Lo ha inventato una super mamma, Debby Elnatan, per camminare insieme a suo figlio. Il prodotto, sviluppato con l’azienda Firefly, è già in commercio. Non è un’alternativa alla sedia a rotelle ma un modo per migliorare la vita dei bimbi disabili.
«Rotem è il nostro secondo figlio ed è nato con una paralisi cerebrale. Il suo primo anno di vita lo ha passato a piangere. Un giorno il fisioterapista ci ha detto “Vostro figlio non ha idea di cosa siano le sue gambe”. Credo di aver pianto per una o due settimane. Poi ho iniziato a farlo camminare».
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Così Debby Elnatan inizia a raccontare la storia di una conquista. È una storia che comincia con sofferenza e senso di impotenza. È una storia di difficoltà e di ingegno. Quando scopri che tuo figlio non potrà mai muovere un passo, non proverà mai la paura giocosa di calpestare le righe tra le mattonelle quando cammina, ti dai da fare per fargli conoscere com’è il mondo visto stando dritti sulle proprie gambe.
Cerchi di metterlo in piedi. Cerchi di fornirgli la spinta che lui non ha in sé per farlo avanzare tra i mobili di casa, tra i giocattoli lasciati a terra.
Una mamma maker (e piena di iniziativa)
Provare a far camminare un bambino di due anni, che non è affatto in grado di gestire le sue gambe, ti costringe a stare a gattoni, sulle ginocchia, con la schiena curva. Debby sapeva bene che Rotem avrebbe camminato solo grazie al suo aiuto, ma sentiva l’esigenza di trovare un modo migliore.
E si sa che la necessità è la madre di tutte le invenzioni.
Così, armata di trapano e assi di legno, ha costruito delle scarpe speciali, pensate per ospitare due piedi ognuna. Per la prima volta stare con due piedi in una scarpa sembrava essere la cosa più bella del mondo. L’idea e il primo prototipo c’erano, bisognava solo migliorarli. Provando varie forme e sistemi di collegamento è nato Upsee.
Come funziona Upsee
Da “home-made” è stato adottato da un’azienda, la Firefly. Quest’ultima, nordirlandese, si occupa da tempo di produrre ausili per bambini disabili. Dopo aver sperimentato il dispositivo con successo nel Regno unito, negli Stati Uniti e in Canada, l’azienda ha presentato ufficialmente la novità e l’ha resa disponibile in più formati attraverso il suo negozio online.
Già il nome scelto rimanda a cose belle! Esclamando “Upsee-daisy!” le mamme di lingua inglese sollevano bimbi e oggetti da terra, un po’come le mamme italiane fanno con “Oplà!”. Upsee è, infatti, un dispositivo di mobilità che consente, senza sforzo, di mettere in piedi il bambino e di farlo muovere. L’adulto e il bambino sono collegati attraverso una sorta di imbracatura, per nulla ingombrante. Entrambi, inoltre, condividono sandali, indossabili anche senza togliere le scarpe, che permettono all’adulto di imprimere il movimento alle gambe del più piccolo.
La mia speranza è che Upsee venga usato in tutto il mondo, per regalare ai nostri bambini un’infanzia migliore.
Un semplice (ma utilissimo) supporto
Il dispositivo non si pone come sistema riabilitativo ma esclusivamente come supporto motorio. Non sostituisce la sedia a rotelle e non consente al bambino di camminare da solo e secondo la sua volontà. Vuole essere solo una mano un po’ più forte per sostenere chi amiamo finché fisicamente ci è possibile. È l’invito amorevole che una mamma come Debby rivolge al suo e a tutti i bambini. È come dire: «Tirati su. Appoggiati a me, camminiamo insieme».
Andrea La Frazia