Nei mesi scorsi l’agenzia spaziale USA ha avviato una indagine per verificare le politiche aziendali sull’ambiente di lavoro
La NASA ha comunicato che non ci sono prove a sostegno del consumo di droghe e alcol all’interno dell’azienda SpaceX di Elon Musk. Per chi non avesse seguito le puntate precedenti, ecco un rapido riassunto: a inizio anno il Wall Street Journal ha pubblicato un’inchiesta dalla quale emergono numerose testimonianze secondo cui l’uomo più ricco del mondo farebbe uso di sostanze come LSD, chetamina, cocaina ed ecstasy. In un post su X lo stesso Musk ha definito l’utilizzo di chetamina come utile per combattere la depressione. Dal momento che l’imprenditore sudafricano è a capo di un’azienda quotata in Borsa (Tesla) e di un’altra che ha contratti con governi e agenzie spaziali (SpaceX), l’ipotesi che possa svolgere il proprio lavoro sotto effetto di sostanze ha preoccupato non poco.
Come ricorda Business Insider mesi fa la NASA ha iniziato a investigare per far luce sull’utilizzo di droghe da parte di Elon Musk e all’interno delle sue aziende, visitando le sedi di SpaceX in California, Texas e Florida. Finora i risultati erano rimasti secretati, ma nelle scorse ore – forse per tamponare la crisi scoppiata dopo la pubblicazione dell’articolo del WSJ – l’agenzia ha preferito rassicurare l’opinione pubblica. Non si tratta comunque della prima volta in cui Musk viene accusato di fare uso di sostanze: tutto è cominciato nel 2018 quando durante una puntata del podcast di Joe Rogan ha fumato marijuana davanti alle telecamere. Abituato da sempre a provocare, Musk è al centro del dibattito pubblico da anni, almeno da quando ha deciso di acquisire Twitter per 44 miliardi di dollari e trasformarla in X, la piazza di quello che lui definisce il free speech.