Questa settimana parliamo di video. Ecco alcune app, strumenti, piattaforme per creare video e animazioni professionali (in poco tempo) o per personalizzare il proprio canale. Senza tralasciare i mezzi del futuro: i droni.
Un animale digitale, ovvero il nostro giornalista del futuro, dovrà anche creare e montare video. Nella maniera più rapida e professionale possibile. Senza per forza usare il proprio computer e programmi come Premiere o FinalCut. Non fraintendetemi: questi programmi rimangono indispensabili se si vuole realizzare un prodotto di un certo tipo, di qualità, che rimanga a lungo nell’immaginario del pubblico e delle persone destinate a vederlo.
In questo post si parla di soluzioni che possano ridurre i tempi per la messa online di video che raccontino una storia appena accaduta e di cui si vuole dare immediata notizia. Oggi, infatti, la maggior parte di questi video sono amatoriali, scadenti. Non all’altezza delle testate editoriali che li pubblicano. Per questo c’è chi ha inventato degli strumenti per migliorare la fattura di questi prodotti senza rinunciare alla rapidità che caratterizza ogni scoop e migliorandone la qualità. In più esistono anche piattaforme che possono essere usate per assolvere altri bisogni del giornalista del futuro: un database che raccolga video particolari e innovativi (ad esempio quelli fatti con i droni), personalizzare il proprio canale, raccontare in maniera alternativa una storia particolare.
Usare questi strumenti è più facile di quello che si possa pensare, con risultati assai diversi a seconda degli effetti che si desidera generare. Alcuni sono in grado di essere adattati ad un’intera redazione, segnando la cifra di un prodotto editoriale. Altri sono più adatti all’uso singolo, per freelance.
La seconda tappa del viaggio in mezzo a strumenti per storyteller (e giornalisti) è dedicata, dunque, a tutte quelle app, piattaforme e tool che semplificano la creazione di video (semi)professionali. Vediamo quali.
1) Videolicious (scelta da Bezos per il Washington Post)
Videolicious è una app, disponibile per iPhone e iPad, tramite cui si possono fare dei video professionali in maniera facile e veloce. Con Videolicious, infatti, i video si possono editare con tanto di voiceover e musica, usando il materiale presente nello smartphone. Tutto senza la necessità di procurarsi altri ausili per le riprese o il montaggio. Il mixaggio audio avviene automaticamente una volta scelta la musica, e la sigla in caso di testata giornalistica, dalla propria libreria. Ogni progetto finito è facilmente condivisibile sia sui canali social che su youtube.
È stata fondata nel 2007 a New York. Dopo un periodo iniziale di assestamento si è imposta come una delle soluzioni più innovative per la realizzazione di video attraverso uno smartphone. Ha ricevuto due round di finanziamento, luglio 2012 e agosto 2013, per un totale di 3,7 milioni di dollari. Tra i 10 grandi investitori ci sono colossi come Amazon e il Washington Post di Bezos ma anche realtà come la Knight Foundation, Venture 51 e Quotidian Venture. Il numero totale dei download superava i 2 milioni a marzo 2015.
Quanto costa: L’app è gratuita e si scarica dallo store della Apple. I prezzi per l’uso professionale, soprattutto per grandi testate editoriali, è da concordare con il team in seguito a un contatto diretto.
Chi lo usa: Oltre al Washington Post (che ha dotato i suoi reporter di questa app) ci sono altre grandi realtà editoriali che hanno siglato accordi con videolicious come il New York Times, Hearst Corporatione e il Time.
2) Animoto (così le foto prendono vita)
Animoto è un servizio che permette di creare video di ottima qualità utilizzando le foto presenti all’interno dello smartphone o del computer. Comprese quelle realizzate attraverso applicazioni fotografiche come Instagram. È dunque un tool utile anche per le presentazioni o i pitch. Per usarlo l’utente deve registrarsi e fare alcune scelte. Occorre, infatti, un tema per il video, la musica di sottofondo da abbinare e le foto da assemblare, ordinate secondo preferenza. Il montaggio verrà fatto in maniera automatica da Animoto a seconda delle indicazioni date. Un tool perfetto per chi vuole creare delle “gallery” vive.
