Fondata a inizio millennio, è una società che ha attraversato più ondate tecnologiche. A Stoccolma i primi a utilizzarla non avevano certo gli smartphone, ma risponditori automatici tramite cui addebitare la sosta dell’auto in un parcheggio a pagamento. Molte cose sono cambiate da allora e per raccontarci l’evoluzione di Easypark abbiamo intervistato Giuliano Caldo, Country Director Italia di Arrive, multinazionale di cui l’azienda nordeuropea fa parte. «Siamo presenti in tre continenti e in Italia copriamo l’85% delle zone di sosta tariffata». In un periodo storico in cui molte città, Italia compresa, stanno riducendo l’accesso alle macchine con Ztl le sfide per la mobilità privata restano.

Come è nata Easypark?
È un’ex startup, fondata 25 anni fa a Stoccolma, quando ancora non c’erano le app, nè gli smartphone. Le persone utilizzavano i risponditori automatici: dando il proprio numero di targa si pagava tramite conto telefonico. Era utile per chi parcheggiava spesso e non voleva avere monete in tasca. Nei primi anni si è diffusa soprattutto nei Paesi scandinavi.
Poi è arrivato l’iPhone e l’app economy.
E infatti Easypark è diventata un’app. Ci siamo espansi in tutta Europa e in Italia siamo presenti dal 2015: abbiamo fatto due acquisizioni con Sostafacile e Telepark. Siamo partiti da Aci Castello in Sicilia, Verona e poi molte altre città. Quando sono arrivato, era il 2019, c’erano 300 città attive. Tra poco raggiungeremo la millesima. Copriamo l’85% delle zone di sosta tariffata nel Paese: l’utente sull’app trova la mappa e in alcuni casi dove è più probabile trovare parcheggio.

Avete qualche dato su quanto fate risparmiare in termini di tempo?
Ogni nostra sosta fa risparmiare in media tre minuti evitando di girare alla ricerca del parcheggio. Quest’anno abbiamo fatto più di 1 miliardo di transazioni a livello globale per una sessantina di milioni di eventi di sosta: è parecchio tempo risparmiato per le persone. L’altra comodità riguarda il risparmio di denaro: chi torna all’auto può stoppare la sosta e pagare soltanto i minuti utilizzati.
Quanti clienti avete in Italia? Offrite anche altri servizi?
In Italia siamo arrivati a 5,5 milioni di clienti attivi. Easypark fa parte del gruppo Arrive, una multinazionale della mobilità. Vendiamo anche i parcometri, mentre a livello di dati ogni anno abbiamo decine di milioni di eventi di sosta e ciascuno di questi è geolocalizzato. Questo significa che sappiamo, in maniera del tutto anonima, i punti nelle città dove vengono registrate più soste. Stiamo sviluppando servizi che forniscono la densità di sosta all’interno di un comune. E grazie al machine learning siamo in grado di dire quanta probabilità c’è di trovare posto libero in una zona in un determinato momento.

Oltre agli utenti dunque collaborate anche con i comuni?
Li aiutiamo a pianificare al meglio la sosta, ad aggiungere o a rimuovere aree. Così come a cambiare i prezzi: in alcune zone sono o troppo alti o troppo bassi. A Pisa abbiamo fornito la mappatura di aree di sosta per esempio.
Nelle città europee e italiane aumentano le ztl e le zone 30, così come le aree in cui le auto non possono circolare. Qual è la vostra posizione a riguardo?
Il nostro obiettivo è migliorare la vita nelle città partendo dalla mobilità. Siamo a favore della riorganizzazione delle città e siamo pure a favore delle pedonalizzazioni se migliorano i centri storici. La cosa importante è che le auto vengano utilizzate in maniera efficace, che vengano parcheggiate non per forza in strada ma magari in strutture. Registriamo una riduzione dei posti auto nei centri storici e al tempo stesso un’estensione delle aree di sosta fuori dai centri. La sosta è un elemento fondamentale della mobilità: se pianificata bene migliora il traffico.
Per l’app economy legata alla mobilità che futuro si immagina?
Andiamo verso un’automazione dell’esperienza di mobilità nelle città. Ci sarà un parco auto a guida autonoma in zone controllate, ma le auto non spariranno. Resteranno i problemi legati alla sosta. I servizi a pagamento saranno resi automatici e l’automobile si coordinerà con i sistemi della città. Per questo credo che l’AI migliorerà la mobilità.

