«Nvidia con l’effetto DeepSeek ha registrato -23% dal primo gennaio, PayPal -21%, Arm -13%, Alphabet -13. L’unica che ha retto è Meta: -0,7%. Bitcoin ha perso -15%». Nella puntata 21 di Prima o Poi, il format YouTube in cui l’imprenditore digitale Marco Montamagno, il founder di Nana Bianca Paolo Barberis e il Ceo di Musixmatch Max Ciociola discutono delle notizie tech e dei trend della settimana, si è parlato anzitutto del periodo complesso che stanno attraversando i titoli tecnologici. Tesla, alle prese con un Ceo impegnato come nessun altro politicamente, è tra quelli che hanno perso di più da inizio anno.
Sulla scia del successo internazionale di All In, il podcast americano curato da Chamath Palihapitiya, Jason Calacanis, David Sacks e David Friedberg, il format Prima o Poi punta a fare una rassegna settimanale in cui si analizzano le notizie rilevanti, gli impatti che la tecnologia ha sulla politica e sull’economia e pure gli aggiornamenti più interessanti sul fronte dell’Intelligenza artificiale.

Tesla in crisi. Oppure no?
Chiacchierando con Montemagno (nella puntata 21 puntata Ciociola era assente), Barberis ha analizzato il periodo non facile per i titoli tech, in particolare quello di Tesla. La società automotive di Elon Musk affronta evidentemente un periodo difficile per le vendite in Europa, ma nel corso del podcast si è ragionato dell’impatto delle notizie, che spesso confonde.

Tutto però si può inserire in una congiuntura che non per forza significa crisi definitiva. «Fin dal 1995 – ha spiegato il Founder di Nana Bianca – ricordo che ogni semestre c’era un grande ripensamento sulle cose. La comunicazione fuori diceva altro e ti facevi influenzare. Come l’andamento di Bitcoin negli anni».

Rispetto alla questione Montemagno ha spiegato che «se punti su qualcosa di cui tutti avranno bisogno, che nessuno potrà fermare, ma che in pochi capiscono, allora quella è la scelta giusta». Le grandi innovazioni tecnologiche dopotutto sono arrivate senza bussare alla porta e hanno rapidamente cambiato le nostre abitudini, così come l’economia e la comunicazione.

Le Community Notes e le origini della moderazione online
Un’altra delle notizie commentate nel corso della puntata è stata l’introduzione delle Community Notes da parte di Meta. Lo strumento, ripreso da X di Elon Musk, è frutto di una scelta epocale che l’ex gruppo Facebook ha preso a inizio anno, abbandonando il fact-checking in nome della difesa del free speech contro ogni forma di censura. «Avevano fatto dei test alcuni anni fa – ha detto Barberis – Hanno trovato la forza negli USA di portare a bordo 200mila persone da mettere in lista d’attesa. All’inizio della rete c’era chi professava la pre-moderazione ma non aveva senso perché si perdeva il real time. E la post moderazione è sempre stato un problema perché non puoi tirare giù robe a caso. Forse stiamo arrivando alla cosa che media meglio».

Nel corso della puntata 21 di Prima o Poi si sono affrontate anche le novità lato AI. Con Tinder che avvia la sperimentazione dell’Intelligenza artificiale per il dating online e McDonald’s che per la propria catena di ristoranti punta a investire molto sull’automazione per rendere i processi rapidi ed efficienti.
Citato anche il caso di Manus, una nuova AI cinese. «Le demo che ho visto fanno impressione – ha spiegato Montemagno – perché pensi che i modelli son più avanti di quanto immaginiamo. Ancora prima di arrivare all’AGI». Ha aggiunto: «Un agente crea un enorme sconvolgimento, ma le persone pensano di fare mestieri complicatissimi, mentre nella media non è così. Quali sono le attività complicate e quelle automatizzabili?».

In chiusura di puntata si è parlato poi del campione europeo dell’AI, Mistral. «Ha tirato fuori una soluzione rivoluzionaria per estrarre i dati da documenti complessi – ha commentato il founder di Nana Bianca -. Sembra che facendo bench-marking abbia risultati eccezionali. Questo pezzo è fondamentale perché porta in vita documenti conservati che non sono in formato digitale. Un punto a favore di una società europea visto che di solito parliamo di fenomeni da Cina e USA».