Animoto è stata fondata nel 2006 a New York da quattro giovani “geeks” che volevano dare a tutti la possibilità di realizzare bei video, con poco tempo e semplici mezzi. L’idea, nel corso degli anni, è stata premiata non solo dagli utenti ma anche dai cinque investitori che hanno deciso negli anni di mettere sul piatto ben 30 milioni di dollari (in tre round diversi, 2007, 2009 e 2011). L’ultimo di questi ha visto la discesa in campo di Amazon, Spectrum Equity e Madrona Venture Group ($25M). Di recente l’azienda ha aperto un nuovo ufficio a San Francisco.
Quanto costa: Inizialmente è previsto un periodo di prova gratuito della durata di 14 giorni. In seguito deve essere scelto un piano tariffario tra i tre disponibili: 9,99 dollari (personal); 19,99 dollari (professional); 29,99 dollari (business).
Chi lo usa: Tra i suoi clienti di maggior fama ci sono la CNN, l’ABC, il New York Times, Wired, la BBC, Bloomberg Businessweek e National Geographic
3) Magisto (app che riconosce le parti migliori di un video)
Magisto è un’applicazione per Android e iPhone che viene in aiuto di reporter e filmmaker. È in grado, infatti, di riconoscere le parti migliori dei filmati selezionati, rimontarle insieme, condire il tutto con una musica e caricare il prodotto finale sul web e sui vari social a disposizione dell’utente. Tutto in maniera semplice e intuitiva. È dotato di uno stabilizzatore per girare al meglio i propri prodotti e offre una gamma interessante di filtri, effetti e transizioni. Infine è capace di riconoscere se nel video ci sono i volti di persone note e conosciute.
L’applicazione è stata fondata nel 2011 da due giovani israeliani, Alex Rav Acha e Oren Boiman. Oggi la sede principale della startup è a New York. Nei suoi primi quattro anni di vita è stata protagonista di ben cinque round di finanziamento per un totale di poco superiore ai 20 milioni di dollari. Tra coloro che hanno scommesso sul successo di Magisto ci sono realtà come SanDisk Ventures, Magma Venture Partners, Qualcomm Ventures e Horizons Ventures.
Quanto costa: Magisto è un’applicazione gratuita facilmente scaricabile dagli store online. È possibile, d’altro canto, stipulare degli accordi per professionisti e publisher con pacchetti creati ad hoc.
Chi lo usa: Sono moltissime le realtà editoriali che usano questa app.: Wall Street Journal, Nbnc, New York Times, Yahoo finance, Amazon. Ma tra i partner ci sono brand come la Coca Cola, Sony e Pampers.
4) Explee (animazione al potere)
Explee è una piattaforma che permette di creare dei video animati, divertenti ed efficaci. Uno strumento adottabile anche a fini didattici e non solo giornalistici o ludici. L’utente sceglie tra i vari disegni e sfondi messi a disposizione dal team di Explee (superano i 3000) a cui unisce un voice-over o un contenuto audio caricato dai propri dispositivi. Lo strumento è dotato di numerose animazioni che è possibile inserire nel progetto insieme alle foto e ad altri materiali preparati dall’utente. Il “montaggio” avviene attraverso una pratica timeline.
È una startup francese, con sede a Parigi, nata nel 2012 da un’idea di Morgan Giraud e Thomas Oliveir. I due volevano creare uno strumento che permettesse ai creativi di comunicare, in maniera animata, la propria intuizione: «Volevamo dichiarare guerra ai meeting soporiferi». Oggi Explee conta oltre 25mila utenti attivi, provenienti da 125 paesi, che hanno creato più di 50mila video. Un successo notevole visto che sul sito e sul web non si hanno notizie riguardanti finanziamenti ricevuti.
Quanto costa: È un servizio in abbonamento. Si va dai 7 dollari al mese della versione base a pacchetti più funzionali: 25 dollari (professional) e 99 dollari (creative). È prevista una tariffa speciale (30$ annui) per gli insegnanti.
Chi lo usa: Per quanto riguarda le realtà giornalistiche è un tool diffuso soprattutto in Francia. Viene usato, ad esempio, da PressCitron, FrenchWeb o EdTech Review.
