Nella corsa ai nuovi armamenti la Cina è senz’altro uno dei Paesi più all’avanguardia. La National University of Defence Technology ha infatti assemblato un’arma laser a fibra portatile con potenza massima di 2,47 kW, capace di operare in condizioni ambientali estreme, da temperature artiche fino ai 50 gradi dei deserti più roventi. A seconda dunque di tutti gli scenari bellici futuri è un’arma capace di funzionare senza incepparsi.

Come funziona la nuova pistola laser cinese?
Pensata per l’ambito militare, questa nuova pistola laser cinese può essere montata su veicoli blindati o aerei, oppure utilizzata direttamente dai soldati sul campo grazie alle sue dimensioni compatte e alla facilità di trasporto. La capacità del fascio laser permette di neutralizzare droni e tagliare materiali anche a distanze superiori al chilometro, con performance stabili e una qualità del fascio notevole. Come spesso accade non è da sottovalutare il cosiddetto dual use: innovazioni simili avrebbe applicazioni anche in ambito industriale.
Aprono infatti nuovi scenari per applicazioni civili, soprattutto in contesti complessi, come l’esplorazione e la manutenzione in ambienti estremi, dove la tecnologia tradizionale fatica a operare. Un sistema portatile, resistente e senza la necessità di complessi supporti termici può infatti migliorare la gestione di emergenze e operazioni in aree remote o difficilmente accessibili.
La Cina, con questa novità della pistola laser, segna un passo avanti nel settore degli armamenti, ambito su cui in tutto il mondo Stati e grandi potenze si stanno mobilitando. In queste ore è in corso il vertice Nato in Olanda e tra le priorità dei Paesi membri c’è il potenziamento dei propri arsenali. Obiettivo che, va da sè, passa attraverso un aumento delle spese militari.