Intel ha sospeso la costruzione di un nuovo stabilimento per produrre chip in Israele. L’operazione rientra in quell’investimento da 25 miliardi di dollari annunciato nel 2023 e che finora rappresenta il più grande mai avanzato da un privato nel Paese. Secondo Times of Israel la multinazionale americana non ha stoppato i cantieri per via di quanto sta avvenendo nella Striscia di Gaza. A Kiryat Gat, denominata Intel City, sono già presenti stabilimenti della società, presente in Israele da 50 anni.
Quanto è importante Israele per Intel?
Come si legge sulla stampa l’apertura della nuova fabbrica di chip era stata calendarizzata per il 2028, con i cantieri avviati da tempo. Intel non ha dato ragioni specifiche dello stop, limitandosi a riferire di situazioni macroeconomiche e di mercato che influenzano le decisioni di una tech company di queste dimensioni, impegnata in un comparto – quello dei chip – che da anni vive un periodo di grande crescita.
Lo stop momentaneo alla nuova fabbrica non deve certo suggerire che la multinazionale voglia tagliare i rapporti con Tel Aviv. Israele rappresenta il terzo Paese in cui investe di più a livello globale dopo Stati Uniti e Irlanda. Se guardiamo poi ai lavoratori che impiega, sono circa 12mila.
Meglio puntare sugli USA?
Il suo attivismo nel Paese è testimoniato anche dal grande impegno nell’ecosistema startup: nel 2017 la società ha effettuato la più grande acquisizione, inglobando l’azienda innovativa Mobileye (specializzata nella computer visione per la guida autonoma) per oltre 15 miliardi di dollari. Nella logica della tech company è probabile che gli obiettivi futuri mirino maggiormente allo sviluppo nel territorio americano, grazie agli incentivi delle politiche della Casa Bianca.
Al netto del conflitto in corso con Hamas e delle difficoltà nell’individuare una strategia di pace nella regione, l’ecosistema startup di Tel Aviv si è dimostrato resiliente e in grado ancora di attrarre capitali. Dati recenti riferiscono che dal 7 ottobre 2023 ad aprile 2024 il fundraising ha superato i 3 miliardi di dollari, con un taglio medio dei round che sfiora i 20 milioni.