5) ReEmbed (Personalizzare il proprio canale)
ReEmbed è un servizio che permette all’utente di personalizzare il player del proprio sito. È utile per chi è abituato a condividere video da youtube o dailymotion ma non è soddisfatto delle soluzioni offerte da queste piattaforme. L’applicazione inoltre dà la possibilità di aggiungere il logo e scegliere i colori più adatti. Una volta creato il proprio lettore-video basterà copiare il codice sul sito. In automatico tutti i video già pubblicati mostreranno le nuove caratteristiche assegnate. È possibile analizzare dati, visualizzazioni e ottenere guadagni con gli Ads.
Si tratta di una startup giovane, nata il 10 aprile del 2014, ad Atene. Dopo pochi mesi ha ottenuto un finanziamento di circa 80mila euro da vari investitori i cui nomi non sono stati resi pubblici. In poco più di dodici mesi i risultati ottenuti sono già notevolissimi. Sul sito è visibile un contatore che corre molto veloce mostrando il numero di video “reembeddati” grazie a questo strumento. Siamo oltre il miliardo, 2 milioni e mezzo al giorno. La crescita settimanale è del 9%. Gli utenti che usano ReEmbed provengono da 90 nazioni del mondo.
Quanto costa: ReEmbed è un’applicazione gratuita che non prevede costi da parte dell’utente che decide di usarla per il proprio sito. Basta semplicemente registrarsi.
Chi lo usa: Oltre al numero elevatissimo di utenti, ReEmbed ha stretto alcune collaborazioni importanti con realtà giornalistiche greche come Gazzetta.Gr, Nooz e Newsbeast.
6) Wideo (20x faster)
Wideo è una piattaforma online che permette di creare video e animazioni in maniera rapida ma efficace. È stata fondata, nel 2012, da Agustin De Marco, Cacho Sabre e Agustín Esperon, tre giovani startupper argentini che assicurano: «Usare Wideo significa ridurre drasticamente i tempi per la realizzazione di un video professionale che può essere utilizzato come demo per un progetto, come presentazione alternativa di una notizia, come strumento per lezioni scolastiche diverse. Ci vogliono minuti, non ore». “20x faster” secondo le loro stime.
Il primo di luglio del 2014 ha ottenuto un finanziamento di 460mila dollari da 500 Startups, NXTP Labs e South Ventures. e può contare in diversi advisor che seguono il progetto. Attualmente dà lavoro ad oltre dieci persone.
Quanto costa: i pacchetti sono di tipo freemium. Dopo la registrazione è possibile usare il tool in maniera gratuita con forti limitazioni. In alternativa vengono proposti dei pacchetti che vanno dai 9 ai 39 dollari al mese (in base alle esigenze dell’utente)
Chi lo usa: Più di 800mila persone attualmente si sono iscritte a Wideo. Anche alcuni videomaker professionisti se ne servono per determinate tipologie di lavoro e servizi.
7) Travel By Drone (i video girati dal cielo)
Travel by Drone è una piatttaforma che permette di osservare il mondo attraverso gli “occhi” dei droni. Il sito archivia i video girati da questi nuovi velivoli senza conducente. I segni sulla mappa rappresentano i luoghi dove sono stati girate delle riprese con tecnologie all’a vanguardia. TravelByDrone funziona attraverso una mappa interattiva di Google che a sua volta rimanda a dei filmati disponibili su Youtube. Esistono due tipi di marcatori che indicano i luoghi a cui sono associati i video: i celesti (quelli più vecchi), gli arancioni (quelli più recenti).
L’idea è di un giovane pilota tedesco, Jan Hiersemenzel, che lavora nel marketing e nella promozione. Ha creato questa piattaforma perché nteressato a mostrare non solo la bellezza di questi strumenti ma anche a diffonderne la cultura. La mappa ha l’ambizione anche di misurare e monitorare l’ascesa di un fenomeno sempre più diffuso. Il sito è stato sviluppato ed è interamente autofinanziato. Il sostegno economico, perciò, avviene grazie ad alcuni inserti pubblicitari. Il sito raccoglie 60mila visite al giorno soprattutto da USA e Europa.
Il sito è accessibile e libero. Per caricare i video si deve seguire una semplice regola: la buona qualità e la chiarezza dell’oggetto ripreso.
La piattaforma ha ricevuto moltissimi attestati di stima dai più grandi giornali del mondo tra cui New York Times, The Huffington Post, Financial Times, The Guardian, LA Times.
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