su cui è stata pubblicata la notizia. Sotto la lente di ingrandimento ovviamente ci sono gli organi di disinformazione russa. Macron, già vittima di campagne mirate contro di lui quando correva per le elezioni presidenziali, aveva escluso dalla stampa accreditata Sputnik e RT (Russia Today), accusandole di aver contribuito a diffondere notizie false sul suo conto. RT ha tra l’altro aperto a metà dicembre un canale in Francese per “riportare quelle notizie non riprese dai media mainstream”.
La situazione nel Vecchio Continente
Macron ha fatto poi un appello ad una maggior trasparenza delle piattaforme sui contenuti sponsorizzati. Facebook aveva già annunciato una misura in tal senso, facendo leva sulla necessità di difendere la democrazia americana dopo quanto successo con le elezioni di Trump. L’idea di Macron di appellarsi a un giudice per ogni caso di notizia falsa sembra piuttosto improponibile. Certo è che il problema esiste e, soprattutto durante le campagne elettorali, un rischio c’è.
Problema vecchio dunque, ma la soluzione non è nuova. Come già riportato su StartupItalia!, la Francia non è l’unica a pensare di regolamentare ciò che succede online. La Germania ha da poco approvato una legge volta alla regolazione dei contenuti illegali online, prevedendo multe salatissime ai social network che non rimuovano entro 24 ore i post segnalati: legge che ha già mietuto le prime vittime.
In Italia di fake news se n’è parlato l’anno scorso, con l’appello di Laura Boldrini con la campagna #bastabufale, ma il tema è tornato attualissimo tra le fila del PD che un mese fa sembrava volerlo mettere al centro della campagna elettorale: soprattutto alla luce delle inchieste di New York Times e Buzzfeed che evidenziavano una rete di siti di (dis)informazione legati a Lega e M5S. E l’Unione Europea non è da meno, visto che in questi giorni sta organizzando una task force di esperti per combattere il fenomeno.