Si chiama Katherine Johnson, ha 97 anni ed è una delle scienziate più importanti della Storia. Ha calcolato la traiettoria di volo dell’Apollo 11 nel suo primo volo nel 1969. Quest’anno è stata premiata da Barack Obama con la Presidential Medal of Freedom. Ecco cosa possiamo imparare dalla sua splendida storia.
«Nella mia vita ho contato tutto». Katherine Johnson è una di quelle donne che hanno cambiato la storia dell’umanità ma che la stessa umanità, purtroppo, tende a dimenticare. Nello scorso mese di novembre, a 97 anni compiuti (classe 1918), è stata inclusa da Barack Obama nella lista dei 17 americani a cui conferire la Presidential Medal of Freedom, una delle più importanti decorazioni assegnate dalla Casa Bianca.
Ma qual è il motivo per cui Katherine è così famosa? Semplice, perché è uno dei matematici più importanti del ‘900 e, tra le tante cose fatte, perché ha calcolato la traiettoria di volo dell’Apollo 11 nel suo primo volo sulla luna nel 1969.
Se l’uomo è andato nello spazio il merito è anche di Katherine Johnson
Nata in una piccola cittadina, White Sulphur Springs, Katherine mostra fin da subito una grande predisposizione (e amore) per la matematica. È un piccolo genio che anticipa i tempi: a 10 anni è già iscritta, per meriti, all’High School. Nella sua vita ha lavorato soprattutto per la NACA, National Advisory Committee for Aeronautics, l’ente governativo di ricerca che poi avrebbe cambiato nome in “NASA”.
Molti sono i traguardi che ha fatto raggiungere alla scienza: dal calcolo della traiettoria del volo spaziale Alan Shepard, il primo lanciato nello spazio dagli statunitensi nel 1959, alla verifica di tutti i calcoli matematici per il viaggio, nel 1962, di John Glenn, il primo americano nello spazio.
Ho contato i passi per la strada, i passi fino alla chiesa, il numero di piatti e posate che lavavo alla fine di ogni pasto. Tutto ciò che poteva essere contato, io l’ho contato
La stessa NASA, nel 2013, ha pubblicato un articolo con alcune delle lezioni che Katherine Johnson, inconsapevolmente o no, poteva tramandare alle nuove generazioni. Un modo per ringraziarla e per sottolineare qual è stato il ruolo che la scienziata ha recitato nella storia dell’ente governativo. Si tratta di lezioni che coincidono con alcuni momenti della vita di Katherine e che rappresentano una vera fonte d’ispirazione per tutti coloro che trascorrono la loro esistenza,e il loro lavoro, accompagnati da vera passione. Eccone alcune:
1) Non smettere mai di voler imparare
C’è una donna, la signorina Turner, che ha saputo coltivare i giovanissimi talenti di Katherine. Una donna che ha avuto un ruolo fondamentale perché, senza la sua presenza, difficilmente la giovane studiosa avrebbe bruciato le tappe e accorciato il suo destino. L’insegnante, infatti, è stata decisiva per permetterle di entrare al West Virginia State College a soli 15 anni. È la persona che ha colto più di tutti il desiderio della ragazza di voler imparare, sempre e ovunque.
2) Segui la tua passione
Anche al College Katherine è fortunata. Incontra William W. Schiefflin Claytor, uno dei pionieri della matematica del tempo, che decide di aiutarla a proseguire nella sua carriera:
Molti professori ti dicono che sei bravo in questo o quello, ma non sempre sono in grado di aiutarti a percorrere la tua strada. Lui con me ci è riuscito
Così la ragazza si laurea, in matematica e francese, con lode, a soli 18 anni. Un prodigio che è diventato tale grazie alla perspicacia e alla generosità di chi le stava accanto.
