Mira Murati ha lasciato OpenAI. La CTO che insieme a Sam Altman è stata uno dei volti della società di ChatGPT per diversi anni ha deciso di fare un passo indietro pubblicando su X un post. «Non c’è mai un momento ideale per allontanarsi da un luogo che si ama, eppure questo sembra il momento giusto. I miei sei anni e mezzo con il team OpenAI sono stati un privilegio straordinario», ha scritto.
La carriera di Mira Murati
Mira Murati ha una laurea in ingegneria meccanica ottenuta al Dartmouth College. Ha lavorato in Goldman Sachs e nel gruppo Zodiac Aerospace. Ha poi passato tre anni in Tesla come senior product manager della Model X. Nel 2016 è stata assunta in Leap Motion, startup che si occupa di sensori e monitoraggio. L’ingresso in OpenAI è arrivato nel 2018, dove è stata promossa CTO nel 2022. Nel burrascoso week end di fine novembre 2023, quando Sam Altman è stato licenziato dal board, è stata nominata Ceo ad interim.
Che rapporto c’è tra Mira Murati e Sam Altman?
Come si legge su TechCrunch, Mira Murati è stata tra i vertici dell’azienda che hanno espresso al board – prima del week end del licenziamento – preoccupazioni rispetto ai comportamenti di Sam Altman per quanto riguarda la gestione e la trasparenza dell’azienda nello sviluppo di soluzioni AI. Celebre è diventata l’intervista in cui lei, alla domanda se Sora fosse stata allenata pescando da video disponibili su YouTube, non ha saputo dare una risposta chiara.
Perché tutte queste dimissioni da OpenAI?
Da quando è ritornato Ceo – grazie all’intervento di Microsoft e di Satya Nadella – Sam Altman ha rafforzato il proprio controllo sull’azienda. Nel frattempo ci sono state dimissioni di peso: hanno lasciato Ilya Sutskever (che ha fondato un’altra startup), John Schulman (andato a lavorare per il competitor Anthropic), Jan Leike, ex safety leader, e Greg Brockman (che si è preso un anno sabbatico).
Subito dopo l’addio da parte della CTO hanno lasciato il chief research officer Bob McGrew e un vicepresidente della ricerca, Barret Zoph. Se nei post social non ci sono accuse o apparenti tracce di disaccordi, gli esperti sottolineano che il passaggio da laboratorio di ricerca non profit – questo è stato il punto di partenza di OpenAI – a società profit tra le più importanti al mondo non è stato digerito da tutti. Una delle prossime notizie che potrebbe riguardare l’ex startup è quella sul mega round, di cui si parla da settimane: 6,5 miliardi di dollari con valutazione da 150 miliardi di dollari?