La capitale della Finlandia è diventata anche quella dell’innovazione. Il capannone di Messukeskus ha accolto ottomila partecipanti per una tre giorni con l’ecosistema internazionale delle startup. Tutto nasce dagli universitari finlandesi e negli anni è arrivato a intercettare migliaia di investitori. In esclusiva il diario dell’evento
Dal 29 novembre al 1 dicembre Helsinki si è trasformata nel fulcro dell’innovazione globale ospitando Slush, “the most founder-focus event on earth”. Il summit si svolge presso Messukeskus, il centro congressi ed esposizioni di Helsinki, in una location che coniuga tecnologia e creatività. Il grande capannone ha accolto 8.000 partecipanti durante la tre giorni no-stop, unendo l’ecosistema startup internazionale in una sinergia unica.
Cos’è stato Slush 2023
L’evento si svolge lungo tre assi: i quattro palchi principali (Horizon, Startup Studio, Founder, Builder) che ospitano una serie di interventi, competizioni e panel con relatori di fama internazionale; attorno ai palchi, le aree espositive delle startup suddivise per paese. Alcuni dei principali paesi, come nel caso dell’Italia grazie all’ottimo lavoro di ICE, Italian Tech Alliance e Regione Puglia, hanno anche un hub proprio di incontro e raccolta dove organizzano panel “nazionali” con VCs e startup (tra l’altro, grazie alla mia doppia veste di founder e reporter per Startupitalia, ho avuto l’occasione di annunciare il mio prossimo progetto, di cui parlo nelle note conclusive); infine, al centro di Slush, a rappresentarne metaforicamente il cuore pulsante, si trova un’immensa area di matchmaking dove domanda e offerta si incontrano con grande efficienza e a ritmi serratissimi.
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Degni di nota gli eventi satellite sparsi per la città di Helsinki e l’evento finale, durante il quale gli stage cambiano volto e DJ locali e internazionali danno vita a un party che va avanti fino a notte fonda. Anche, la sostenibilità è stata un tema centrale: l’assenza di materiali cartacei a favore dei QR Code, i menù vegetariani a chilometro zero e l’impegno nel riciclo hanno dimostrato un’attenzione eccezionale all’ambiente. Infine, la cultura finlandese è stata una grande protagonista. Percorsi enogastronomici e tradizioni locali come la sauna hanno offerto un tuffo nella vita locale. La società finlandese, gentile e accogliente, è stata una piacevole scoperta che ci ha saputo indicare “attività da local” come ad esempio una sauna locale e popolare, dove abbiamo vissuto un’esperienza unica culminata con un tuffo nelle acque ghiacciate del mare finnico (decisamente consigliato, ma per forti di cuore).
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Ho letto un interessante post di come i festival artistici incrementalmente si trasformano in convention e allo stesso tempo di come i summit di business, sempre più assomigliano a dei festival. Essendo frequentatore di entrambe le tipologie di evento, credo di comprenderne bene le ragioni: tra i consumatori di festival, vi è un crescente cluster di persone “premium”, che vuole un approfondimento culturale che va oltre il solo atto musicale; viceversa, una convention business oriented, dopo giorni di focus e KPIs, deve lasciarsi andare e permettere di consolidare le connessioni nate, anche in modo non lineare, o meglio, a suon di techno e gin-tonic.
La presenza italiana
Alcune considerazioni finali sull’evento ed in particolare sullo stage italiano, per cui ICE e ITA hanno fatto un lavoro eccezionale. Ho trovato molto interessante il susseguirsi dei panel legati a VC e finanza, perchè da un lato portavano confronti tra operatori più consolidati come P101, Techshop, Indaco Ventures e Growth Capital a ibridarsi con prospettive più giovani come quelle di Moonstone o Vento. Ma soprattutto perchè il networking che ne seguiva era qualitativo e intriso di un certo orgoglio nazionale che contribuiva ad abbattere le formalità, rendendo concrete le conversazioni.
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Collegandosi a quest’ultimo punto, il festival offre un’opportunità di networking di grande qualità proprio grazie all’area matchmaking menzionata sopra: essere per due giorni nello stesso luogo con l’80% delle persone che vuoi incontrare per fare business è decisamente utile. Degno di nota l’impegno di Regione Puglia, che condivideva parte dell’hub italiano e ha portato alcune delle sue società in esposizione per continuare a rinforzare il lavoro di promozione del territorio e attrazione di talenti come sta facendo con perseveranza e costanza, avendo intravisto nell’innovazione una fonte di vantaggio competitivo di lungo periodo. Interessanti i pitch delle startup nostrane – che sono riuscito a seguire – in ambito fintech (My Money, Astrakode), in ambito medtech (One Health Vision, Semplice-mente), in ambito media (Audioboost, Epicoplay, Contents, Truescreen) ed edtech (Wyblo, Artcentrica). Lo spirito che univa gli imprenditori italiani è stato eccezionale e credo abbia fatto nascere delle relazioni che vanno oltre al solo business.
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Infine, una nota personale che segue alla mia exit da VD News (di cui annunciavo il lancio proprio su queste pagine), è stata una grande emozione usare uno spazio così dinamico e prestigioso per annunciare che, insieme a un team di talenti e lo studio Feedel Ventures, a inizio 2024 lanceremo una nuova startup che fa tesoro di quanto appreso nella precedente esperienza, per creare una piattaforma di competenze e tecnologie che ha lo scopo di lanciare, operare e scalare business community-based nel mondo del broadcasting, della creator economy e del commercio digitale applicando un framework validato e consolidato nel tempo che si basa su content, community e commerce. Ci vediamo a SLUSH 2024!