3) Accetta sempre l’aiuto degli altri e aiuta gli altri quando puoi
Una volta ottenuto il titolo di studio, Katherine inizia a insegnare e ad aiutare altri giovani talenti come lei. Ma subito dopo abbandona la carriera per sposarsi e mettere su famiglia. Nel 1950 tutto cambia di nuovo, anche a seguito della malattia del marito: le giunge, infatti, la notizia che la NACA stava cercando nuovi ricercatori da assumere. L’obiettivo era quello di dare una forte accelerazione nel programma che avrebbe portato l’uomo a conquistare lo spazio. Nel 1951 Catherine si trova così davanti ad un bivio: insegnare all’Università o lavorare per il programma spaziale.
Ho chiesto aiuto ai miei ricordi e mi sono ricordata di quello che professor Claytor mi aveva detto riguardo al mio futuro: sei un matematico, metti le tue virtù a disposizione delle ricerca.
4) Non mollare mai. Continua a provare
Katherine è una che impara in fretta e che non si accontenta di trovare le risposte. Sono le domande a spingerla sempre oltre: «Volevo conoscere i “come” e i “perché” e poi anche i “perché no”». All’inizio, essendo una donna in una realtà governata dai uomini, ha avuto difficoltà anche a partecipare alle riunioni, ad avere un ruolo nelle decisioni da prendere. Ma non si è arresa:
Ho chiesto loro se esistesse una legge che mi impedisse di partecipare a quelle riunioni. Ovviamente non c’era così mi hanno dovuto accettare
In poco tempo è diventata uno dei leader del gruppo. Nel 1962, quando Kennedy decide che i tempi sono maturi per provare a mandare un uomo nello spazio, Katherine viene ammessa nella squadra al comando della missione. È la più brava a contare, a fare calcoli sempre più complessi, a studiare le traiettorie. È la più brava, non ci sono storie.
5) Andate oltre il compito che vi assegnano. Fate domande, siate curiosi. Fatevi sentire
Katherine ha lavorato per l’agenzia spaziale fino al 1986 quando si è ritirata dopo 33 anni di onorato servizio. Sono moltissimi i premi che ha ricevuto per i suoi meriti: dal NASA Lunar Orbiter Award ai tre NASA Achievement Special Awards. Nel 1997 è stata eletta matematico dell’anno e può vantare, inoltre, una laurea ad honorem in Giurisprudenza presso l’Università Statale di New York e la nomina a dottore honoris causa in lauree scientifiche da parte del Capitol College in Maryland e dell’Old Dominion University in Virginia. Tutto perché non si è arresa davanti alle prime difficoltà, perché ha lottato per ritagliarsi un ruolo, perché si è fatta sentire.
6) Fai quello che ami e ama quello che fai
Cosa fa oggi Katherine Johnson? Continua a fare quello che più le piace: viaggia, gioca a bridge e trascorre tutto il tempo che può con la sua famiglia. Partecipa ancora a diverse conferenze, incontra giovani ricercatori per trasmettere la sua esperienza, diffonde l’importanza dello STEM (Science, Technology, Engineering, and Mathematics).
La scienza, la tecnologia, l’ingegneria e la matematica non ci abbandonano mai. Tutto quello che circonda ha a che fare con loro
Per questo motivo continua ad avere rapporti con la NASA e i suoi giovani dipendenti. Nonostante passino gli anni resta ancora, nel campo, un vero punto di riferimento. Nel 2011 le è stato anche dedicato un istituto, che porta il suo nome, presso l’Alpha Academy a Fayetteville, nel North Carolina.
Che cosa ci insegna la storia di Katherine? Che una ragazza normalissima, proveniente da una piccola realtà e innamorata dei numeri, è riuscita ad essere apripista per moltissimi altri in un settore difficilissimo. Altri che hanno potuto e potranno, seguendo il suo percorso, migliorare le sue ricerche e spingere l’umanità sempre più lontano. Tutto senza dimenticare l’amore, la passione, la condivisione e la lotta per ottenere quello che si vuole. L’unico modo per far sì che il futuro sia davvero migliore.
Alessandro Frau