Dopo il flop di agosto, il primo prelievo dalla superficie di Marte finisce nella pancia del rover. Pronto a una futura 8ed epica) missione di recupero del futuro prossimo
Dopo la delusione di qualche settimana fa, stavolta Perseverance ce l’ha fatta. Il rover, con la sua strumentazione, è riuscito a prelevare il primo campione di roccia dalla superficie di Marte. E ad immagazzinarlo in un piccolo garage protetto dalla sua “pancia”, all’interno di un cilindro super-resistente: è solo il primo piccolo carotaggio di una serie che, fra chissà quanti anni, è destinata a tornare sulla Terra attraverso una complicata missione di rientro dei preziosi materiali.
Il prelievo dalla superficie di Marte
“I’ve got it!” (l’ho preso), ha twittato l’agenzia spaziale Usa, postando una foto del campione. In realtà il prelievo risale al primo settembre ma la Nasa all’inizio non era sicura che il rover avesse trattenuto il piccolo carico. Così, per non rischiare un’altra delusione e una brutta figura come ad agosto, la notizia è stata diffusa con qualche giorno di ritardo. Il tubo contenente il terriccio è stato sottoposto a ulteriori misurazioni e fotografie e poi sigillato ermeticamente per proteggerlo da ogni genere di contaminazione: chissà chi, e quando, riaprirà questo storico carotaggio.
Il primo settembre, dunque, il trapano all’estremità del braccio robotico di Perseverance ha carotato una roccia piatta, delle dimensioni di una valigetta, subito ribattezzata “Rochette“. Dopo aver completato l’operazione, il braccio ha manovrato il tubo del campione in modo che la Mastcam-Z del rover potesse fotografare il contenuto del tubo non ancora chiuso e trasmettere i risultati a Terra. Poi, dopo altre analisi e foto ad opera di un’altra camera, la Sample Caching System Camera, la chiusura in un contenitore di titano. “È un risultato epocale e non vedo l’ora di vedere le incredibili scoperte prodotte da Perseverance e dal nostro team” ha spiegato l’amministratore della Nasa, Bill Nelson in una nota. Il rover è già pronto a effettuare un secondo prelievo, sempre dalla stessa roccia.
La missione di rientro dei campioni
I campioni che il sofisticato robot ha iniziato a raccogliere – ciascuno contenuto in involucri grandi più o meno come un sigaro – dovrebbero tornare sulla Terra fra molti anni grazie alla missione Mars Sample Return, in collaborazione fra Nasa ed Esa. Si tratterà del primo materiale scientificamente identificato e selezionato (dunque non prelevato in modo parzialmente casuale come accaduto con la superficie lunare) a tornare sul nostro pianeta da un altro. Un robot dovrebbe prelevare i campioni dal rover e spararli in orbita, dove avverrà un rendez-vous con una sonda destinata poi al rientro sulla Terra.