L’Italia accelera sui brevetti dei microprocessori ma sul podio regna, incontrastata, Pechino. I dati svelati dal nuovo report Elsevier
Nonostante oggi l’Europa ricopra la seconda posizione mondiale dal punto di vista delle pubblicazioni in materia di semiconduttori con 15.000 ricerche pubblicate nell’ultimo anno, la Cina raddoppia il risultato europeo, segnando 30.000 paper divulgati nello stesso periodo, circa il 40% della produzione globale. I dati emergono dalla ricerca “Semiconductors Chips. What published academic research can tell us”, il nuovo report diffuso da Elsevier. E in questo contesto geopolitico sfidante, l’Unione Europea, con l’European Chips Act, ha appena stanziato 43 miliardi di euro per potenziare l’industria dei semiconduttori.
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Semiconduttori, perché sono così importanti?
I semiconduttori sono utilizzati per la produzione di circuiti integrati, il loro impatto ha cambiato settori come le telecomunicazioni, i trasporti, la sanità, l’intrattenimento, l’energia rinnovabile, la robotica e l’intelligenza artificiale grazie a elaborazioni dati sempre più veloci ed efficienti. Ma il processo di produzione è molto complesso e richiede un alto livello di precisione, i materiali sono scarsi e costosi, si generano molti rifiuti e la produzione è ad alta intensità energetica. Tuttavia, sono diversi i Paesi che stanno puntando sui semiconduttori.
Secondo i dati diffusi dagli analisti di Elsevier, gli Stati Uniti restano il maggior produttore mondiale mentre la Cina è il maggior consumatore mondiale. In questo scenario globale, l’Unione Europea, con l’European Chips Act, prevede di potenziare l’industria dei semiconduttori con finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo, la costruzione di nuove fabbriche e la formazione di nuovi lavoratori. Il programma fa parte di una più ampia strategia dell’UE per diventare più indipendente nelle tecnologie strategiche e più competitiva a livello mondiale. Anche l’India mostra una crescita significativa, soprattutto se si considera che, se nel 2012 pubblicava appena un quarto degli Stati Uniti, nel 2022 il paese ha raggiunto i livelli USA, con circa 49mila pubblicazioni
La posizione italiana
L’Italia si contraddistingue, con il Politecnico di Milano che risulta essere la prima università italiana, al 15° posto in Europa, con 1220 pubblicazioni sul tema. Tra le aziende europee che pubblicano ricerca in questo settore, Leonardo è la prima italiana ad apparire nella lista delle 100 aziende europee più prolifiche, al 42° posto con 35 paper.
A marzo di quest’anno è stato annunciato un piano di investimento da 1,8 miliardi di euro per potenziare l’industria dei semiconduttori nel Paese e rendere l’Italia più competitiva con fondi destinati alla ricerca e allo sviluppo, alla costruzione di nuove fabbriche e alla formazione di nuove figure professionali.
Il podio dei brevetti
Mentre Taiwan è il paese che mostra la maggiore attività nei semiconduttori, seguito da Corea del Sud, India, Cina e Giappone, in termini di brevetti, la Cina torna a guidare la classifica, con oltre 165mila brevetti, seguita da Giappone, Sud Corea e Usa. Le posizioni della Corea del Sud e della Germania non sono cambiate molto e, se la dimensione del portafoglio di Taiwan è quasi invariata, il suo impatto competitivo è significativamente aumentato. In quanto ai brevetti, la Germania resta il paese europeo con il portafoglio più grande, nonostante sia diminuito in dimensioni e competitività negli ultimi anni. Il Regno Unito e la Francia occupano il secondo posto per numero di brevetti mentre l’Italia, sebbene abbia un portafoglio piccolo e stabile, ha visto il proprio livello di competitività aumentare In questo scenario, l’Italia si fa notare in Europa per l’aumento dell’impatto competitivo in materia di brevetti.