Mandy Harvey è una giovane cantante jazz diventata sorda a 18 anni. Ora, grazie a d una tecnologia innovativa (e sperimentale) creata dai laboratori di “Not Impossibile Now” è riuscita a sentire la musica con il corpo. Ecco il video, davvero emozionante, di questo meraviglioso esperimento.
Quando Robert Browning, drammaturgo e poeta inglese del’800, scrisse che «Chi ascolta musica sente d’incanto popolarsi la sua solitudine» non si riferiva certamente al jazz o al blues. Ma dopo aver letto la storia di Mandy Harvey, raccontata da Katie Couric, una bravissima giornalista di Yahoo, il mio cervello ha fatto immediatamente questo collegamento.
Incontri (e laboratori) che cambiano la vita
Mandy, cantante di immenso talento, è diventata sorda nel 2006, a 18 anni, per colpa di una malattia che ha colpito il suo sistema nervoso. Da allora non ha mai rinunciato alla sua più grande passione ma, com’è facile immaginare, tutto è diventato più difficile. Cantare, esibirsi, scrivere. Trasmettere le emozioni che questo tipo di arte è in grado di dare e ricevere. Almeno fino a che non ha incontrato Mick Ebeling: storyteller, hacker e creator. O almeno è così che lui si auto-definisce.
I look at the world and look for things that we think are impossible. And then we just figure out, come hell or high water, how to make it possible
Impossibile è una parola che Mick ha eliminato dal suo vocabolario. La sua missione, infatti, è quella di usare la tecnologia per cambiare la vita delle persone che ne hanno bisogno. Tutto è partito nel 2007 quando, dopo aver conosciuto la storia di Tempt1, artista di Los Angeles colpito da SLA (sclerosi laterale amiotrofica), Mick promise alla sua famiglia che avrebbe trovato un modo per aiutarlo. Così, dopo diversi sforzi e un impegno incessante, è riuscito a dar vita ad una community globale, Not Impossible Now, fatta di persone con talenti e capacità diverse fra loro. Persone che hanno portato avanti progetti davvero incredibili, come Eyewriter, il device che ha permesso a Mick di mantenere la sua promessa nei confronti di Tempt1.
E ora “Sound:NotImpossible”
Da allora sono molti i progetti che il team guidato da Mick ha portato avanti. Uno lo abbiamo già raccontato all’interno di The Next Tech, si chiama Project Daniel, il laboratorio per stampare in 3D braccia e gambe in Sud Sudan e restituire ai bambini di quelle regioni quello che la guerra ha inopinatamente tolto.
L’ultimo, invece, riguarda appunto la musica. Daniel Belquer, uno dei collaboratori di Not Impossible, ha sviluppato un device che, indossato dal cantante, permette di “sentire” la musica attraverso il corpo. Le cinghie, sistemate in alcuni punti specifici, sono dotate di sensori particolarmente sensibili in grado di trasmettere diversi elementi al corpo. Il device, infatti, converte frequenze, ritmi e tonalità in vibrazioni che possono essere captate e riconosciute.
A new way to feel music
“Feel”, per l’appunto. Sentire, in profondità, coinvolgendo tutto il nostro essere. Molto più che un semplice udire. L’esperimento è stato testimoniato da un video girato per Yahoo all’interno dei laboratori della community, in Florida. «Per la prima volta in assoluto Mandy canterà e sentirà nel suo corpo quello che da otto anni le manca di più: la musica.» ha annunciato Mick alla giornalista. Ed è stato davvero così:
Sentire la musica ovunque (tranne che nelle orecchie)
«Fantastico! Ho sentito il basso, la batteria, il piano». Tutto grazie ad una tecnologia, ancora in fase sperimentale, che ha permesso a Mandy di cantare perfettamente a tempo con la base. L’esempio migliore per dimostrare che la musica è davvero un linguaggio universale. «Questo è solo l’inizio» ha promesso Mick. Il primo passo per mantenere un’altra promessa e migliorare, per davvero, il futuro di milioni di cantanti.